L'ANALISI
05 Giugno 2023 - 05:25
Il decathleta 74enne Andrea Delledonne
CREMONA - «Quando avevo 20 anni ho fatto qualcosina... Niente di che. Ero bravino nel mezzo fondo. Correvo gli ottocento e e i millecinquecento metri. Ma non è durata tanto. Ho smesso totalmente dopo neanche un anno e poi fino a quarant’anni non ho più fatto niente. Dai quaranta è scattata invece la passione del tennis e così ho ricominciato a fare sport e ancora sto giocando. E vinco anche diversi tornei, ma questa è un’altra storia». Andrea Delledonne, 74 anni, è il nuovo campione italiano Master con tanto di record nazionale, nel decathlon. Un titolo conquistato qualche giorno fa a Campi Bisenzio. Ma soprattutto, è la prova che non bisogna mai porsi limiti di età se si vuole raggiungere un obiettivo e che la vita comincia a quarant’anni, ma anche a cinquanta, sessanta e nel suo caso, addirittura dopo i 70 anni.
Il decathlon è una disciplina complicatissima, ma lui ne parla con una semplicità disarmante. Così come del perchè sia arrivato a praticarla. «Due tre anni fa, avevo già settant’anni suonati, mi è tornata la passione per l’atletica. I miei amici mi dicevano che sono piuttosto veloce e così sono andato a provare un po’. In inverno indoor si corrono i 60 metri poi i 100 e i 400. E si in effetti andavo piuttosto bene. Sono sprintoso e quindi nei 60 metri in particolare sono velocissimo e negli ostacoli vado altrettanto bene. Anche nel salto in lungo devo dire che riesco sempre molto bene».
Mentre ci racconta immaginiamo sia seguito da uno staff importante. Allenatori, preparatori atletici, tecnici vari, ma il signor Delledonne ci spiazza nuovamente. «Qualche volta vado al Campo Scuola, lì a Cremona, perchè io sono di Casalbuttano. E quando vado mi capita di correre insieme a qualche coetaneo, ma in realtà non ce ne sono molti. Io non ho nessun allenatore. Sbircio gli allenamenti dei giovani, prendo ispirazione... E alle volte qualche tecnico dell’atletica che è lì per preparare gli atleti giovani, mi dà dei consigli. Li ho dovuti chiedere per provare il salto con l’asta. Qualche giorno prima della gara che mi ha consegnato il titolo, sono andato al Campo Scuola a chiedere a Stefano Cosulich, l’allenatore del salto con l’asta di Cremona, se cortesemente mi faceva provare. È stato gentile, e mi ha fatto allenare insieme ai ragazzini».
E così il nostro eroe a 74 anni oltre ai 100 metri, al salto in lungo, al getto del peso, al salto in alto, ai 400 metri piani, agli 80 ostacoli, al giavellotto... Aggiunge il tassello del salto con l’asta. «Ma guardi che non è poi così complicato... Non ero preoccupato più di tanto. Cosulich quando ho provato mi ha spiegato che salendo può venire un po’ di paura e puoi lasciare l’asta e allora diventa tutto più pericoloso. Ecco perchè occorre un po’ di tecnica. Ma per quelli della mia categoria alla fine è come utilizzare un bastone. Io ho saltato un metro e novanta centimetri. Ai due metri mi è caduta l’asta perché non sono riuscito a compiere perfettamente il gesto atletico. Però è stato sufficiente per vincere la gara alle fine e comunque avevo provato solo una volta questa specialità. Quest’inverno avevo già fatto il pentathlon e avevo già battuto il record italiano, ma non ufficialmente. Da lì mi è venuta l’idea di provare con il decathlon».
«Il più delle volte mi alleno qui a Casalbuttano con la corsa. Sulle piste ciclabili, lungo il naviglio qui in paese e poi sbircio i miei concittadini. Sveva Gerevini e Dario Dester. Si vede che è l’aria di Casalbuttano a ispirare i multi disciplina. Non ci conosciamo, ma prima o poi capiterà l’occasione. A Campi Bisenzio ho vinto contro il campione italiano in carica. Caso, di Avellino, lui è anche campione europeo di velocità, ma è arrivato secondo dietro di me. Mi accorgo che non faccio fatica particolare nelle varie discipline e quindi vado avanti. Anche perchè chi si ferma è perduto. Un giorno si e un giorno no esco e faccio qualche corsetta, qualche lancio, senza strafare. Ma se si smette diventa difficoltoso riprendere. Così un giorno mi riposo, uno mi alleno, uno vado a giocare a tennis. Ho vinto anche nel tennis qualche torneo e sono arrivato a essere tra i primi otto in Italia della mia categoria. A breve ad Acireale ci sarebbero gli italiani di atletica. Se si decide ad accompagnarmi mia moglie, potremmo farci una vacanza e io provare a vincere ancora. Perchè no?».
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