L'ANALISI
06 Aprile 2024 - 17:35
CASALMAGGIORE - Bastasse l’affetto della gente, la riconoscenza di giocatori, tecnici e dirigenti che hanno fatto parte della storia della Vbc Casalmaggiore ecco che si potrebbero programmare altri cento anni di serie A. Perché all’indomani dell’annuncio ufficiale della cessione del titolo di A1 a Cuneo sui social è partito un tam tam di post, condivisioni e storie colmi di gratitudine, riconoscenza e nostalgia per quanto la società ha lasciato nel decennale percorso vissuto in serie A.
Oltre ai social le voci di tante protagoniste sono arrivate in presa diretta, a testimoniare la vicinanza di chi ha fatto grande Casalmaggiore e con Casalmaggiore è diventata grande. A partire dal capitano Valentina Tirozzi, simbolo dei successi rosa, dalle sue mani sono passati i trofei – scudetto, Champions League e Supercoppa Italiana – che hanno contrassegnato la favola della Vbc.
“Il sentimento che prevale è la tristezza per una favola che, almeno in parte, finisce – commenta la schiacciatrice campana, ora madre di due splendidi bambini, e che porta con sé un album di ricordi davvero importante -. E’ un peccato che la società sia stata costretta a prendere questa decisione dolorosa al netto di qualche stagione senza risultati eclatanti. Forse anche il sistema andrebbe ripensato. Detto questo, non posso non ricordare i primi giorni a Casalmaggiore. Ricordo il primo sushi con Ortolani e Bianchini con un pullmino messo a disposizione dalla società, o la prima intervista dell’addetto stampa Mauro Vigna dopo la mia nomina a capitano. Mi disse “inizia l’era Tirozzi” e mi fece effetto. Non potevo immaginare sarebbe stata così piena di soddisfazioni”.
Altra giocatrice simbolo di Casalmaggiore è ovviamente Imma Sirressi il libero dei grandi trionfi, giocatrice più longeva in maglia Vbc. “Pensavo fosse uno scherzo ed invece quando ho avuto conferma è stato un colpo al cuore. Pensare di non vedere più i tifosi parlarne, non vedere più il rosa nei palazzetti. E’ un pezzo della mia storia che se ne va anche se nessuno potrà mai cancellare i ricordi che Casalmaggiore mi ha e ci ha regalato. Io, Casalmaggiore, la porto sempre dentro. Anche nelle finali che ho giocato io mi riporto sempre a quei momenti di Novara, di Montichiari e cerco di trasmetterli. Cercherò di essere un po’ un simbolo anche per loro”.
Poco diverse le parole di Jovana Stevanovic la cui gigantografia campeggia all’ingresso di Casalmaggiore. Da Instanbul la centrale serba ci ha tenuto a commentare. “Nessuno può prendere i trofei che abbiamo vinto insieme. Al di là dei successi sportivi Casalmaggiore, per me, resterà sempre “casa”. E’ stata la mia prima esperienza all’estero, io, bambina, nel mondo dei grandi. Le persone che ho trovato sono state la mia famiglia per anni, sono triste perché vedo finire una favola ma conserverò per sempre la sensazione di essere a casa, pensando a Casalmaggiore”.
Non ha fatto parte dei fasti nazionali ed europei ma anche Valentina Zago ha legato a doppia mandata il proprio nome a Casalmaggiore. “E’ doloroso pensare a Casalmaggiore che vende il titolo di A1, specie dopo il girone di ritorno che avevano fatto e l’entusiasmo che si respirava. Immagino la società non potesse fare altro e sono convinta abbiano fatto il massimo per evitarlo. Dal canto mio Casalmaggiore mi ha fatto crescere, o meglio, siamo cresciute insieme. Quei due anni di A2 da protagonisti, quel primo anno in A1 con tante soddisfazioni personali e di squadra. Ho il rammarico di non aver partecipato alle feste per scudetto e Champions ma ho tanti affetti a Casalmaggiore e per questo sarà sempre un posto del cuore per me. La speranza è che possano tornare prima possibile in A1”.
Primo capitano di Casalmaggiore in serie A, Lara Lugli appartiene al ciclo magico che ha trascinato Via Baslenga sino alla A2 mietendo successi e trofei. “Dispiace tanto come a tutti quelli che hanno fatto parte della storia di Casalmaggiore. Quel gruppo che ha ottenuto la promozione in serie A era un gruppo di amici che si è frequentato molto fuori dal campo anche dopo. Una famiglia vera e propria come è sempre avvenuto a Casalmaggiore per quanto ho visto e mi è stato detto. Mi spiace molto anche per dirigenti e volontari che han sempre lavorato per loro e spero che ripartano anche da una categoria più bassa per continuare a coltivare il grande lavoro che è stato fatto”.
Alessia Gennari, che a Casalmaggiore ha prima vissuto un dramma personale - un trombo nell'arteria radiale del braccio sinistro - e poi la gioia dello scudetto aggiunge. "Il dispiacere è enorme perché Casalmaggiore penso abbia rappresentato per tutti i protagonisti di quegli anni magici un punto di svolta nella propria carriera. Vincere uno scudetto a 23 anni, personalmente, è stato davvero cruciale nel mio percorso ed aver vissuto il passaggio da Viadana a Cremona, partire da neopromossa e in due anni arrivare al tricolore e poi alla Champions credo sia una favola sportiva come ce ne sono poche. Sono convinta che il presidente Boselli non avesse alternative ma mi auguro di ritrovare presto Casalmaggiore in serie A".
Non poteva mancare il ricordo della casalese Lucia Bacchi. “Il dispiacere, ovviamente, è tanto anche perché i commenti sotto i vari post riportano alla memoria anni fantastici e sale la nostalgia. E’ bello, tuttavia, che si avverta così tanto dispiacere, significa che Casalmaggiore ha lasciato il segno. Da casalasca spero che coloro che han fatto parte di questa storia possano tornare presto a vivere le emozioni che abbiamo vissuto insieme”.
Rossella Olivotto ha vissuto la serie A2 con Casalmaggiore prima di tornare e conquistare la Champions League. "E' stata una notizia totalmente inaspettata, pensare che Casalmaggiore non farà più parte della A1 è triste anche perché so quanto tenessero alla squadra società, dirigenza e tifosi. Io ho lasciato a Casalmaggiore un pezzo di cuore perché ho tanti ricordi e tanti amici, sono cresciuta molto ed ho disputato quattro stagioni fondamentali per me, sia come atleta che come persona. Non credo sia stata una scelta facile e mi posso solo augurare che tornino il prima possibile sul palcoscenico che meritano".
Protagonista non di campo ma affezionatissimo tifoso sin dall’alba di Casalmaggiore, Alberto Brandi, direttore di Sportmediaset, ci ha tenuto ad esprimere la propria vicinanza al mondo rosa. “Mi ero innamorato della storia di Casalmaggiore, piccola realtà diventata grande grazie alla spinta fuori dal campo di dirigenti, volontari, tifosi e sponsor. So che la dirigenza ha cercato in tutti i modi di tenere vivo il sogno e posso immaginare la loro sofferenza. Nel mio ufficio rimarranno in bells vista la medaglia ed il pallone della fantastica finale di Champions League a Montichiari. Spero che il volley non perda la storia di Casalmaggiore e che dalla Baslenga possa ripartire con slancio”.
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