L'ANALISI
25 Settembre 2022 - 21:12
CREMONA - Il risultato del test con il Fanfulla per quanto esaltante, visto il momento che sta attraversando la Cremonese in campionato, non può essere indicativo e questo vale per gran parte delle gare giocate contro formazioni dilettanti; le amichevoli di agosto poco differiscono da quella giocata sabato scorso allo stadio Soldi, se non per la migliore condizione atletica con cui le squadre scendono in campo.
La Cremonese aveva bisogno di tenere i giocatori sul pezzo e le due squadre schierate in campo da Alvini avevano come primo obiettivo quello di garantire a tutto il gruppo lo stesso grado di preparazione. Il tecnico di Fucecchio ha fatto i conti con le assenze ormai note: Chiriches è infortunato, Lochoshvili, Vasquez, Hendry, Dessers, Radu e Felix erano impegnati con le nazionali. Senza quattro difensori, la Cremonese è scesa in campo per una gara intera con la linea arretrata a quattro per cercare di mantenere un assetto tattico equilibrato, fin quando è stato possibile. Tanto è vero che l’ultima mezz’ora di gioco ha visto interpretare il ruolo di difensori centrali da Acella e Ndiaye.
La scelta di cambiare la linea arretrata ha avuto più che altro riflessi su altre zone del campo, con Buonaiuto, Baez e Zanimacchia tornati nei ruoli più congeniali di esterni alti e Milanese come vertice alto. Castagnetti, Escalante, Meité ed Ascacibar hanno limitato la loro zona di azione tra la linea di centrocampo e il limite dell’area ed in generale è piaciuta l’intesa sulle fasce tra terzini ed esterni alti sia a destra che a sinistra.
Le indicazioni emerse dal campo non sono quelle raccontate dal risultato insomma, che è più figlio del diverso ritmo che la squadra grigiorossa ha impresso al match. Aggressivo ma meno veloce nella prima parte di gara (sbloccatasi solo verso la mezz’ora), molto più rapido e ficcante il gioco offerto nella ripresa quando in campo sono scesi i giocatori che normalmente affrontano anche il campionato. È su questa differenza di passo che probabilmente Alvini dovrà ragionare.
In attesa di scoprire lo scozzese Hendry, arrivato da poco a Cremona ma protagonista con un gol in Nations League nella rimonta contro l’Irlanda, da oggi la squadra comincerà a preparare la trasferta a Lecce, che ha un significo importante per la stagione della Cremonese. Gli indizi portano a dire che difficilmente Alvini sta meditando un cambio di modulo. La parentesi vista al Franchi di Firenze, dettata dall’inferiorità numerica, resterà tale. Così come sabato è stato necessario evitare la difesa a tre perché non coperta numericamente, al di là della rotonda vittoria guadagnata.
La Cremonese proverà dunque a giocarsi uno scontro salvezza con le armi che conosce meglio e che ha impugnato più a lungo in questo primo scorcio di campionato. Dopo aver incrociato i guantoni con formazioni che viaggiano ad altri livelli, i grigiorossi contro il Lecce sanno di avere responsabilità maggiori sul piano del risultato e lo stesso Alvini attende la trasferta in Puglia per dimostrare che la sua idea di calcio ha radici solide che produrranno i frutti sperati. È chiaro che in un campionato davvero tosto come la serie A, gli appuntamenti da non fallire si riducono di numero e parallelamente accrescono la loro importanza per il futuro della Cremonese.
L’allenatore grigiorosso sa bene che i nazionali rientreranno dopo aver giocato ancora nelle prossime ore, ma conta anche sull’aspetto agonistico dei giocatori per avere una marcia in più a favore della Cremonese. È molto probabile quindi che con l’arrivo dei difensori che oggi mancano all’appello la squadra grigiorossa riprenda il filo del discorso da dove lo aveva lasciato senza snaturare l’assetto preferito.
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