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Pick'N'Roll. Vanoli dal cuore pulsante. Per la Juvi quasi una magia

La squadra di Cavina ha tentato lo strappo decisivo contro Reggio che ha brillato per esperienza. Gli oroamaranto con Treviglio hanno esaltato le qualità dei singoli al servizio di un collettivo unito

Daniele Duchi

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redazione@laprovinciacr.it

23 Gennaio 2024 - 08:30

Pick'n'roll. Vanoli scatto d'orgoglio. Per la Juvi quasi una magia

Davide Denegri della Vanoli al tiro

CREMONA - Lo scorso weekend cestistico si è aperto, per le nostre formazioni di vertice, con la splendida vittoria ottenuta dalla Ferraroni JuVi su Treviglio; successo tutto cuore e orgoglio, contro una delle big del campionato di A2, club orobico che dopo il match ha esonerato il proprio coach Finelli. Non è riuscita invece l’impresa alla Vanoli, impegnata domenica pomeriggio sul campo di Reggio Emilia; una gara decisa in un surriscaldato finale punto a punto, determinante la maggior esperienza dei giocatori di casa.


SERIE A

È rimasta sorniona ad aspettare per tre quarti di gara, staccata dai padroni di casa, quasi fosse rassegnata al proprio destino. Poi, magicamente, quel parziale di 13-0 (dal 57-46 al 57-59) che ha aperto l’ultimo quarto e riaperto una contesa decisa solo al fotofinish. La Vanoli ci ha provato, eccome, cercando di superare con cuore ed energia l’evidente gap tecnico, atletico e di esperienza che la separa da una formazione come la Pallacanestro Reggiana. Le caratteristiche del team emiliano poco si adattano a quelle dei biancoblu, a partire dalla differenza di chili e centimetri fino ad arrivare alla conoscenza pratica maturata dai giocatori chiave del coach greco Priftis. Non è un caso se, con la partita ritornata clamorosamente in equilibrio, le giocate decisive sono arrivate dai vari Jamar Smith (36 anni, espertissimo dei campionati europei avendo militato a Bamberg, Limoges, Malaga, Kazan e avendo vinto da protagonista Eurocup, campionato francese, Lega Balcanica, Fiba Europe Cup), Kevin Juwan Hervey (ex Virtus Bologna), Michele Vitali (32 anni, azzurro) o ancora Briante Weber (31 anni, ex Nba e D League). Non scordiamoci che a Reggio gioca anche un certo Langston Galloway, 32 anni, oltre 400 partite disputate in Nba tra Knicks, Pelicans, Pistons, Suns, Kings. Questo lungo discorso per far capire ai criticoni da tastiera o da poltrona, che vincere a Reggio non è facile per nessuno (7 vinte e 2 perse in casa per gli emiliani) e che una squadra mediamente più giovane come la Vanoli può inevitabilmente pagare in esperienza i finali tirati e giocati punto a punto. Prendersela con quello o quell’altro giocatore per eventuali errori o palle perse, o con i cambi effettuati da coach Demis Cavina, è sin troppo facile ma non porta a nessun costrutto. In uno sport veloce e zeppo di ribaltamenti come la pallacanestro, non puoi far giocare sempre e solo quelli che danno maggiori garanzie, altrimenti arrivano in fondo cotti e stracotti. In uno sport di squadra si vince o si perde tutti insieme, compresi tifosi e appassionati, per questo è fondamentale remare tutti dalla stessa parte. Poi ognuno ha le proprie preferenze, ci sta, ma chi deve gestire il roster sul parquet (il tecnico e il suo staff) conosce le condizioni dei giocatori, allenandoli tutti i giorni e vivendoci a contatto l’intera settimana. Un’ultima cosa: vogliamo parlare della differenza di budget tra la Vanoli e le altre formazioni del massimo campionato? Non so se conviene.


SERIE A2

Ci sono vittorie negli sport di squadra che hanno una valenza ben superiore alla semplice conquista della posta in palio; sono l’espressione della magia che si è creata all’interno di un gruppo, a partire dai giocatori per proseguire con lo staff tecnico (che mette i protagonisti principali nella condizione tecnica e mentale di raggiungere certi risultati) ed arrivare alla dirigenza che quell’ensemble, nel nostro caso del parquet, lo ha costruito. Senza scordare ovviamente i tifosi che dagli spalti portano un contributo notevole alla causa. Il successo ottenuto sabato pomeriggio dalla Ferraroni JuVi non è come altri, altrettanto importanti per la classifica ma non dello stesso peso specifico di quest’ultimo. La vittoria dura, sofferta, in rimonta - ma meritatissima - centrata contro la Treviglio delle ‘stelle’ (vedi, giusto per fare qualche nome, i vari Vitali, Harris, Pacher, Miaschi, Guariglia, Cerella, Sacchetti e via dicendo), del super concentrato di esperienza e centimetri molto al di sopra della media, dal punto di vista dei meri numeri consente ai ragazzi di coach Luca Bechi di assestarsi nella zona alta del girone, di ribaltare il meno 4 rimediato nella gara di andata in terra orobica, di guardare alle ultime due giornate della prima fase con la giusta dose di serenità (senza rilassarsi troppo, ovviamente). Ma non sono i numeri a fornire la dimensione della straordinaria vittoria conquistata con le unghie e con i denti, ma soprattutto con il cuore, dal team oroamaranto: è come la Ferraroni JuVi ha messo le mani sulla posta in palio, dovendo inseguire gli avversari per oltre due quarti di match (per Treviglio vantaggi oltre la doppia cifra), facendo una fatica enorme inizialmente nel contenere la fisicità degli avversari (non scordiamo che ancora una volta coach Bechi non ha potuto schierare Tekele Cotton alle prese con un guaio fisico). Eppure con Vinnie Shahid, Marco Timperi e Antonino Sabatino a ringhiare sulle caviglie dei piccoli avversari, con Gabriele Benetti e Luca Vincini, oltre a Daniele Magro, a chiudere la serranda nella zona colorata della difesa, con Lorenzo Tortù e Bernardo Musso (e il peperino Shahid) a finalizzare in attacco dalla lunga distanza, poco alla volta, canestro su canestro, la Ferraroni JuVi ha ribaltato la gara.
«La vittoria del coraggio» l’ha definita Bechi nel dopo-gara; la vittoria di una squadra con la S maiuscola, di un gruppo che - statene certi - continuerà a stupire.

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