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SERIE A. L'INTERVISTA

Calcio, il ds della Cremo: «La qualità è mancata tante volte»

Giacchetta fa il punto della situazione in vista della sosta. «Saranno giorni di confronti da parte di tutte le componenti della società»

Ivan Ghigi

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ighigi@laprovinciacr.it

14 Novembre 2022 - 05:15

Calcio, il ds della Cremo: «La qualità è mancata tante volte»

Il ds Simone Giacchetta

CREMONA - La Cremonese è arrivata a quel punto del film in cui tutto sembra precipitare, perché una serie di avvenimenti a catena non fa altro che peggiorare la situazione e lo spettatore si chiede quale possa essere la via d’uscita che conduca al lieto fine.

Rientrata da Empoli con la coda fra le gambe, la squadra grigiorossa ieri ha assistito impotente all’ennesima sconfitta del Verona contro lo Spezia. La squadra di Gotti ha espugnato il Bentegodi e adesso ha preso sei punti di distacco dai grigiorossi, prima squadra attualmente in zona retrocessione. La storia recente del campionato di serie A dice che con 23 gare ancora davanti nulla è ancora deciso, senza dimenticare che la variabile del mercato sarà condizionata anche dai Mondiali e quindi anche dagli stessi giocatori.

Il direttore sportivo della Cremonese Simone Giacchetta nei prossimi giorni avrà molto lavoro da fare per colmare quel gap che la squadra grigiorossa ha rispetto agli altri club di serie A, non solo a livello di graduatoria.

«Non saprei dire — comincia Giacchetta — se sia peggio l’allungo dello Spezia in questo momento. Per me l’aspetto peggiore di questo week end è che siamo tornati da Empoli con una sconfitta che mi ha ricordato molto quella contro la Sampdoria. Quanto alla classifica non siamo ultimi, ma non cambia la sostanza delle cose perché siamo più incollati alle ultime due che alla quartultima. Certamente non posso negare che il margine guadagnato dallo Spezia ti fa vedere la salvezza più lontano rispetto a tre giorni fa».

Ha messo sullo stesso piano la gara contro la Sampdoria e quella contro l’Empoli. È un modo per dire che certe dinamiche si ripetono da 15 turni: quando c’è da vincere non si vince.

«Non lo nego, se si ripetono certe cose è perché manca la qualità e perché bisogna costruire una mentalità più forte per la categoria. Individualmente bisogna capire meglio il senso del pericolo e leggere meglio il momento della gara».

La mancanza di qualità nasce delle scelte di mercato prima di tutto.
«La squadra che abbiamo allestito ha seguito anche le indicazioni tattiche del tecnico. Teniamo anche in conto che in serie A i giocatori di qualità sono di un certo livello e non mi riferisco solo all’aspetto economico e che la loro volontà conta parecchio. Perché è vero che si parla tanto dei limiti della rosa grigiorossa ma ci si dimentica troppo facilmente le origini della squadra».

Spieghi pure...
«Come ho detto conta molto anche la volontà dei giocatori: oggi magari preferiscono il Monza a noi, o altre società. Sono certo che se la Cremonese si salverà, l’anno prossimo sarà vista con occhi diversi e sarà più appetibile. In ogni caso la Cremonese è stata ricostruita di sana pianta, quasi da zero, ma vedo che il Verona ha incassato l’ennesima sconfitta con una rosa di giocatori che ha molta più esperienza dei nostri in categoria. Ogni società vive i suoi problemi che sono di natura diversa, non sbaglia solo la Cremonese».

Avrete davanti una lunga sosta prima di buttarvi sul mercato. La società potrà operare serenamente bilancio alla mano?
«Sì, sul mercato di gennaio potremo muoverci senza restrizioni, ma prima dovremo fare un’analisi della situazione e capire le necessità».

Sempre in accordo con Alvini?
«L’allenatore oggi è lui. Però parlare di Alvini adesso è voler dire una cosa in più di quella che serve».

In che senso?
«Nel senso che al centro c’è la Cremonese: tutti quelli che lavorano all’interno della società hanno meriti e responsabilità. Andrà valutato l’operato di tutte le componenti e adesso si deve aprire un confronto interno tra tutti coloro che sono coinvolti per capire se ci sono margini di operatività. Quando dico tutti mi riferisco anche alla stessa proprietà».

Avete già individuato quali sono i ruoli da migliorare o il tipo di giocatore da puntare?
«Ad oggi no, ma per ragioni obiettive. Innanzi tutto c’è una questione di tempi: siamo rientrati nella notte di sabato da Empoli e la squadra si è rivista solo domenica mattina. Il gruppo lavorerà fino a martedì e poi andrà a casa fino al 28. Eventuali colloqui con i giocatori saranno possibili solo a fine mese. Poi di mezzo ci sono altre variabili come i Mondiali. Ci saranno tante società che aspetteranno la fine della competizione per capire se ci saranno elementi emergenti su cui puntare, se qualche giocatore tornerà infortunato, col ‘mal di pancia’ oppure no. Il mercato sarà imprevedibile per tanti club, ma il confronto con i giocatori ci sarà».

Sta dicendo che non ci si devono aspettare troppe novità a gennaio?
«Nessuno può dire che il 4 gennaio contro la Juventus scenderemo in campo con cinque giocatori nuovi. Sarebbe l’ideale, ma ripeto che le variabili sono tante e che vivremo una situazione simile a quella dello scorso agosto. Giocheremo diverse partite con il mercato aperto e ci sarà sempre l’appetibilità della Cremonese con cui fare i conti».

Quindici gare senza una vittoria. Un dato incontrovertibile che fa paura.
«Vuol dire che quello che la squadra ha fatto in quindici turni non basta. Senza dimenticare che il progetto era nato anche sulla presenza di Chiriches che non abbiamo più avuto da metà settembre e che Dessers avrebbe dovuto garantirci qualche gol in più».

C’è anche un centrocampo di lotta ma di poco fosforo.
«Sono d’accordo ma c’erano anche delle indicazioni tecniche precise che abbiamo seguito. Non limitiamo però i problemi a queste considerazioni, il fatto è che in generale manca qualità sia quando difendiamo, sia quando calciamo».

Ritorniamo ad Empoli?
«Esattamente. Abbiamo battuto nove calci d’angolo, il doppio di loro; abbiamo creato tanto, ma se poi non segni sei destinato a perdere e questo accade a tutti i livelli e specialmente in serie A. io resto convinto che stiamo facendo qualcosa di positivo ma tecnicamente manca ancora qualcosa».

Andrete anche a sfoltire la rosa?
«Quando si dice che la rosa ha 31 elementi bisognerebbe anche ricordare che 5 sono portieri».

Ritorniamo al campionato: l’anno scorso la Salernitana con 23 punti in 23 gare si era salvata. La Cremonese ne dovrà fare almeno 25 o meno?
«Non saprei, forse la quota salvezza sarà più bassa ma quello che conta è capire se la Cremonese ha margini di crescita. Per questo dico che la sosta lunga adesso cade a pennello perché avremo tempo per confrontarci con i giocatori prima di fiondarci sul mercato alla fine di una lunga attesa».

Durante le vacanze alcuni giocatori saranno impegnati con le nazionali, ma chi salterà davvero il lavoro sarà probabilmente il solo Vasquez.
«Sì, qualcuno in questi giorni sarà via ma rientrerà a fine novembre e dunque la Cremonese potrà lavorare quasi al completo. Scatterà una sorta di seconda preparazione che verrà frammentata da un paio di test amichevoli».

Alla luce di tutte le analisi appena fatte, di che umore è Giacchetta?
«Chi fa questo lavoro vive di risultati e di quello che immagina andrebbe fatto per crescere ancora. Chiaro che dopo Empoli l’umore non è al massimo ma per me diventa una spinta per provare a migliorare ancora. L’interrogativo più pressante è perché non abbiamo incassato quei punti che avremmo meritato sul campo e che invece abbiamo lasciato per strada. Ribadisco, come avevo già detto qualche tempo fa, che le prestazioni sono lì da vedere e c’è un’idea di calcio valida sotto».

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