L'ANALISI
03 Maggio 2023 - 11:46
CREMONA - Ripartire da San Siro, sette punti da recuperare, tanta amarezza. La Cremonese deve affrontare stasera il Milan per una sfida impari ma che può riservare qualche sorpresa. Di certo di rabbia nei ragazzi di Ballardini ce ne sarà tanta visto quanto successo con il Verona. Al di là del pareggio, la mano di Daniele Doveri si è abbattuta come una scure sulla speranza dei grigiorossi di avvicinarsi alla zona salvezza. Una direzione che ha suscitato imbarazzo non solo a Cremona ma in tutte le trasmissioni televisive che hanno giudicato insufficiente la direzione dell’internazionale. Un direttore di gara spesso scelto per le partite più importanti, ma anche contestato (qualcuno ricorda ancora lo scatto all’aeroporto con un borsone logato Inter) da parte dei tifosi. Chiaro che se la Cremonese dovesse retrocedere le colpe non saranno dell’arbitro romano, ma è altrettanto vero che la situazione dello Zini di domenica è stata paradossale e anche contro il regolamento in certe situazioni.
Tre i casi più evidenti. Il primo quello dell’espulsione di Quagliata per aver appoggiato la mano al petto di Dawidovicz. Il movimento non sembra violento e le immagini del Var, lontane dall’azione, non chiariscono. Arriva un rosso molto severo.
L’errore forse più clamoroso all’86’ con Magnani del Verona a terra per pestone. I veneti sono in attacco, Djuric non riesce a concludere e sul ribaltamento la Cremonese parte in contropiede con un due contro due ma l’arbitro interrompe l’azione per far entrare i soccorsi. Il regolamento dice che solo in situazioni di colpi alla testa, giocatore fermo in area o di ostacolo alla palla il direttore di gara possa intervenire. In questo caso nessuna delle tre situazioni si è venuta a creare. Perché interrompere allora un’azione così pericolosa?
Il terzo caso è il netto contatto di Djuric nel recupero su Buonaiuto in area. L’arbitro è a due passi ma interpreta (in modo errato) il movimento di Buonaiuto atto a cercare il contatto. Il Var non interviene vista la buona posizione dell’arbitro. Per regolamento è la procedura corretta. Allora ci chiediamo come mai la stessa scena sia capitata a Torino in Juve-Napoli sul gol di Di Maria per l’intervento di Milik su Lobotka e l’arbitro abbia annullato solo dopo l’intervento del Var. Stessa cosa in Bologna-Juve con l’arbitro a due passi dal contatto Danilo-Orsolini a fare chiari cenni di rialzarsi al giocare emiliano per poi essere richiamato dal Var e concedere il calcio di rigore.
Qualcosa non va. Certo, tre episodi in una sola gara lasciano perplessi ma questa rabbia deve essere tramutata in energia positiva nella sfida di stasera con i rossoneri. Sperando che la squadra di mister Stefano Pioli possa essere distratta dall’avvicinarsi della semifinale di Champions e dalla sfida con la Lazio decisiva per i primi quattro posti. Sempre sperando che va(r)da tutto bene...
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