L'ANALISI
28 Novembre 2023 - 09:49
CREMONA - Continuano ad andare a braccetto le nostre formazioni della pallacanestro di vertice impegnate rispettivamente nei campionati di serie A e di A2. Ed anche il weekend che ci siamo lasciati alle spalle conferma il motto ‘c’è modo e modo di perdere’. La Vanoli si è presentata al PalaBarbuto di Napoli priva di Marcus Zegarowski e Nathan Adrian, il primo influenzato e il secondo infortunato; eppure i biancoblu hanno lottato con grande determinazione, cedendo inevitabilmente nel finale. La JuVi Ferraroni era invece impegnata sul campo di Torino, ma - rispetto alle prestazioni precedenti – stavolta è incappata in una prova sotto tono e non è mai stata in partita.
Senza due giocatori americani diventa improbo affrontare qualsiasi avversario, figuriamoci se questo avviene in trasferta (palasport di Napoli sold out) e perdipiù contro un team in gas come la GeVi (Generazione Vincente) che vincente lo è per davvero, visto che dopo nove giornate di campionato si trova in vetta alla classifica a quota 14 in coabitazione con Virtus Bologna, Brescia e Venezia. Eppure, la squadra di coach Igor Milicic e del grande vice Cesare Pancotto (ex allenatore della Vanoli), per tre quarti abbondanti di match, ha visto i sorci verdi grazie all’avvio per nulla timoroso dei ragazzi di Demis Cavina. Si dice che negli sport di squadra, quando un gruppo è unito e ti vengono a mancare alcune pedine fondamentali, i giocatori sono portati a fare uno sforzo personale ulteriore per il bene collettivo. A Napoli la Vanoli è stata pressoché perfetta nell’interpretazione della gara, impossibile sulla carta e invece apertissima sul parquet, grazie a quella voglia di stupire ulteriormente che anima questi ragazzi meravigliosi.
Nei primi due quarti è stato uno spettacolo vedere i biancoblù muoversi nel rettangolo con il piglio da grande squadra, mettendo in pratica il piano partita con una efficacia impressionante. È chiaro che, con le rotazioni limitate e i giovani Tommaso Vecchiola e Filippo Galli a completare la rosa, a lungo andare Jacob Pullen e soci hanno trovato le contromisure e sfruttato il proprio potenziale. La Vanoli ha resistito fin che le forze lo hanno permesso, ma uscire da un campo avverso e difficile tra gli applausi (pur senza punti in tasca) è un segnale importante che ti sprona a continuare sul percorso intrapreso. L’obiettivo primario rimane quello della salvezza, peccato per questo handicap di formazione che non ha permesso a capitan Andrea Pecchia e compagni di poter fare affidamento sul gruppo al completo. Ma anche in questa occasione la squadra del patron Aldo Vanoli ha dimostrato di possedere una marcia in più.
Una giornata storta può capitare a chiunque, ci mancherebbe, ma a Torino (nell’ultima gara del girone di andata della prima fase) è andata in scena quella che potremmo definire la commedia della remissività totale. Non c’è praticamente mai stata storia, i padroni di casa – squadra quotata, è vero, ma con qualche problema di organico – hanno maramaldeggiato impunemente dal primo all’ultimo secondo e, va detto, conquistata meritatamente la posta in palio. Davvero una brutta prestazione per la JuVi Ferraroni, una gara che non ti aspetti da una formazione che ha dimostrato sin qui di scendere in campo ogni volta con il coltello tra i denti, votata alla lotta senza quartiere puntando su cuore e determinazione. Troppo brutta per essere vera, troppo passiva su ogni centimetro del parquet; una sconfitta che merita una tiratina d’orecchie perché quello di serie A2 è un campionato che non perdona nulla, duro ed equilibrato, rognoso e cinico.
Coach Luca Bechi la conosce a menadito la seconda serie nazionale, il campionato degli italiani per eccellenza, dove è importante evitare (quando possibile) cadute così fragorose come quella di Torino, caratterizzata da uno scollamento generale che non si era mai palesato prima di domenica. Sconfitta preoccupante? Assolutamente no, lo abbiamo detto, una giornata storta capita a tutti, persino a chi viene premiato dai favori del pronostico; è fondamentale, però, ricompattarsi immediatamente, tornare a lavorare duramente e con convinzione in palestra, seguire le linee guida dettate dallo staff tecnico. Il prossimo impegno sarà altrettanto duro, forse ancora di più, domenica in casa di Cantù seconda forza del girone; nella gara di andata la Ferraroni band aveva sfiorato il colpaccio al PalaRadi, sicuramente il match si presenta improbo e complicato, ma arrivando da una brutta prestazione quale stimolo migliore può rappresentare per gli oroamaranto la sfida ad una delle potenziali candidate al salto di categoria?
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