L'ANALISI
25 Ottobre 2023 - 21:09
Coach Luca Bechi
CREMONA - Pacato, calmo, diretto. Luca Bechi è l’uomo della rivoluzione silenziosa in casa Juvi Ferraroni. Quello che sta traghettando la società in una dimensione diversa, sempre più professionale ma senza perdere quel gusto famigliare che sa fare la differenza. Lui è di Livorno e nella città toscana ci deve essere un’aria particolare che sa formare allenatori pazzeschi. Esempi? Max Allegri e Cristiano Lucarelli nel calcio, Walter De Raffaele, Sandro Dell’Agnello e Alessandro Ramagli nel basket solo per citarne alcuni.
Cosa succede dalle sue parti?
'Livorno è una città sportiva e oggettivamente ci sono tanti tecnici di livello. Oltre a quelli in categorie importanti, ce ne solo altri appena dietro che spingono. Insomma siamo un bel gruppo. Ci conosciamo tutti quanti e spesso parliamo'.
Anche di calcio?
'Con Allegri ci incrociamo spesso durante l’estate. Ricordo ancora gli anni in cui facevamo le estati al bagno Fiume. Lui era già un calciatore del Livorno, era un po’ più grande di me. È sempre stato un personaggio, simpatico, arguto e molto intelligente. Con lui qualche volta parliamo di sport. Mi piace potermi confrontare e vedere angolazioni diverse'.
Lei è l’uomo del destino per la Juvi. Si sente questo peso?
'In estate ho parlato con la famiglia Ferraroni e mi è stato chiesto di contribuire a fare un percorso che potesse portare il club in una dimensione più professionale. I Ferraroni sono persone oneste, chiare e la sintonia è stata immediata. Sono imprenditori e la loro idea è quella di continuare a crescere ma stratificando le esperienze. Una società lungimirante che ha avuto una visione intelligente nel momento giusto. Con un professionista come il ds Marco Abbiati c’è stato grande feeling. Ogni richiesta per migliorare è stata accettata di buon grado. Il PalaCava è un gioiello, perfetto per una società di livello. Una struttura che dà la dimensione ideale a una realtà che vuole emergere. Il cambiare mentalità è stato un input arrivato direttamente dalla cabina di comando e quindi dalla famiglia Ferraroni. Stiamo lavorando, facendo un passo alla volta. Il desiderio è quello di non perdere la genuinità ma diventare una realtà professionistica in ogni ambito'.
Come si vive l’ambiente Juvi?
'Bene. Attorno a questo marchio ci sono storia e passione. Abbiamo tantissime persone che si spendono per la Juvi e lo fanno solo per l’amore di questa maglia. Ai ragazzi non manca nulla e questo è il merito di chi lavora (bene) nell’ombra'.
Passiamo al campo. Con Vigevano un successo pesante per come arrivato soprattutto.
'Avere gli stimoli al massimo contro Trapani non era difficile, pur con due assenze importanti. Quando affronti in casa un avversario che ha altre prospettive non è così facile. Invece la squadra ha lavorato bene anche durante la settimana senza avvertire pressione ma con la consapevolezza del valore del match. Siamo scesi in campo con energia e abbiamo sopperito alle assenze di Cotton e Giulietti dall’inizio e poi di Benetti a gara in corso'.
La situazione infortunati inizia diventare pesante.
'Per Giulietti la situazione del ginocchio è la peggiore con la probabile rottura del crociato. Cotton ha avuto un problema muscolare e serve tempo per recuperarlo senza rischi. Benetti ha preso una ‘vecchia’ che deve essere valutata con attenzione'.
Una Juvi che può giocarsi la promozione è un sogno?
'Sono sempre stato abituato a salire le scale un gradino alla volta. Non parlo di promozione e non lo penso nemmeno, ci mancherebbe. Farebbe male e sposterebbe l’attenzione su quello che è il nostro obiettivo reale: la salvezza. Prima ci arriviamo e meglio è. Non abbiamo mai pensato di poter ambire ad altro. Più partite vinciamo e prima arriviamo alla meta. Ho tanta esperienza e ho visto tantissime situazioni cambiare in un attimo. Una stagione è piena di insidie e variabili. Infortuni, mercato, stato di forma'.
Quanto le piace la sua squadra?
'Molto. La scelta fatta con la società è stata quella di puntare su giocatori funzionali ma anche con caratteristiche umane precise. Siamo stati fortunati, il gruppo è sano e tutti sono pronti al sacrificio'.
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