L'ANALISI
11 Marzo 2023 - 05:10
CASALMAGGIORE - È stato ormai ricoperto il reperto archeologico con la piccola fornace ritrovato al civico 37 A di via Pallavicini a Casalbellotto nel corso dei lavori di estensione della rete fognaria comunale di Casalmaggiore nella frazione e a Quattrocase, da parte di Padania Acque.
Ulteriori ricerche non sono possibili per lo stato dei luoghi. Ne dà conferma Nicoletta Cecchini della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio di Cremona, Lodi e Mantova: «Abbiamo chiesto di allargare la trincea di mezzo metro in modo da poter verificare meglio la situazione, ma l’evidenza archeologica emersa ha evidenziato nelle vicinanze un buco per le tubazioni del gas». In sostanza, in passato sono stati effettuati dei lavori che non hanno tenuto in considerazione la presenza della fornace. Probabilmente all’epoca non si è dato peso a quanto emerso, anche perché non c’era la sensibilità attuale e agli occhi di persone non esperte determinati manufatti potevano essere ritenuti non importanti.
L’interpretazione del reperto rinvenuto non è semplice. «In Lombardia fornaci di questo tipo erano realizzate in determinate zone dove è presente l’argilla. La datazione in questo caso non è semplice — spiega Cecchini —. Ipotizziamo che risalga al periodo rinascimentale, ma potrebbe essere anche medievale. E con questi tipi di fornace, comunque, si arriva sino al Settecento. Non sembrerebbe comunque di epoca romana. Potrebbe essere stata usata per la produzione di ceramica, per il vasellame, forse più che per i mattoni, per la realizzazione delle case più antiche. Difficile dire che cosa venisse prodotto, perché non sono stati rinvenuti in loco degli altri resti. Adesso è stato tutto ricoperto, dopo essere stato documentato e fotografato, e i lavori fognari proseguono regolarmente».
L’indagine è stata effettuata dalla ditta Archeosistemi, sotto la direzione della Soprintendenza e con il coordinamento della Cecchini. La struttura è stata individuata grazie alla presenza dell'archeologo Ivano Comini.
Va ricordato che le fornaci di ceramica erano uno dei principali strumenti utilizzati per produrre manufatti in argilla, come vasi, piatti e altre forme di oggetti decorativi e funzionali. La diffusione delle piccole fornaci di argilla in Lombardia ha una storia lunga e complessa. La regione ha una ricca tradizione ceramica che risale almeno al periodo romano, quando i vasai locali producevano oggetti per uso quotidiano e ornamento. Tuttavia, le piccole fornaci di argilla per la produzione di ceramica in Lombardia hanno raggiunto il loro massimo sviluppo a partire dal XVI secolo. Durante il Rinascimento, la ceramica lombarda divenne celebre per la sua bellezza e qualità, e la produzione si concentrò principalmente in alcune città, come Cremona, Lodi, Bergamo e Milano. Sulla fornace di Casalbellotto c’è però un po’ di mistero.
Copyright La Provincia di Cremona © 2012 Tutti i diritti riservati
P.Iva 00111740197 - via delle Industrie, 2 - 26100 Cremona
Testata registrata presso il Tribunale di Cremona n. 469 - 23/02/2012
Server Provider: OVH s.r.l. Capo redattore responsabile: Paolo Gualandris