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SERIE A2: IO LA PENSO COSI'

Pick & Roll. La forza delle idee e il cattivo pensiero

Terza giornata della seconda fase: la Vanoli passa a Cento mostrando caratteristiche vincenti; i passi indietro della JuVi Ferraroni a Mantova

Daniele Duchi

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redazione@laprovinciacr.it

18 Aprile 2023 - 08:51

Picl & Roll. La forza delle idee e il cattivo pensiero

Un tentativo dalla lunetta di Paul Eboua della Vanoli

CREMONA - La terza giornata della fase Orologio del Girone Giallo ha chiarito, qualora ve ne fosse ancora bisogno, alcuni aspetti fondamentali di questa Serie A2 di basket. Il primo è la difficoltà che incontrano anche le squadre maggiormente titolate, quelle pronosticate dagli addetti ai lavori tra le probabili candidate al salto di categoria; squadre che non possono permettersi distrazioni perché lungo il cammino si possono incontrare ostacoli complicati da superare. Domenica è successo a Cantù di lasciare penne e piume sul campo di Forlì (la prossima formazione in arrivo al PalaRadi non ha potuto schierare Daniele Cinciarini, infortunato), mentre Treviglio continua a dimostrarsi alquanto agguerrita passando facile sul campo di Pistoia.

Intanto, la Vanoli (priva del capitano Andrea Pecchia e con qualche giocatore acciaccato) ha infilato a Cento la terza vittoria consecutiva della seconda fase stagionale, dimostrando di essere in possesso di un elevatissimo livello di attributi. I biancoblu di coach Demis Cavina hanno incanalato la gara sui binari favorevoli, salvo poi subire il poderoso rientro della formazione di casa che già pregustava lo scherzetto tipico del celebre carnevale locale. Denegri e compagni si sono così ritrovati improvvisamente sotto nel punteggio, proprio quando il match stava entrando nella parte decisiva; è vero, la difesa non è stata quella delle giornate migliori, ma questa squadra ha la rara capacità di trovare equilibri sul parquet in ogni situazione e così decisiva ai fini del risultato è diventata la capacità offensiva di creare conclusioni ad elevata percentuale di realizzazione.

Partite così equilibrate e dall’intensità emotiva vengono decise da una serie di fattori e dagli episodi, conseguenza però di quanto hai saputo costruire in campo. La conclusione vincente allo scadere di Trevor Lacey è stata la ciliegina sulla torta realizzata con sapienza cestistica dai maestri pasticceri biancoblù. Non possiamo certo sapere come andranno a finire i playoff, certo è che la Vanoli si basa su un gruppo dalle caratteristiche davvero vincenti.

LA JUVI FERRARONI E IL TARLO DELLO SCONFORTO

Ferdinando Nasello e Trevon Allen della JuVi Ferraroni a Mantova

L’ennesima cocente delusione di una stagione che non vuole saperne di regalare soddisfazioni a dirigenti, tifosi e soprattutto ai protagonisti stessi. La sconfitta rimediata dalla JuVi Ferraroni in quel di Mantova ha lasciato molta amarezza causa una prestazione decisamente al di sotto delle aspettative. La vittoria della prima giornata a Ravenna aveva illuso e non poco, si pensava che la formazione ora allenata da Paolo Moretti avesse trovato la chiave di volta per incanalare il Girone Salvezza a proprio favore; invece è stata una mera illusione, spazzata via da due kappao consecutivi (in casa con Chieti ed ora nel capoluogo virgiliano) nei quali sembra che la squadra abbia fatto passi indietro anziché in avanti.

L’aspetto che più lascia perplessi è quello di vedere un gruppo che ha perso lo smalto dei giorni migliori, una squadra che fatica terribilmente a giocare di collettivo, a trovare le giuste contromisure tecniche alle qualità degli avversari. I giocatori ci provano, di questo si deve dare atto, ma quando non riescono ad ottenere il risultato voluto sembra che ad abbattersi sugli orogranata siano rassegnazione e inquietudine; atteggiamenti dannosissimi per chi deve cercare di salvarsi, atteggiamenti che non portano da nessuna parte ed anzi creano ulteriori macigni psicologici in un gruppo che fatica ad imporre il proprio gioco.

Un altro aspetto emerso a Mantova è vedere i due stranieri Trevon Allen (in particolare) e Bryce Douvier quasi ai margini del gioco di squadra, mentre proprio loro dovrebbero essere i punti di riferimento principali. Insomma, è vero che dopo un cambio di allenatore (scelta sempre dolorosa e che non ha convinto tutti i tifosi ma sulla quale non sta a noi esprimerci, convinti che la società abbia fatto tutte le considerazioni del caso) occorre sempre un periodo di assestamento, ma qui non stiamo parlando di un aspetto tecnico bensì dell’atteggiamento con il quale i giocatori scendono in campo. E se entri sul parquet già con il tarlo dello sconforto in testa, allora non riuscirai mai a venirne a capo. Ed è l’aspetto peggiore.

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