L'ANALISI
15 Marzo 2022 - 10:26
CREMONA - Alla Cremonese il rebus del rigorista resta insoluto e alla squadra grigiorossa pare non piaccia «segnare facile». Con un rigore realizzato su cinque, l’unico difetto della squadra grigiorossa che resta da correggere è quello delle trasformazioni dagli undici metri. Al di là della percentuale molto bassa (20%), quello che preoccupa è che sono già quattro i grigiorossi ad aver fallito un penalty e la sola conclusione che si può trarre è che in squadra non esista un rigorista. Che probabilmente oggi sarebbe anche il bomber della squadra. Se prendiamo in considerazione anche la Coppa Italia, con gli errori di Ciofani e Castagnetti contro il Torino, dagli undici metri la Cremonese ha già fallito sei volte.
«Calcia chi se la sente» ha ribadito spesso Pecchia per liquidare il discorso. Fatto sta che dal doppio errore commesso a Parma, oggi Samuel Di Carmine non è più l’unico giocatore ad essere finito dietro la lavagna per aver mancato l’occasione più clamorosa per antonomasia. Domenica a Pisa, lo stadio intero si è scatenato per il rigore concesso ai grigiorossi da Prontera dopo alcuni minuti di comunicazioni con la sala Var: temeva che sul dischetto si presentasse Daniel Ciofani, che in carriera è una vera bestia nera dei toscani, squadra più bersagliata con dieci reti, compresa quella del pareggio allo Zini nel girone di andata. Ciofani ha finora realizzato un solo rigore sui due calciati: non bellissimo ma a segno quello di Vicenza, angolatissimo ma fuori misura quello nel derby contro il Brescia, nella stessa porta in cui l’anno prima aveva invece infilato una doppietta vincente (con un rigore). Da quel momento DC9 non si è più presentato sul dischetto e le statistiche dicono che da quando veste il grigiorosso, l’attaccante ha realizzato quattro rigori su otto calciati (in campionato).
Chi ha sostituito Ciofani ha comunque fallito. All’Arena Garibaldi si è presentato sul dischetto Luca Zanimacchia che ha calciato a mezza altezza senza angolare troppo la mira: Nicolas con un tuffo non trascendetale ha ribattuto. Zanimacchia diventa dunque il quarto grigiorosso a mancare il bersaglio dagli undici metri. Ne sa qualcosa anche Nicolò Fagioli che a Reggio Calabria aveva fallito un penalty al terzo della ripresa.
Non sempre però i rigori mancati hanno inciso sul risultato. L’errore di Di Carmine avrebbe portato la Cremonese sul 3-0 al Tardini, gara alla fine vinta. Lo stesso errore di Fagioli non aveva affossato la rimonta grigiorossa che alla fine aveva portato al successo per 2-1. Resta invece la forte sensazione, anche se non avremo mai la prova, che il rigore fallito da Ciofani avrebbe inciso nel derby con le rondinelle (il risultato era sullo 0-0) o che quello di Zanimacchia avrebbe cambiato volto alla sfida contro il Pisa (si sarebbe andati all’intervallo sull’1-1).
È chiaro però che procurarsi un rigore per la Cremonese non sia sinonimo di gol sicuro. E la domanda sorge spontanea: al prossimo rigore chi si prenderà la responsabilità di calciarlo? Chi avrà la freddezza necessaria per realizzarlo? Per Pecchia non esiste una lista ufficiale di rigoristi, sono cose che si provano in allenamento ma in partita non c’è uno specialista designato. Non esiste più il Giancarlo Finardi di una volta che aveva una percentuale realizzativa altissima, oppure, per restare a paragoni più attuali, la Cremonese non il «suo Coda». Non è una questione di poco conto, perché se la Cremonese avesse realizzato tutti i tiri dagli undici metri guadagnati oggi avrebbe il migliore attacco del campionato al pari di Lecce e Monza. Ma soprattutto si tratta di dettagli che, in gare spesso tirate, possono fare la differenza e cambiare volto alla partita.
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