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CALCIO SERIE B

Coda: 'La Cremo e il record. Voglio tutto'

L'attaccante grigiorosso pronto a una seconda parte di stagione a tutto gas

Fabrizio Barbieri

Email:

fbarbieri@laprovinciacr.it

16 Novembre 2023 - 17:31

Coda: 'La Cremo e il record. Voglio tutto'

Massimo Coda

CREMONA - «Forse ha ragione papà, se avessi avuto un po’ di faccia tosta mi sarei ritagliato una posizione stabile in serie A. Ma sono così, sono un buono e se nella vita può essere un pregio non so se lo sia anche nel mondo del calcio...». Massimo Coda è un ragazzo di 36 anni cresciuto a pane e calcio. Ha iniziato da bambino grazie alla passione di papà Saverio sotto il portico di casa con il cugino Francesco e da lì non ha più smesso. Soprattutto non ha più smesso di segnare gol. Sono 188 in carriera. Tornato a Cremona non ha smesso di certo. Dodici gare giocate e dieci reti fatte.

Che effetto fa essere di nuovo in grigiorosso dopo 11 anni?
«La Cremonese mi è sempre rimasta dentro. È stato il trampolino verso il calcio che conta. Quelle sono state stagioni poco felici per la squadra ma positive per me. Ho segnato, imparato tanto. Ora sono tornato più maturo, più consapevole e ho trovato un ambiente eccezionale. Un centro sportivo pazzesco, uno Zini tirato a lucido e una società organizzatissima».

Lei è un esperto di promozioni. Perchè in serie A non ha mai sfondato?
«Mi è spesso capitato di vincere dei campionati. In serie A nessuno ha mai avuto fiducia in me fino in fondo e ho sempre preferito giocarmi le mie carte in contesti in cui avrei potuto dimostrare il mio valore fino in fondo».

La vita del bomber di categoria...
«Quando giochi sempre per vincere in serie B hai più possibilità di segnare. In serie A spesso per noi attaccanti in arrivo dalla categoria inferiore toccano squadre che hanno poche occasioni. Arrivato alla mia età posso dire che mi sarebbe piaciuto avere un’occasione in cui giocarmi le mie carte nella rosa di una squadra di medio-alta classifica».

Il numero 15 cosa le ricorda?
«Lo so che il record di marcatori della storia della serie B è a quella distanza. Ma la mia forza è quella di non pensare troppo al gol. Abbiamo tempo per arrivare alla meta, ma senza che diventi un ansia. Prima serve mettere in primo piano l’obiettivo della squadra. Le due cose andranno di pari passo. C’è tempo».

Si trova meglio con Vazquez o con Okereke?
«Sono giocatori diversi che danno opportunità diverse. Con Franco devo rientrare meno per lasciargli spazio per attaccare la profondità, con David formiamo una coppia di attaccanti vera e propria capace di mettere in difficoltà le letture difensive».

Che serie B ha ritrovato?
«Una categoria competitiva dove ci sono tante squadre ambiziose e con grandi possibilità. Tutti vogliono vincere ma lo abbiamo visto in passato che spesso non è così facile tradurre le aspettative in realtà. Se perdi terreno poi diventa complicato risalire. Noi stiamo recuperando posizioni e siamo nel gruppone. Dobbiamo continuare a lavorare in questo modo».

Perchè è tornato a Cremona?
«È una città con cui ho legato e con cui sento di avere affinità. Avevo almeno altre due proposte ma onestamente prima di scegliere ho guardato il valore delle varie rose e credo che quella della Cremonese sia di livello altissimo».

Differenze tra Ballardini e Stroppa?
«Ho avuto poco tempo per conoscere Ballardini. Con Stroppa abbiamo cambiato modo di stare in campo. Il mister vuole avere sempre il possesso palla. Ho lavorato in passato con De Zerbi e la filosofia è simile. Certo, ci vuole tempo per trovare i giusti automatismi. Con pazienza ce la faremo, siamo già sulla buona strada».

Come è stato entrare per ultimo in un gruppo così solido?
«Ho trovato forti personalità. Diciamo che l’inizio fulmineo mi ha aiutato. Sono arrivato e tre giorni dopo ho segnato il gol decisivo a Terni. Da lì in poi è stato tutto più semplice».

Suo padre è stato elettrauto. Cosa avrebbe fatto se non fosse stato un calciatore?
«Bella domanda. Probabilmente avrei fatto il meccanico, oppure il benzinaio».

Qual è il suo soprannome?
«L’ispanico».

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