L'ANALISI
30 Marzo 2023 - 05:15
Marta Borrini
CASALMAGGIORE (FOSSACAPRARA) - Da Fossacaprara a Nairobi per una esperienza di volontariato nel mondo della disabilità. Marta Borrini, 23 anni, domenica partirà per il Kenya, coronando un sogno che coltivava da tempo. «Non conosco nemmeno io ancora i dettagli precisi, perché li apprenderò sul posto – racconta Marta —. Con un’associazione, comunque, ho trovato un progetto in Kenya. Sarò in una struttura che ospita bambini disabili o che non si possono permettere la scuola. Farò assistenza. Non mi hanno detto molto, ma sono pronta a fare quello che serve».
Marta spiega che aveva questo obbiettivo da tempo: «Già da anni volevo fare qualcosa di simile e finalmente si è concretizzata. Mi sono detta: se non lo faccio ora che sono giovane, non lo farò mai più». Come istruttrice alla società sportiva Gymnica 2009 la giovane casalasca sta salutando in questi giorni le sue allieve. «Mi hanno anche detto che se ci sarà modo mi daranno l’opportunità di fare qualche ora di ginnastica alla settimana. Quindi ci sarà anche un po’ di Gymnica a Nairobi».
La 23enne è stata a sua volta ginnasta, in passato: «Poi mi hanno operato ai piedi e ho dovuto smettere con l’attività ma ho continuato come istruttrice». Il suo percorso di studi l’ha portata a diplomarsi come geometra al Polo Romani: «Ho poi iniziato a lavorare come disegnatrice tecnica in una ditta».
La pulsione per l’aiuto agli altri e in particolare le persone più fragili Marta ce l’ha nel cuore da sempre. In passato è stata volontaria con l’Unitalsi e ha accompagnato delle persone a Lourdes. Si è data da fare anche durante la pandemia, nel periodo più difficile. Andava a fare la spesa per gli anziani e per chi comunque non si poteva muovere da casa.
Che sensazioni provi in questi giorni? «Sono felice e contemporaneamente agitata. Credo sia naturale, perché vado in un ambiente tutto nuovo e non so bene che cosa mi aspetta, ma sono contenta di andare a dare una mano». Marta ha un’energia propulsiva in più data dal sostegno pieno della sua famiglia e dei suoi amici, che in questi giorni le stanno indirizzando tanti ‘in bocca al lupo’, per non parlare delle numerose espressioni di ammirazione nei suoi confronti. Perché, effettivamente, non è da tutti decidere di partire per un’attività che, secondo tanti, sarà comunque indimenticabile.
La differenza linguistica non sarà un problema: «Là parlano l’inglese e lo swahili. Io mi arrangerò con l’inglese». Il viaggio sarà abbastanza impegnativo: «Partirò da Milano, per fare scalo in Etiopia e poi ripartire per Nairobi. Sono circa dieci ore in tutto. Penso che arriverò un po’ stanca». Ma prontissima a iniziare ad aiutare. La disabilità infantile è un problema significativo in Kenya e rappresenta una sfida per la società nel suo insieme. Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), circa il 10% della popolazione keniota vive con una disabilità.
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