L'ANALISI
30 Novembre 2022 - 05:05
SAN DANIELE PO - L’intervento di ristrutturazione del ponte Verdi è più vicino: la Provincia di Cremona ha appena rilasciato l’autorizzazione paesaggistica e ha provveduto ad inoltrare il progetto definitivo (redatto dalla Provincia di Parma) a Regione Lombardia. Con una precisazione: «L’ok è efficace per un periodo di cinque anni, scaduto il quale l’esecuzione dei progettati lavori dovrà essere sottoposta a nuova autorizzazione». Il cantiere – che sarà possibile grazie al finanziamento ministeriale da 20 milioni di euro – dovrebbe partire la prossima estate.
La documentazione tecnica è stata depositata lo scorso settembre dalla Provincia di Parma nella persona della responsabile unica del procedimento, l’ingegnere Elisa Botta. Inviata alla Soprintendenza di Cremona, Mantova, Lodi per acquisire il parere vincolante, è stata ricevuta dalla stessa il 23 settembre. Come si legge sul decreto provinciale dello scorso 24 novembre firmato dal dirigente cremonese Giulio Biroli, però, «entro il termine di 45 giorni (quindi 7 novembre scorso Ndr) non è pervenuto il prescritto parere circa la compatibilità delle opere rispetto al contesto di riferimento». In mancanza di espressione da parte della Soprintendenza a 60 giorni, l’amministrazione ha comunque provveduto al rilascio dell’autorizzazione sulla scorta della dettagliata relazione paesaggistica.
Il ponte che collega San Daniele a Ragazzola è stato inaugurato nel 1980 e il cantiere in programma sarà il terzo di una serie di lavori volti alla messa in sicurezza statica e sismica. I precedenti hanno riguardato il consolidamento di alcune travi di impalcato, delle pile e dei pulvini in golena, oltre alla realizzazione dei ritegni sismici. Il viadotto, però, versa ancora in condizioni critiche nel tratto in alveo: «Le due pile maggiormente investite dalla corrente presentano evidenti segni di degrado che hanno determinato il senso unico alternato per motivi di sicurezza – si legge sulla relazione redatta dall’ufficio progettazione della Provincia di Parma –. Inoltre l’intradosso della soletta di impalcato mostra segni di infiltrazione d’acqua e le velette esterne sono in avanzato stato di degrado, con ferri corrosi in vista e porzioni di calcestruzzo completamente distaccate e mancanti. I guard rail e i parapetti sono obsoleti».
Appena vagliato e approvato dalla Provincia di Cremona prevede dunque di: consolidare le pile numero 60 e 61 «per permettere la riapertura del ponte ai mezzi da 56 tonellate in doppio senso di marcia – si legge ancora sulla relazione – e conseguendo, contestualmente, anche il miglioramento sismico dell’opera»; consolidare la soletta di impalcato dell’intero ponte, intervenendo di conseguenza anche su impermeabilizzazione, giunti, guard rail, parapetti, asfalti e soprattutto sulla regimazione delle acque che è la principale causa del degrado dell’opera.
Stando a quanto scritto dall’ente parmense, i prossimi lavori si svolgeranno in due cantieri sostanzialmente indipendenti. Il consolidamento delle pile in alveo sarà organizzato su almeno due turni di lavoro 7 giorni su 7 e avrà durata di sei mesi circa. «L’intervento comporterà la chiusura del ponte al traffico», si legge. Il consolidamento dell’impalcato e la realizzazione delle altre attività ad esso connesse saranno invece realizzati in un arco temporale maggiore e avranno inizio prima dell’intervento in alveo, in modo che l’impresa, già presente in cantiere, potrà anticipare le lavorazioni in alveo se le condizioni idrologiche lo permetteranno. I lavori sull’impalcato non comporteranno la chiusura, ma solo il senso unico alternato nelle zone in cui si lavorerà.
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