L'ANALISI
06 Novembre 2022 - 05:15
VIADANA - «Purtroppo le confermo che dal suo conto risulta una spesa di 1300 euro effettuata pochi minuti fa in un negozio di Monza». Una mazzata per la titolare della carta di credito i cui codici sono finiti nella disponibilità di una banda di truffatori online. Nella giornata di venerdì sono stati almeno cinque i risparmiatori, tutti con il conto nello stesso istituto di credito cittadino, a cadere nel tranello via web. In un caso l’ammanco sarebbe addirittura di tremila euro. E la tecnica è la stessa.
«Intorno all’una — racconta una delle vittime — ho ricevuto un sms apparentemente inviato dalla mia banca che mi segnalava che il sistema interno aveva notato che ignoti stavano ‘guardando’ il mio conto. Il messaggio proseguiva: ‘se non è lei clicchi sul seguente link’. Cosa che malauguratamente ho fatto perché tutto sembrava vero. Mi è apparsa una schermata con la richiesta di informazioni sulla mia carta di credito che ho fornito. A quel punto mi è arrivato un codice OTP, seguito dalla telefonata di una persona che mi confermava l’anomala ‘presenza’ sul mio conto di imprecisati collegamenti. Capivo, però, che questo sedicente funzionario di banca era impacciato perché continuava a ripetere ‘aspetti che controllo, aspetti che controllo’ senza mai precisare se c’erano stati ammanchi. Alla fine ho temuto di essere stata raggirata e ho chiuso la telefonata. Ho subito chiamato la mia banca ma essendo ora di pranzo la filiale era chiusa e nessuno poteva rispondere».
La malcapitata correntista viadanese ha dunque chiamato il numero verde per bloccare la carta di credito e in quel momento ha avuto la brutta notizia di essere stata depredata. «Purtroppo signora vediamo una spesa di 1300 euro effettuata presso un negozio di articoli sportivi della Brianza. Risulta che chi ha speso quel denaro fosse in possesso delle sue credenziali». Una botta difficile da assorbire. A quel punto non restava altro che avvisare la filiale. Atteso l’orario di riapertura ha chiesto informazioni su quanto le era accaduto. «Quando ho parlato con l’impiegata ha esclamato: ‘Anche lei? Oggi è già la quarta che telefona’ e ho capito che era in atto un attacco vero e proprio ai clienti della mia banca. Mi è stato consigliato di recarmi dai carabinieri per la denuncia ma con poche speranze di riavere quanto sottrattomi illecitamente. Ho anche richiamato il numero da cui proveniva la telefonata di quel sedicente bancario: era libero ma nessuno ovviamente ha risposto».
Le difficoltà nel risalire ai responsabili sono molteplici in quanto queste organizzazioni ricorrono a mezzi tecnologici sempre più sofisticati per evitare l’identificazione. E, inoltre, rimane il fatto che è stata la stessa correntista a fornire tutte le informazioni riservate sulla propria carta di credito compilando il modulo apparso dopo aver cliccato sul link ‘pirata’. «È giusto comunque far conoscere questi tranelli perché molte persone come me possono cadere in trappola», conclude la donna truffata.
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