L'ANALISI
14 Novembre 2023 - 05:20
Davide Denegri della Vanoli e Lester Medford della JuVi Ferraroni
CREMONA - Dal celebrare due vittorie casalinghe la scorsa settimana, al festeggiare stavolta due sconfitte. Questo è matto, penserà (magari giustamente) qualcuno: come si può festeggiare quando alla fine di due match, entrambi derby lombardi molto sentiti e combattuti – sia quello della Vanoli a Brescia, sia quello della JuVi Ferraroni a Treviglio –, si rimane con un pugno di mosche in mano? E' molto semplice: c'è modo e modo di perdere, e stavolta – a mio parere – in entrambi i casi si è perso... bene. Mi spiego meglio: tutto dipende da quale spirito hai messo in campo, da come hai combattuto contro avversari sicuramente forti. Tenuto conto che vincere sempre è altamente improbabile, alla fine la sconfitta è un dettaglio. E conta solo quanto di buono hai messo in pratica sul parquet.
Quello con la Leonessa d'Italia è da sempre un confronto molto sentito dal popolo biancoblu. La storia ha intersecato più volte le rispettive storie cestistiche di Cremona e Brescia, ma è al presente che si deve pensare. Partendo dal punteggio, bugiardo che più bugiardo non si può, visto che il più 9 a favore di Amedeo Della Valle e soci (84-75) è maturato solo negli ultimissimi secondi, quando sul meno quattro la Vanoli ha tentato l'ultimo assalto ma è mancato – vuoi per la stanchezza sia fisica sia mentale – il guizzo vincente che potesse riaprire definitivamente la sfida. Dunque, i due punti sono andati alla Germani, ma ai biancoblu cremonesi rimane la soddisfazione di aver fatto vedere i sorci verdi ad una squadra che sta viaggiando a mille e che si ritrova, con Bologna e Venezia, lassù sulla vetta della graduatoria. I ragazzi di coach Demis Cavina, anche stavolta, hanno fatto vedere di che pasta sono fatti, salvo poi dover cedere alla classe e all'esperienza del team bresciano. Rimane il rammarico, quello sì, per una partenza di gara priva del necessario mordente, che ha permesso ai padroni di casa di portarsi in doppia cifra di vantaggio e incanalare il match sulla strada desiderata.
Che la Vanoli non molli mai un millimetro si sa, punto su punto Marcus Zegarowski e Davide Denegri, coadiuvati dai compagni, hanno recuperato; ma certe fatiche, fisiche e mentali appunto, poi le paghi, ed ecco che arrivi ai momenti decisivi sorretto da poca lucidità. Sì perché giocare contro questa Leonessa non è affatto semplice, coach Magro vanta molte frecce a disposizione nella propria faretra, sia fuori sia dentro l'area colorata. Era da mettere in preventivo che ci sarebbero stati da fare gli straordinari contro questa formazione, ma la Vanoli non ha potuto contare su tutti i suoi giocatori al meglio come capitato sette giorni prima contro le V nere. Stavolta si è perso, ma francamente non è il caso di farne un dramma: l'importante è continuare sulla strada intrapresa, continuare a lavorare duro in settimana e presentarsi in campo ogni volta convinti che alla lunga il gioco di squadra paga.
Come giocare sul campo di una formazione che vanta uno dei più elevati tassi di esperienza della categoria, dove il livello di marpioneria è eccelso, senza uno dei tuoi giocatori americani (Tekele Cotton), e nonostante tutto questo avere nelle mani il tiro della possibile vittoria. E' successo domenica alla JuVi Ferraroni sul campo del Gruppo Mascio Treviglio, squadra che i ragazzi di coach Luca Bechi (allora praticamente al completo) avevano già battuto tra le mura amiche nel girone di Supercoppa. Le caratteristiche tecniche e caratteriali degli oroamaranto sono in grado, lo si è già visto più di una volta, di mettere in difficoltà chiunque, e molto dipende dal gruppo ma anche da come i singoli approcciano la partita. La JuVi Ferraroni ha rispettato il piano partita che si era prefissata, almeno per metà gara, salvo poi andare in confusione totale nel terzo tempo, chiuso con il parziale di 37-22 a favore del team orobico. Una «sberla» che avrebbe tramortito chiunque fosse passato dal punteggio in perfetta parità al meno 15 nell'arco di soli 10 minuti.
Non puoi permetterti di subire 82 punti in trasferta nei soli primi tre quarti di match, vuol dire lasciare carta bianca agli avversari e permettere di segnare il punteggio finale a loro piacimento. Ma, c'è un ma: non esiste in questo anno agonistico che la Ferraroni band si arrenda, si conceda alla contendente di turno senza provare a rimediare e lottare sino all'ultimo secondo, ed anche di più se necessario. Così, registrata a dovere la difesa (soli 18 i punti realizzati da Treviglio nell'ultimo quarto, contro i 29 degli ospiti cremonesi) e cambiato decisamente il ritmo, ecco che Lester Medford e compagni hanno rosicchiato punto su punto e si sono riportati a ridosso di Treviglio, riaprendo clamorosamente una disfida decisa da un finale incandescente e non certo adatto ai deboli di cuore. La JuVi Ferraroni è riuscita a costruirsi persino la conclusione del ‘game set and match’, ma la palla non ha voluto saperne di adagiarsi nella retina. Resta il rammarico, certo, ma anche la sensazione che questa squadra al completo possa togliersi grandi soddisfazioni.
Copyright La Provincia di Cremona © 2012 Tutti i diritti riservati
P.Iva 00111740197 - via delle Industrie, 2 - 26100 Cremona
Testata registrata presso il Tribunale di Cremona n. 469 - 23/02/2012
Server Provider: OVH s.r.l. Capo redattore responsabile: Paolo Gualandris