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CASALMAGGIORE

L’affondo di Daina: «Bongiovanni vittima di suoi errori»

Il segretario della sezione locale del Pd: «L’ineleggibilità in Regione non deriva da una legge sbagliata, il responsabile è lui. Sono solidale dal punto vista umano, ma non politico. Ora come sindaco è meno credibile»

Davide Luigi Bazzani

Email:

davideluigibazzani@gmail.com

26 Aprile 2023 - 05:10

L’affondo di Daina: «Bongiovanni vittima di suoi errori»

Mario Daina, Bongiovanni

CASALMAGGIORE - Dispiacere sotto il profilo umano e riflessione critica dal punto di vista politico. Il segretario della sezione locale del Partito Democratico, Mario Daina, a distanza di alcuni giorni dalla decisione del sindaco Filippo Bongiovanni di dimettersi da consigliere regionale per la questione della ineleggibilità legata al fatto di non essersi dimesso da consigliere del Consorzio di Bonifica Navarolo, ente controllato dalla Regione, esprime la propria opinione sulla vicenda. Dividendo i due piani: quello umano e quello politico.


DISPIACERE

«Obbiettivamente intervengo con fatica rispetto a questa situazione che ha determinato una spiacevole ‘bruciatura’ nei confronti del sindaco sotto il profilo umano – osserva Daina —. Pur essendo io e lui su sponde completamente e sempre più diverse, da persona devo dire che mi dispiace quanto è avvenuto. Da sempre dico che in politica non voglio nemici. Ho sempre considerato la parte opposta alla mia come avversaria, mai nemica. Voglio dire che con un avversario politico posso benissimo andare a bere una birra, finite le discussioni, e credo che dovrebbe essere sempre così. Il rammarico è che Bongiovanni è un casalese che avrebbe cercato almeno di mettere una bandierina per Casalmaggiore e il suo territorio, visto che purtroppo siamo sempre dimenticati».

Una solidarietà, quella manifestata da Daina, che a Bongiovanni è stata data, privatamente e pubblicamente, da tanti sindaci, esponenti politici di tutti i colori e orientamenti e anche da molti cittadini.

PROFILO POLITICO


«Sotto il profilo politico, però – continua il segretario del Pd –, non mi piacciono le ipocrisie. Ho letto anche alcune cose che francamente non mi sono piaciute. Credo che debba essere detto che quanto avvenuto metta in discussione la credibilità e l’autorevolezza del sindaco. Al di là del grosso danno personale da lui subito per questa vicenda, non ritengo si possa trovare una difesa sul piano politico, trovando ad esempio una giustificazione nel fatto di dire che è sbagliata la legge. Mi viene da dire: proprio il sindaco, che è sempre così attento, è caduto nei cavilli di una legge che la Lega ha voluto? Che poi non si tratta di cavilli, ma, appunto di una legge. E questo mi fa specie, perché dal punto di vista della conoscenza della normativa ho sempre pensato che il sindaco fosse più che all’altezza. Alla fine il voto espresso nei suoi confronti da tanti elettori è stato disatteso».

Daina allarga il discorso: «Se c’è una considerazione da fare sulla gestione della città, è che l’esperienza di nove anni è del tutto fallimentare. Basta vedere com’era Casalmaggiore nove anni fa e com’è ora. Tutti i dati sono negativi».

I DUE TENTATIVI


Daina fa poi una riflessione sui due tentativi del sindaco di diventare consigliere regionale, entrambi andati a vuoto per ragioni diverse. Nel primo caso, per non aver raggiunto i numeri necessari, e nel secondo per quanto è noto.

«In entrambi i casi il sindaco, alla fine, è rimasto tale. Già la prima volta aveva fallito l’obbiettivo ed è tornato a fare il sindaco e la stessa cosa è avvenuta in questa ultima occasione. Mi dispiace, ma questo non è un segno di credibilità, non mi pare che istituzioni possano essere ‘usate’ a seconda della convenienza, tornando al ruolo che si era deciso di lasciare anzitempo visto che è andata male. Se esistevano spazi per tentare di affermare le proprie ragioni nell’essere eletto al consiglio regionale, penso che si dovesse darne dimostrazione e tentare tutto il possibile, non abbandonare il campo dichiarando la sconfitta. Ribadisco: questo penso dal punto di vista politico. Dal punto di vista umano, credo dispiaccia a tutti com’è finita».

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