L'ANALISI
27 Dicembre 2025 - 05:25
CREMONA - A pochi giorni dalla fine dell’anno, il prefetto della Provincia di Cremona, Antonio Giannelli, traccia un bilancio delle attività svolte e sulle sfide che attendono il territorio nei prossimi mesi.
La Cremonese in serie A è una grande occasione di rilancio per l’immagine della città ma anche un onere in più per chi deve garantire sicurezza. Come si può definire l’impatto sui servizi di ordine pubblico legati a questi eventi sportivi? Tutto sta funzionando secondo quanto previsto? Sono emerse delle difficoltà particolari?
«La Cremonese in serie A rappresenta altra ragione di orgoglio per una città e una provincia che ha una gloriosa storia in numerosi sport, con squadre, come quelle di basket, nelle serie maggiori da tempo. I servizi di ordine pubblico diretti dalla Questura con la consueta professionalità e il concorso qualificato delle altre Forze di Polizia, comprese quelle locali, hanno consentito e stanno consentendo ai tanti sportivi di assistere in serenità e sicurezza alle diverse manifestazioni sportive.
Si tratta senza dubbio di un impegno significativo in termini di personale da impiegare, sovente affrontato con adeguati rinforzi messi a disposizione da altri territori. Un impegno che si aggiunge a quello quotidianamente profuso sul campo da donne e uomini, che per questo voglio ringraziare con sincerità».
Resta ‘caldo’ il binomio giovani e devianza. La risposta alle vicende di alcuni mesi fa, tramite uno stretto coordinamento delle forze dell’ordine, è stata puntuale ed efficace, anche sul piano della prevenzione. Detto questo, l’impressione è che non si debba abbassare la guardia.
«L’azione costante di controllo del territorio alla luce delle direttive impartite alle Forze di Polizia ha rappresentato nell’anno che sta per chiudersi un fattore determinante per innalzare ulteriormente i livelli di sicurezza sull’intero territorio provinciale.
In questo modo si è tra l’altro riusciti a individuare e reprimere i comportamenti criminali di ben definiti gruppi di giovani.
Ciò in un contesto territoriale in cui la stragrande maggioranza dei ragazzi sono impegnati fortemente nello studio, nel lavoro e nello sport con risultati in non pochi casi di eccellenza, anche a livello internazionale».
Dando uno sguardo all’intera provincia, sul piano della sicurezza, si notano scenari e problematiche anche molto differenti. Ci sono porzioni di territorio dove necessitano interventi ad hoc in relazione alle loro peculiarità?
«L’attenzione costantemente prestata all’intero territorio provinciale, nel farne emergere, anche sotto il profilo della sicurezza, la sostanziale tripartizione nell’area cremonese, cremasca e del casalasco, ha indotto alla definizione e attuazione di precipue attività preventive da parte delle Forze di Polizia nel contesto più generale della continua azione di controllo del territorio.
In questo modo, anche alla luce dell’intensa attività di prevenzione antimafia svolta nel 2025, in talune zone del territorio provinciale tali attività saranno ancora più percepibili».
Monitoraggi e report su fenomeni e forme della criminalità organizzata e sulle infiltrazioni nell’economia legale sono sempre tenuti d’occhio con estrema attenzione da cittadini, istituzioni e realtà produttive, nel timore che la situazione possa peggiorare. Quali sono le reali dimensioni del fenomeno? Quali indicazioni restano valide per contrapporsi ad eventuali tentativi di ‘invasione’ del territorio?
«Le infiltrazioni della criminalità organizzata si connotano per l’assunzione di forme e modalità silenti e volte a non attirare l’attenzione. Per questo, sovente la relativa percezione è contenuta, se non del tutto mancante in territori in cui, nel tempo, non si sono avuti episodi eclatanti. In questo contesto, è fondamentale l’azione di prevenzione amministrativa che, a tutela dell’ordine pubblico economico, si pone l’obiettivo di cogliere l’eventuale tentativo di inquinamento di tessuti economico-produttivi importanti, come è anche quello di questa provincia. Un’azione che nell’ultimo anno ha visto fortemente impegnato il Gruppo interforze antimafia che opera in Prefettura, i cui accertamenti hanno condotto all’adozione di significativi provvedimenti interdittivi, oltre che all’individuazione di elementi per poterne eventualmente adottare altri».
La microcriminalità, o meglio, i timori ad essa legata, sono tornati a tenere banco, soprattutto di fronte al fenomeno (più frequente in questo periodo dell’anno) dei furti in appartamento. Quali sono le reali dimensioni del fenomeno?
«L’impegno delle Forze di Polizia è massimo per prevenire e contrastare episodi di microcriminalità che pur si registrano in provincia. I furti in appartamento, poi, costituiscono reati particolarmente avvertiti perché violano gli spazi più intimi di ognuno. Per questo, uno degli obiettivi che ci si è posti è stato definire strategie di controllo del territorio ancora più mirate allo scopo di dare un segnale chiaro, individuando per tempo chi compie tali reati dopo aver prima osservato i luoghi dove colpire, spesso venendo da altre province. In questa ottica, colgo l’occasione per ribadire l’invito a segnalare prontamente ogni comportamento criminoso o situazione sospetta al 112, così da consentire il pronto intervento professionale delle Forze di Polizia».
Anche di recente, a livello locale, il potenziamento delle tecnologie e dei sistemi integrati utilizzati sul fronte della sicurezza e del controllo del territorio sono stati incrementati. È stato compiuto quel passo in avanti auspicato? Restano altre cose da fare?
«Fin dal mio insediamento, è stato avviato in Prefettura un lavoro coordinato con i sindaci del territorio per mappare i sistemi di videosorveglianza esistenti, in primo luogo allo scopo di valutarne l’efficienza e la funzionalità. Con il concorso attivo e qualificato delle Forze di Polizia si è così giunti a ridefinire molti di tali sistemi, in diversi casi efficientati e implementati attraverso le risorse importanti messe a disposizione degli enti locali da parte del Ministero dell’Interno. Con l’avvio del 2026 emblematicamente sarà riunita in Prefettura la Cabina di regia chiamata a ponderare l’attuazione dei Patti stipulati a tal fine con detti enti, con l’obiettivo di cercare sempre di più una sinergia tra impianti tecnologici fondamentali per la prevenzione della criminalità. Impianti peraltro in taluni casi all’avanguardia a livello nazionale, come il sistema dei cosiddetti ‘varchi’ attivo da tempo nel Cremasco e da ultimo sistematizzato nell’ambito della relativa area omogenea con l’avvio della sperimentazione anche delle funzionalità dell’intelligenza artificiale».
Fin dal suo insediamento, lei ha sempre posto l’accento sull’importanza del ‘gioco di squadra’, del coordinamento delle forze dell’ordine e delle forze di polizia. Come stanno le cose? Ci sono margini per fare altri passi lungo quel percorso?
«Due sono stati in questo anno i presupposti dell’azione di coordinamento svolta: il silenzioso lavoro di ogni giorno e il gioco di squadra. Il rispetto dei reciproci ruoli istituzionali, con la giusta sottolineatura delle migliori iniziative di ognuno, credo sia infatti alla base di una complessiva attività di coordinamento che ha prodotto risultati positivi in termini operativi.
In questa direzione, la previsione di appositi servizi di controllo interforze, come quello da ultimo coordinato dal questore nella zona della stazione di Cremona armonizzando la professionalità di ogni Forza di Polizia, dei Vigili del Fuoco e le specifiche competenze degli altri uffici pubblici coinvolti per l’occasione, rappresenta un ulteriore tassello della strategia complessiva di prevenzione finora attuata. Una strategia che, a un primo livello di controllo del territorio sulla scorta di apposita pianificazione, ne ha aggiunto un secondo, attuato da servizi straordinari svolti dalle singole Forze di Polizia; e poi un terzo, rivelatosi essenziale, che ha nell’ordinario attuato servizi preventivi disposti dal questore controlli con apposita ordinanza, effettuati da ogni singola Forza di Polizia nelle zone cittadine individuate come particolarmente sensibili nei diversi Regolamenti di polizia locale, presso cui sono stati significativamente adottati più di 100 ordini di allontanamento».
Altro elemento saliente è quello dei rapporti tra enti locali e forze dell’ordine. Sono stati fatti i passi in avanti auspicati? Quali sono, in questo ambito, i nuovi obiettivi?
«Nell’anno che sta per finire il ruolo dei sindaci è stato importante nella condivisione delle strategie di sicurezza poi attuate.
Ne è stata concreta testimonianza la costante presenza e l’attiva partecipazione dei primi cittadini al Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica. È in tale sede, infatti, che il fattivo dialogo con le Forze di Polizia ha consentito di elaborare il nuovo e articolato sistema di controllo del territorio cui ho fatto cenno prima, poi oggetto di una specifica direttiva prefettizia. Un sistema finalizzato anche a prevenire e reprimere comportamenti incivili prima che delittuosi nelle zone particolarmente sensibili che, in particolare, i Comuni di Cremona, Crema, Casalmaggiore, Piadena e Soresina hanno ritenuto d’individuare adottando o modificando i rispettivi Regolamenti di polizia locale. Comuni, questi, con i quali, emblematicamente, continuo è stato il rapporto, anche in considerazione della necessità di affrontare le questioni di rispettivo interesse alla luce della estensione e delle diverse peculiarità dei territori».
In sintesi, un bilancio del 2025 che sta per concludersi e le priorità del nuovo anno.
«Penso che siano gli altri a dover valutare. Dal mio canto, nel formulare i migliori auguri per un futuro illuminato dalla speranza di pace, posso solo assicurare che continueremo a fare il massimo per elevare i livelli di sicurezza, favorendo una sempre maggiore presenza sul campo e visibilità delle Forze di Polizia».
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