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CASALMAGGIORE

Satelliti lanciati dagli F-104: la nuova missione di Robby Moto

L'azienda nell'ambizioso progetto aerospaziale del Cnr. In Florida già fatte le prime prove

Davide Luigi Bazzani

Email:

davideluigibazzani@gmail.com

19 Gennaio 2023 - 05:15

Satelliti lanciati dagli F-104: la nuova missione di Robby Moto

CASALMAGGIORE - Molti si chiedono che cosa ci faccia da qualche tempo un vecchio jet F-104 Starfighter Lockheed nell’area esterna di Robby Moto Engineering e la risposta arriva dall’amministratore delegato dell’azienda Roberto Papetti: «Su incarico del Centro Nazionale Ricerche stiamo lavorando alla progettazione, simulazione e realizzazione del pilone e del meccanismo di sgancio di un lanciatore aviotrasportato dotato di un motore a propulsione ibrida, realizzato dalla società spaziale padovana T4i, per la messa in orbita di satelliti o sonde per ricerche scientifiche nell’atmosfera. Abbiamo acquistato l’aereo perché ci serve per fare le nostre prove, come calcolare le misure e valutare dal vivo la conformazione delle varie parti sulle quali dobbiamo lavorare».

robby

Tutto il progetto è nato da una esigenza concreta: usare le rampe di lancio tradizionali dei razzi che portano in orbita i satelliti per le telecomunicazioni è estremamente costoso e l’attività in questione, peraltro, può essere svolta solo in determinati siti. In Europa, ad esempio, di tali siti non ne esistono. «Si sta per questo cercando di aviolanciare, con l’utilizzo degli F-104, aerei monomotore ad alte prestazioni e supersonici (in grado di volare a 2.600 chilometri orari, oltre Mach 2, nda) dei piccoli vettori». In sostanza, l’idea è che l’aereo decolli con agganciato il «rocket», il razzo, al quale sono collegati i dispositivi elettronici che devono raggiungere le orbite terrestri basse, definite «Leo», di altitudine tra i 300 e i 1.000 chilometri.

Raggiunta una certa altitudine, circa 50 mila piedi, il vettore verrà sganciato dal velivolo e verrà acceso in modo da raggiungere le orbite terrestri basse, definite «Leo», di altitudine tra i 300 e i 1.000 chilometri. L’aereo, invece, in quel momento virerà e tornerà a terra. Una serie di operazioni che devono essere eseguite alla perfezione per poter governare un lancio da quote che consentono di superare gli strati più densi dell’atmosfera e quindi più onerosi per un vettore. Ecco il vantaggio dell’utilizzo di un jet.

Il team di progetto dell’azienda casalese è formato da Papetti, direttore tecnico e Ceo, dall’ingegnere aeronautico Luca Ferrari, dall’ingegnere elettronico Mattia Durantini, dagli ingegneri meccanici Luca Narcisi e Filippo Marino, e dall’ingegnere energetico Federico Pessah. Alte competenze che si intrecciano e concatenano verso un unico obbiettivo, che si stima possa essere raggiunto nel 2024.

«Inizialmente – spiega Papetti, affiancato dalla sorella Mirca, che con lui guida l’azienda — il progetto era stato seguito dall’Aeronautica, ma successivamente il Cnr ha preferito coinvolgere anche società private». In USA c’è la società Starfighter Aerospace dove lavora, tra l’altro, Piercarlo Ciacchi, triestino, ex pilota delle Frecce Tricolori, ora residente in Florida.

La Starfighter Aerospace ha sette velivoli F-104 (dismessi per usi militari dal 2004) di cui quattro volanti e a Cape Canaveral effettua operazioni di diverso tipo per la Nasa. La Robby Moto ha studiato come poter contribuire al progetto Aviolancio insieme alla Starfighter unendo le competenze di entrambe le aziende e a novembre del 2021 è arrivato l’affidamento della parte del progetto, con analisi ingegneristica meccanica e aerodinamica, ma anche della gestione dei voli con acquisizione dati, all’azienda di Casalmaggiore.

«Le prime prove a Cape Canaveral sono state effettuate a luglio e anch’io sono salito su un F-104 pilotato da Ciacchi». Se tutto andrà per il verso giusto, il sistema consentirà di mettere in orbita in particolare dei CubeSat, un tipo di satellite miniaturizzato (delle dimensioni medie di 10x10x10 centimetri). Serviranno altre prove, altri voli, altre simulazioni, ma buona parte del lavoro è già stato avviato. Tramite l’installazione di telecamere, il team riesce ad acquisire indicazioni utili per perfezionare i meccanismi più efficienti di aggancio e di sgancio del razzo.

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