L'ANALISI
03 Ottobre 2023 - 09:42
Wayne McCullough della Vanoli
CREMONA - Bentornati campionati di basket. Ci mancavate, e non poco. Ma partiamo con una annotazione preliminare: nel week-end lasciato alle spalle è stata celebrata (e lo sarà per tutta la stagione sportiva) la grande tradizione cestistica rappresentata dalle società cremonesi. La Vanoli in serie A; la JuVi Ferraroni in A2; Corona Platina Piadena, Mazzoleni Pizzighettone e Sansebasket Impresa Tedeschi Cremona in B Interregionale. E domenica prossima parte anche l’avventura in B nazionale della Logiman Crema.
Senza scordare le altre formazioni cremonesi che militano in serie C (Soresina e Casalmaggiore), in serie D (Gussola) e via di seguito. Una potenza di fuoco, in condizioni economiche niente affatto facili e decisioni federali da censura, che non ha eguali in nessun’altra provincia italiana. Un meraviglioso fiore all’occhiello che – lasciando un attimo da parte i campanilismi - deve rendere fortemente orgogliosi tutti coloro che amano da anni e coltivano questo sport meraviglioso chiamato palla a spicchi.
Quante volte è capitato che la Vanoli abbia iniziato il campionato in quel di Trento; ed ogni volta, non si è mai trattato di match ed esordi stagionali banali. Non lo è stato nemmeno stavolta, soprattutto in considerazione della partenza da incubo (31-15 dopo 9 minuti) che avrebbe steso un elefante. Coach Demis Cavina ha voluto (giustamente) celebrare i protagonisti della promozione che ha segnato il ritorno nella massima serie, così nello starting five ha inserito Davide Denegri, Andrea Pecchia e Paul Eboua al fianco di Wayne McCullough e Grant Golden. Trento è partita con le marce altissime grazie alla precisione nel tiro, ma la Vanoli 2023-24 ha mostrato di avere un’anima ben marcata, non lasciandosi deprimere dal distacco accumulato in avvio di gara, e anzi trovando linfa dall’ingresso in campo di Marcus Zegarowski.
Il regista americano ha fatto vedere, in particolare, un grande livello di intesa con Golden e proprio da loro due è partito il recupero da parte dei cremonesi. Gara proseguita a strappi, con Trevor Lacey e compagni sempre a reagire col piglio giusto, fino ad arrivare sul -4 a due minuti dalla fine. Qui è mancato il guizzo vincente, ma complessivamente la Vanoli non è affatto dispiaciuta. Certo, ci sono ancora diverse situazioni da sistemare, a partire dall’organizzazione difensiva andata (in certi momenti) fuori giri, concedendo opportunità eccessive alla squadra di casa. Poi c’è l’insufficiente apporto da parte di giocatori dai quali ci si aspettava un diverso impatto sulla gara. Attenzione però, dare giudizi dopo una sola gara di campionato è sempre fuori luogo; si deve lasciare il tempo necessario per migliorare e oliare i meccanismi di un gruppo che è cambiato molto e che deve ricostruire gli equilibri dopo il recente cambio in cabina di regia per la partenza di Bone e l’arrivo di Zegarowski. L’impatto iniziale è stato duro (come prevedibile, del resto) ma la Vanoli ha mostrato segnali positivi che fanno ben sperare.
Rammarico, rammarico, rammarico. Soprattutto, un fastidioso giramento di... ‘palloni’. È stata monumentale la JuVi Ferraroni alla prima uscita in campionato, dovendo vedersela al PalaRadi con la corazzata Cantù, formazione tra le più accreditate al salto di categoria. Gli orogranata di coach Luca Bechi hanno lottato alla pari dei forti brianzoli, hanno mostrato di che pasta sono fatti (a dimostrazione della scrupolosa e concreta campagna acquisti societaria), sono stati anche in vantaggio per vari tratti in una gara caratterizzata dal punteggio ad elastico e con distacchi alternati mai superiori ai 4-5 punti. Allo scoccare del 40° minuto però il popolo gigliato si è ritrovato con un pugno di mosche in mano e la sempre sgradevole sensazione di aver gettato al vento un’occasione davvero ghiotta.
«Andarci vicino conta solo a bocce» ha dichiarato il tecnico toscano nel dopogara, segnale che non gli è affatto piaciuta la gestione di alcune azioni fondamentali proprio nel momento decisivo della disfida. E in effetti le scelte decisamente rivedibili del play Lester Medford nei lunghissimi minuti finali (ma ricordiamo che a pallacanestro si vince e si perde tutti insieme) sono state determinanti nel kappao; Medford, che conosce bene il campionato di A2, è l’uomo sul quale il club juvino punta forte in una stagione molto delicata e importante, vista la riforma dei campionati in atto, ma guai imputargli l’oneroso peso della sconfitta. L’esito sfavorevole non deve inficiare quanto di buono la JuVi Ferraroni ha fatto vedere, a partire dallo spirito guerriero e battagliero che dovrà essere il leit motiv della stagione. Ottime cose sono venute da Tekele Cotton (4-9 da due, 2-2 da tre) e dal veterano Bernardo Musso (5-11 dalla lunga distanza, il migliore tra gli oroamaranto), entrambi autori di 19 punti; in doppia cifra anche Luca Vincini (14), mentre qualche altro protagonista non ha brillato. Ma la cura Bechi ha iniziato a fare effetto, serve pazienza e i risultati arriveranno.
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