Cerca

Eventi

Tutti gli appuntamenti

Eventi

CALCIO: IL COMPLEANNO

120 anni della Cremo, l'amore grigiorosso in numeri

La storia della società ha calamitato gente da tutta la provincia. Studenti, tifosi, ex giocatori e targhe, sono stati 4 giorni da sogno

Fabrizio Barbieri

Email:

fbarbieri@laprovinciacr.it

28 Marzo 2023 - 05:20

120 anni della Cremo, l'amore in numeri

CREMONA - Un filo sottile, ma resistente. Usurato dal tempo ma sempre in grado di legare nonni e nipoti nel segno della Cremonese. Quel filo è grigiorosso, in 120 anni si è rovinato, assottigliato, ma è anche stato rimesso a nuovo e soprattutto non ha mai fatto mancare la sua funzione. La Cremonese è nel cuore di tutta la provincia. Lo dicono i numeri, lo dice l’entusiasmo con cui tantissima gente si è avvicinata alla lunga festa di compleanno di questi giorni.

Pieno alla mostra, pieno alla inaugurazione della targa in piazza Sant’Angelo dove la Cremo è nata, pieno alla serata con le vecchie glorie. E la classifica di serie A è stata quasi un dettaglio. L’ultimo posto non piace a nessuno, ma c’è la consapevolezza di essere arrivati dopo 26 anni nell’elite del calcio italiano e la cosa non è per nulla scontata. Qualche tifoso magari mugugna, ma le vette toccate da questa società restano un’eccellenza. In curva gli ultras grigiorossi non hanno mai fatto mancare cori ed energia, sia in casa che in trasferta. «Massimo impegno uguale a massimo sostegno» è il motto che non abbandona mai la Cremonese.


I 120 anni sono stati il pretesto per fare capire che l’amore per questi colori non è mai scemato. Quasi settemila persone hanno visitato la mostra, tanto bella quanto sarebbe favoloso poterle trovare una collocazione stabile. Quasi mille studenti, in arrivo da tutte le parti della provincia hanno dato quel tocco di freschezza a tutto quanto. Dalle elementari fino alla superiori, in molti con la sciarpa al collo come aveva fatto il nonno 70 anni prima. Il tour dello stadio è stata forse la parte più affascinante. Vedere gli spogliatoi dove si cambiano i calciatori di serie A, l’ingresso in campo.

Immaginare lo Zini pieno con i suoi colori, compreso il verde brillante del campo di gioco tra i più belli d’Italia. Incalcolabili gli scatti fatti nel passaggio tra i seggiolini grigiorossi dei distinti. Per i più piccoli una sorpresa, vedere lo stadio pieno non dà la stessa sensazione, per i più grandi l’emozione di vedere una struttura così moderna ma allo stesso tempo protetta dalle Belle Arti. Una struttura centenaria, modificata, cresciuta negli anni ma sempre un pezzo alla volta senza abbattere praticamente nulla.


Basti pensare che il gioiello di via Persico intitolato a Giovanni Zini solamente sei anni fa ospitava le partite del campionato di serie C e quando la pioggia non dava tregua non c’era altra alternativa che aprire l’ombrello. Lo Zini di allora non era a norma per la serie B prima e per la serie A poi, gli interventi del Cavalier Arvedi hanno rimesso la chiesa al centro del villaggio e riportato la Cremonese sul palcoscenico più bello e anche questo non è da considerare scontato.


Ultimo posto a parte, in molti stanno già guardando avanti con la consapevolezza che solo attraverso questa solidità si potrà trovare una stabilità di medio-alto livello. Proprio allo Zini tra pochi giorni si disputerà la semifinale di Coppa Italia con la Fiorentina e se i tifosi hanno cantato nella festa di sabato: «Ballardini portaci in Europa» davvero potrebbe avverarsi un sogno con 180’ di sacrificio e fortuna. Con la finale sarebbe garantita la partecipazione alla Supercoppa Italiana 2024 in Arabia Saudita. Trent’anni fa si faceva festa a Wembley, questa sarebbe un’altra impresa storica. E siamo certi che sulle tribune saudite i colori grigiorossi brillerebbero nella sabbia del deserto grazie ai «soliti» tifosi al seguito come sempre in questi centoventi anni di storia d’amore.

Commenta scrivi/Scopri i commenti

Condividi le tue opinioni su La Provincia

Caratteri rimanenti: 400