L'ANALISI
12 Agosto 2023 - 10:51
Una formazione della Sestese in una foto d'archivio
SESTO ED UNITI - È stata un’estate agitata per le due realtà calcistiche di Sesto (Sestese e Sesto 2010) la cui rivalità fa sempre parlare anche quando il pallone non rotola.
Dopo tredici stagioni da protagonista con la conquista della Prima categoria, a giugno è arrivata la decisione del Sesto 2010 di chiudere i battenti dopo la retrocessione.
Per la Polisportiva Sestese, viceversa, lo scorso luglio si è aperta attraverso i ripescaggi la porta per accedere alla Prima categoria. La società biancoverde, dopo aver valutato il peso degli impegni e delle risorse richiesti dalla categoria superiore, ha preso una rotta decisa.
A livello di settore giovanile è nata la condivisione di un progetto confluito nella nuova DeltaPo con altre realtà limitrofe.
Quanto alla prima squadra è stata presa la decisione di slegare il calcio a undici (federale) dalle altre attività della Polisportiva e di effettuare una fusione che è confluita nella nuova Sestese 2023 ai nastri di partenza della Prima categoria.
Per allestire il progetto dedicato alla prima squadra è stato coinvolto un gruppo di persone che aveva acquisito nel frattempo il titolo di categoria proprio dal Sesto 2010. Dall’unione di intenti è nata appunto la Sestese 2023 che mantiene così a Sesto quel calcio che avrebbe rischiato di scomparire.
A livello federale la Sestese 2023 ha una nuova matricola, ma di fatto il coinvolgimento nell’operazione di chi aveva acquisito l’eredità del Sesto 2010 ha parecchio contrariato gli storici dirigenti di quest’ultima società, che hanno voluto prendere le distanze e precisare la loro posizione.
Non tanto sotto il profilo tecnico, bensì sul piano morale. «Dopo avere deciso di chiudere il nostro percorso sportivo – è intervenuto Riccardo Miadoro, a nome dei fondatori del Sesto 2010 – siamo stati contattati da soggetti interessati all’acquisizione del titolo di Seconda categoria, in quanto intenzionati a costruire una nuova società. Abbiamo ceduto la matricola con alcuni paletti, ovvero che fosse del tutto slegata dal Sesto 2010, di cui vogliamo mantenere l’identità costruita nel tempo con la nostra esperienza, e dalla Polisportiva Sestese, società con la quale non vi è mai stato da parte nostra alcun interesse di condivisione, a causa di visioni opposte».
Due cuori calcistici negli ultimi tredici anni hanno battuto in paese, sebbene il Sesto 2010 giocasse a Pizzighettone, con entrambe le realtà protagoniste sulla scena del calcio dilettantistico locale. Una rivalità che ha portato anche a derby, tanto carichi di aspettative, quanto di emozioni, con il pubblico delle grandi occasioni riempire la tribuna.
«Se soltanto fosse stata paventata la possibilità di fusione tra le due distinte società di Sesto – ha proseguito Miadoro – il Sesto 2010 avrebbe immediatamente accantonato l’idea di cedere i diritti a terzi e avrebbe riposto i propri titoli nel cassetto. Il passaggio ai nuovi acquirenti invece si è concretizzato proprio alla luce di specifiche garanzie fornite in tal senso da loro».
L’operazione è invece andata nella direzione che il Sesto 2010 non avrebbe mai auspicato, lasciando parecchia amarezza nei dirigenti che sono stati anima della società ormai scomparsa: «Purtroppo – ha chiuso Miadoro - nel calcio dilettantistico di oggi è molto difficile trovare persone di parola e con quei valori che abbiamo portato avanti per tredici anni. Questa “fusione” ne è l’ennesima dimostrazione».
Sull’operazione, interpellata la Sestese 2023 del nuovo presidente Ayoub Zita, c’è stata la conferma che la fusione «non ha interessato la storica dirigenza del Sesto 2010, ma si è verificata dopo l’acquisizione del titolo».
Un passaggio quest’ultimo avvenuto «senza che vi fossero però accordi particolari».
Al via della stagione c’è dunque la nuova Sestese 2023, pronta per l’avventura in Prima categoria ormai alle porte, ma qualcuno nella nascita di questa nuova realtà (che mantiene i colori della Sestese) vede nella forma un proseguimento del Sesto 2010 che non avrebbe mai voluto. Di sicuro a Sesto resterà nei ricordi l’atmosfera da derby che in passato ha acceso domeniche di passione calcistica, con una rivalità che ha fornito una dimensione speciale al paese e che, a quanto pare, non vuole tramontare.
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