L'ANALISI
22 Novembre 2022 - 05:10
Mario Daina, Giuseppe Rossi e Mara Azzi in primo piano
CASALMAGGIORE - «Capisco la necessità elettorale in previsione delle elezioni regionali, ma credo però che debba esistere ancora nella classe politica un minimo di decenza. Allora, rispetto alla inaugurazione della Casa di Comunità di Casalmaggiore, dico che si è inaugurata una cosa vuota. È una presa in giro e non c'entra niente con la risposta ai problemi veri».
Il severo giudizio viene formulato da Mario Daina, segretario del Pd di Casalmaggiore e consigliere di minoranza di Cnc. «Noi, che abbiamo sempre profuso impegno per il Distretto e che dal nostro sindaco siamo sempre stati accusati di disfattismo, avevamo compreso da subito che strutturato in quel modo il Distretto Oglio Po avrebbe avuto due velocità ed è quello che sta avvenendo, nel senso che pensavamo che per poter essere un Distretto vero, organico, armonico dovesse essere una sola Asst ad averlo in carico».
Daina evidenzia le differenze: «La parte mantovana, avendo una volontà politica precisa, sta giorno dopo giorno costruendo quella che viene chiamata finalmente una medicina territoriale di cui le Case di Comunità sono l'emblema più importante. Da noi invece stiamo andando purtroppo indietro. Io non so con quale spirito si sia potuto inaugurare la Casa di Comunità di Casalmaggiore. Dove sono i servizi previsti? Quegli interventi multidisciplinari, quelle équipe multiprofessionali che la legge prevede? Già la scelta del posto dice tutto».
Alla fine «viene detto, nel caso in cui non si trovino le specialità previste, di andare all’Oglio Po. E il problema vero è che all’Oglio Po, se si parla ad esempio di urologia, otorino, radiologia, ginecologia non si è in grado di poter fare queste visite, se non dopo mesi e mesi, e questo lo dico perché l'ho sperimentato sulla mia pelle. Il problema vero, allora, è che tutto questo sta ridimensionando lo stesso ospedale Oglio Po. A Viadana si sono dotati della radiologia dicendo in termini chiari che non possiamo aspettare i tempi di Casalmaggiore, il che vuol dire che non siamo un Distretto. Siamo diventati un'altra cosa».
A tenere in piedi l’ospedale, per Daina c’è «solo il grande attaccamento degli Amici dell’Oglio Po e di un personale che non molla, ma è chiarissimo che al direttore generale Giuseppe Rossi l'unica cosa che interessa — e questo non lo dico io come segretario del Pd, ma lo sento dire anche a Cremona —, è l’ospedale nuovo, perché mi dicono che anche a Cremona l'attuale ospedale non vive un buon momento. E allora possiamo accettare una situazione del genere? Questo sindaco questa situazione come la vede? La Casa di Comunità di Casalmaggiore non c'entra niente con la risposta ai problemi veri e con quell’incontro di medicina territoriale che possa determinare veramente un'idea di sociosanitario».
Per Daina è poi «da fuori di testa» l'idea di «un ospedale di comunità dentro l’Oglio Po, che vuol dire in termini chiari pensare a un Oglio Po di cronicità. Sapevamo che c'erano delle difficoltà e che anche molti di quelli che sono i servizi che l’Oglio Po dovrebbe dare sono in difficoltà perché i medici non vogliono venire a Casalmaggiore, per cui le visite vengono ormai posticipate per mesi, ma sappiamo anche che questa è una responsabilità precisa della dirigenza. Per questo vorrei sentire un intervento della neodirettrice del distretto Oglio Po Casalasco-Viadanese Elena Mariani. Vorrei capire che tipo di disegno ha in testa, perché a Viadana è stata solo presentata. Vorremmo capire che tipo di mandato ha, perché mi sembra che le due realtà, viadanese e casalasca, si stiano sempre più allontanando».
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