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CALCIO SERIE B

Ferraroni: «Cremonese avanti a testa alta. Vogliamo crescere ancora»

Il vice presidente grigiorosso: «La retrocessione non ci scoraggia, siamo pronti a ripartire. Società guidata al vertice con senso di responsabilità, intensificheremo i rapporti con il territorio»

Ivan Ghigi

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ighigi@laprovinciacr.it

10 Giugno 2023 - 08:30

Ferraroni: «Cremonese avanti a testa alta. Vogliamo crescere ancora»

Il vicepresidente Maurizio Ferraroni

CREMONA - Il ritorno in serie A dopo 26 anni, il campionato appena terminato, la voglia di ripartire più forti. Lo storico vice presidente della Cremonese, Maurizio Ferraroni, parla del passato, ma soprattutto del futuro, sottolineando il massimo impegno della proprietà e della società. «Lo scorso anno — racconta Ferraroni — insieme abbiamo festeggiato un traguardo storico: il ritorno in Serie A dopo 26 anni. Quest’anno le cose sono andate diversamente ma non è certo la retrocessione ad impedirci di guardare al futuro con fiducia. A fondamento di questa fiducia è il rinnovato impegno di una proprietà che, in ragione del suo attaccamento ai colori grigiorossi e della sua solidità si contraddistingue nel panorama del calcio italiano. In un momento congiunturale che vede l’imprenditoria attraversare giorni difficili, l’impegno della nostra proprietà portato avanti con serietà è ancora più da sottolineare. Dall’inizio dell’era Arvedi, successivo ad alcune stagioni problematiche per la Cremonese sia per i risultati sia per le difficoltà economiche, la società è tornata a crescere in tutti gli ambiti: sportivo, organizzativo, infrastrutturale. E intende migliorarsi ulteriormente».

In quindici anni, sono stati ottenuti risultati di rilievo.
«A livello sportivo, chiusa la parentesi in Serie C, la Cremonese ha consolidato la propria presenza in Serie B (con 5 partecipazioni consecutive, dato storico) e poi ha ritrovato la Serie A dopo un’assenza durata ben 26 anni. Nell’ultima stagione ha anche raggiunto la semifinale di Coppa Italia (eliminando Napoli e Roma): cosa che non accadeva da 36 anni. Cinque anni di Serie B e una stagione in Serie A che hanno avuto il merito di aumentare l’entusiasmo già forte dei nostri tifosi e di avvicinare, cosa forse ancora più importante, tantissimi giovani alla Cremonese e ai suoi colori. Questi sono i segni concreti di una società guidata al vertice con senso di responsabilità nei confronti dei suoi tifosi e dell’intero territorio che si identifica nei colori grigiorossi. Ed è nostra intenzione intensificare sempre più il rapporto e le occasioni di confronto con i tifosi, la città e i media locali. E se oggi siamo qui a parlare di futuro con fiducia e spirito positivo nonostante la retrocessione è perché non dimentichiamo come quello stesso senso di responsabilità che anima proprietà e società risulti ben visibile anche attraverso i tanti interventi infrastrutturali sostenuti economicamente e realizzati allo Zini e al Centro Sportivo, strutture all’avanguardia al servizio della Cremonese».

Ferraroni poi parla del campionato appena concluso.
«Cremona — prosegue il vice presidente — sa che la partecipazione al campionato di Serie A non può essere vissuta alla stregua di un obbligo inviolabile; è invece un’opportunità, da difendere fino in fondo quando ci si trova nella condizione di poterlo fare oppure da riconquistare se il bilancio sportivo di fine stagione può non essere positivo. La Serie A è stata un’opportunità: per i tifosi, ma anche per la città, per le sue imprese, per le attività commerciali, per tutti coloro che vivono di turismo».

La voglia di riprovarci è tanta, racconta Ferraroni.
«Nel momento in cui viene persa la Serie A diventa un desiderio da appagare nuovamente, nel tempo e perseguendo un progetto solido. È da qui che, grazie all’impegno della proprietà e alla vicinanza dei nostri tifosi, unici per attaccamento e senso di responsabilità, che la Cremonese vuole ricominciare. Arriviamo da una retrocessione, è vero. Ma da un campionato, quello di A, di altissimo livello che ci ha visti impegnati solo 8 volte negli ultimi 93 anni. Non per questo non possiamo dirci amareggiati e delusi. A cominciare dal cavalier Arvedi per passare al resto della società, fino ad arrivare al sottoscritto, che la Cremonese la vive come una famiglia da 50 anni e che sa quanto sia sempre stato difficile confermarsi nel massimo palcoscenico del calcio italiano. Come già ammesso, sono stati commessi errori: ne siamo consapevoli, facciamone tesoro e guardiamo oltre con fiducia. Ripartire è il verbo sul quale ora dobbiamo concentrare ogni sforzo. Consci del fatto che grazie a questa proprietà possiamo farlo con solidità e ambizione. Facciamolo insieme, remando tutti dalla stessa parte per il bene della Cremo e di una storia che va avanti senza interruzioni da 120 anni.

Archiviata la retrocessione, la Cremonese è pronta a ripartire?
«Assolutamente sì, non è certo la retrocessione ad impedirci di guardare al futuro con fiducia. Alla base di questa fiducia c’è un aspetto fondamentale: l’impegno di una proprietà forte e solida che si contraddistingue anche nel mondo del calcio per la concretezza dei programmi. Questo va ricordato perché basta leggere le notizie degli ultimi giorni provenienti anche da piazze blasonate per appurare come le cose altrove vadano in modo assai diverso. Dall’inizio dell’era Arvedi la società è tornata a crescere in tutti gli ambiti: sportivo, organizzativo, infrastrutturale. Mi sento di ringraziare il Cavalier Arvedi per quello che ha fatto e continuerà a fare con la massima determinazione e dimostrando attaccamento e vicinanza quotidiana alla nostra Cremo»

La Cremonese è retrocessa in Serie B mancando di pochi punti la salvezza. Qual è il rammarico più grande?
«Ha pesato la partenza difficile. La seconda parte della stagione è stata un crescendo e resta il rammarico per come è finita».

Si ripartirà da Ballardini?
«Ballardini ha avuto un impatto significativo fin dal suo arrivo a Cremona: ha conquistato la semifinale di Coppa Italia eliminando Napoli e Roma e in campionato ha marciato alla media di un punto a partita. In questi giorni ci stiamo confrontando con lui per valutare il prosieguo del cammino iniziato».

Ciofani è in scadenza, resterà alla Cremonese?
«Con Ciofani c’è stato un incontro nei giorni scorsi e si è condivisa l’opportunità di attendere la decisione sull’allenatore».

Con che ambizioni la Cremonese si ripresenterà al via?
«L’obiettivo è costruire una squadra all’altezza per disputare un campionato competitivo. Vogliamo riuscirci creando il giusto mix tra i calciatori già sotto contratto che conoscono l’ambiente il calore che lo circonda e i giovani di prospettiva».

Quest’anno sono retrocesse in Serie C squadre come Benevento e Brescia. Si aspetta una Serie B molto competitiva?
«Sì, sarà un campionato molto difficile e impegnativo e, come giustamente sottolineato da lei, da prendere con ancor maggior attenzione anche alla luce di quanto è successo in quest’ultima stagione in Serie B. La nostra ambizione è quella di far bene, consapevoli che il sostegno del nostro pubblico sarà uno dei fattori determinanti per riuscirci».

A proposito di tifosi, vi hanno seguito e sostenuti fino alla fine…
«Li dobbiamo solo ringraziare per il sostegno che ci hanno sempre garantito in tutta Italia. Un calore indescrivibile. Inutile dire che l’alchimia venuta a crearsi con loro è unica nel suo genere e vogliamo alimentare ancora di più questa passione».

Dopo nove stagioni cambierà il vertice del settore giovanile…
«Ringraziamo Giovanni Bonavita per la professionalità, la competenza e la passione con le quali ha ricoperto il suo incarico in tutti è questi anni. La sua gestione ha permesso al Settore Giovanile di tornare a crescere dopo anni difficili.  Prenderà il suo posto Stefano Pasquinelli, persona giovane e preparata che è reduce da sei stagioni molto formative alla Lazio, dove ha ricoperto il ruolo di responsabile dell’attività di base. L’obiettivo sarà quello di consolidare sempre di più il legame con le società calcistiche del territorio».

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Commenti all'articolo

  • mino.capelli

    11 Giugno 2023 - 05:29

    Tante parole senza mai ammettere che con una squadra non competitiva ed un allenatore non all'altezza, compiaciuto dai vertici societari per ben sette mesi, non si potevano attendere risultati e punti che portavano alla salvezza. Tanta buona volontà ed altrettanto impegno per il futuro, ma il vero problema della Cremo è la capacità di scegliere i giocatori della rosa: cambiare attitudine!

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