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LA RISCOSSA DEL COMMERCIO

I saldi riportano il sorriso dai commercianti: «Tornati ai livelli pre Covid»

Marco Stanga (Federmoda): «Ottimo risultato che si sta confermando anche nel mese in corso, partito bene»

Massimo Schettino

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mschettino@laprovinciacr.it

20 Febbraio 2023 - 05:00

I saldi riportano il sorriso dai commercianti: «Tornati ai livelli pre Covid»

CREMONA - L’andamento dei saldi invernali soddisfa i commercianti della provincia di Cremona. La conferma arriva da Marco Stanga, vice presidente di Confcommercio e presidente provinciale Federmoda: «Riscontriamo dati positivi soprattutto perché paragonati all’anno scorso. Non dobbiamo dimenticare — aggiunge Stanga — che l’anno scorso eravamo ancora nel periodo pandemia che imponeva alcune limitazioni. Ciò che conforta è che siamo sicuramente tornati ai volumi del 2019, quindi prima della pandemia».

Marco Stanga, vice presidente di Confcommercio e presidente provinciale Federmoda

Per il nostro territorio, la spesa media dei saldi invernali è in linea con le previsioni di circa 130-140 euro a persona, la percentuale media di sconti al pubblico è del 30%, ma è destinata a salire con l’approssimarsi della fine dei saldi prevista per il 5 marzo. Secondo i dati di Confcommercio, il settore abbigliamento è in cima alle preferenze di acquisto, interessando il 93,8% degli acquirenti, seguito dalle calzature a cui si è interessato l’83,6% dei clienti e dagli accessori (49,6%), a sorpresa a registrare il maggiore aumento delle vendite rispetto allo scorso anno sono gli articoli sportivi (+2%).

«Si tratta di un ottimo risultato — aggiunge il presidente di Federmoda della provincia di Cremona — che si sta confermando anche per questo mese di febbraio, che è partito bene. Non dobbiamo dimenticare che, in alcuni casi, anche noi saremo costretti a fare i conti con listini aumentati in funzione dell’aumento dei costi e dell’inflazione. Siamo molto fiduciosi nonostante questa situazione e siamo confortati da quella che sembra una ripresa del mercato».

Una vetrina di abbigliamento con i cartelli dei saldi


Intanto l’inflazione è in «netta attenuazione» a gennaio. Secondo le stime preliminari dell’Istat, nel mese l’indice nazionale dei prezzi al consumo per l’intera collettività (Nic), al lordo dei tabacchi, registra un aumento dello 0,2% su base mensile e del 10,1% su base annua (livello che non si registrava da settembre 1984), dal +11,6% nel mese precedente.

La flessione si deve principalmente all’inversione di tendenza su base annua dei prezzi dei beni energetici regolamentati, le tariffe (da +70,2% a -10,9%) e al rallentamento di quelli degli energetici non regolamentati (da +63,3% a +59,6%), degli alimentari non lavorati (da +9,5% a +8,0%). Nel complesso, sempre su base annua, a gennaio i prezzi dei beni evidenziano un profilo in rallentamento (da +17,1% a +14,2%), mentre quello relativo ai servizi evidenzia un lieve incremento (da +4,1% a +4,2%).

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