L'ANALISI
22 Luglio 2023 - 21:35
Marta Cavalli
CLERMONT FERRAND - Lo sguardo al passato è solo per cogliere gli aspetti su cui lavorare nel presente per continuare a migliorare in futuro. Un flusso ben preciso ha guidato Marta Cavalli verso il Tour de France, in partenza domani. Uno sviluppo fermo, determinato, che soprattutto non ha lasciato spazio a timori legati a ricordi dell’incidente dell’anno scorso, ma ha focalizzato unicamente su un lavoro dettagliato per proseguire in un processo di crescita.
La cremonese si presenta alla corsa francese con il consueto spirito, la voglia di dire la sua, soprattutto nelle tappe in cui la strada diventa tosta, sul tracciato a lei più congeniale. E le salite non mancano, in particolare nella penultima frazione, con il fascino dell’arrivo ai 2110 metri del Tourmalet.
Il Tour de France inizia oggi da Clermont Ferrand, sede di partenza e arrivo dopo 124 chilometri, a sole due settimane dalla chiusura del Giro: 'Come lo scorso anno – ha spiegato Cavalli alla vigilia – le due corse a tappe sono una di seguito all’altra e non è facile affrontare due appuntamenti così impegnativi e ravvicinati. Il programma che abbiamo stilato mi dovrebbe però consentire di avere una buona condizione anche al Tour'.
Quali sono le sensazioni vissute alla vigilia di questa edizione della Grande Boucle e del ritorno dopo l’incidente di un anno fa?
«Per fortuna non associo Tour e caduta, quindi mi presento al via con lo stesso atteggiamento di tutti gli altri appuntamenti di quest’anno. Ovviamente mi piacerebbe disputare un bella corsa per riscattare la sfortuna dello scorso luglio, ma allo stesso tempo sono serena perché si sta rivelando una stagione particolare e in partenza non pongo aspettative troppo alte».
La corsa rosa è terminata da poco, cosa le ha detto?
«Il Giro mi ha fornito buone occasioni per testare la condizione, ho tratto insegnamenti, ma anche punti deboli su cui lavorare per il futuro. Il fatto di avere a distanza così ravvicinata un’altra grande corsa a tappe come il Tour mi permette di mettere in pratica da subito quanto ho imparato».
Qual è il ruolo richiesto dalla squadra in questa edizione?
«Non ne abbiamo ancora parlato, sicuramente aspetteremo le prime tappe per capire come sto realmente poi verrà presa una posizione».
Come valuta il percorso di questo Tour e c’è una frazione su cui ha messo gli occhi?
«Sono otto tappe molto bilanciate, di cui la metà sono impegnative e tra loro anche la crono finale, che trovo una scelta molto interessante. La penultima, invece, con l’arrivo sul Tourmalet mi piace e mi si addice molto: punterei molto su una buona scalata, per un obiettivo personale, ma anche per essere di supporto alla squadra».
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