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LA TESTIMONIANZA

Alluvione, alpini come angeli nelle Marche devastate

La sezione Ana al lavoro a Senigallia: il reportage di un’altra missione di cuore

La Provincia Redazione

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06 Ottobre 2022 - 05:10

Alluvione, alpini come angeli nelle Marche devastate

CREMONA - Nelle Marche devastate dal maltempo che già si stanno rialzando, contando sulla conosciuta operosità e sulla forza di volontà della loro gente, hanno dato il loro prezioso contributo gli alpini in congedo della sezione Ana di Cremona e Mantova. Ecco il reportage di Lorenzo Tavella, capitano di vascello, che con le penne nere si è mobilitato per giorni. Nel suo racconto, l’orgoglio dell’essersi messi in prima linea e le emozioni di averlo fatto per gli altri.

di Lorenzo Tavella*

La locandina annuncia l’incontro di calcio Misa – Senigallia di sabato 17 settembre: è ancora lì, beffarda e un po’ sinistra, nella bacheca dell’unico bar aperto di Pianello di Ostra. Quella partita non si è mai giocata perché, nella notte tra il 15 e il 16, una marea di acqua e fango, esondata dai fiumi Misa e Nevola, ha investito il paese e le località limitrofe. Un’onda marrone che ha travolto e trascinato con sé per chilometri persone e cose. Il campo da calcio che doveva ospitare la partita, miracolosamente sfuggito alla furia delle acque, è così divenuto la base operativa e logistica della Protezione Civile, subito intervenuta in soccorso della popolazione locale.

alpini

È la struttura di riferimento per la squadra di sei persone appartenente alla Protezione Civile Ana (Associazione Nazionale Alpini) inviata dalla sezione Cremona Mantova. Il nostro nucleo è inserito in un dispositivo più ampio a cui contribuiscono aliquote di alpini in congedo provenienti da tutta la Lombardia e dal Veneto.

Al loro fianco altri organismi di Protezione Civile non Ana, marchigiani ed emiliani. L’organizzazione, coordinata dalla segreteria mobile, ubicata su di un camper appositamente attrezzato, è perfetta. Alloggiamo al Palazzetto dello Sport di Ostra, paese di circa seimila abitanti ricco di storia e completamente cinto da mura medievali che sovrasta Pianello.

La posizione rialzata, in cima ad una collina, lo ha preservato dalla violenza delle acque. Lungo i corridoi e nella palestra dell’impianto sportivo si allineano decine di brandine da campo. Gli spogliatoi sono utilizzati per docce e locali igienici. Nonostante il forzato sovraffollamento la stretta convivenza è contraddistinta dalla massima educazione e dall’assoluto rispetto delle persone e delle cose. Anche da ciò s’intuiscono i profondi valori che animano gli alpini. L’ordine e la pulizia sono garantiti, con puntualità e ammirevole dedizione, da alcune volontarie locali che trovano anche il tempo di prepararci torte e dolci. Commoventi.

SVEGLIA ALLE 6

La sveglia è alle sei, in tempo utile per una frugale colazione e raggiungere il campo sportivo di Pianello, dove vengono assegnati i compiti giornalieri. La nostra squadra opera nella zona industriale del paese: si tratta di sgomberare gli immensi capannoni dal fango, dai detriti e dall’acqua in modo tale da permettere, quanto prima, la ripresa delle attività produttive.

A noi tocca lo sgombero di una immensa cartiera. Vanghe e badili si coordinano con i mezzi meccanici. E’ toccante osservare la passione e l’entusiasmo con cui operano gli alpini in congedo, mettendo al servizio della comunità colpita le loro differenti professionalità. Nessuna distinzione di età o ceto sociale. Accomunati soltanto da quella Penna Nera che orgogliosamente portano anche sul caschetto da lavoro e da ciò che essa per loro rappresenta.

Curiosamente, l’acqua che ha sfondato i portoni ed invaso l’enorme capannone ha trascinato con sé, chissà da dove, decine di sacchi di cipolle che ora si mischiano con le migliaia di sacchetti carta inzuppati di fango sparsi sul pavimento. I loro germogli hanno immediatamente attecchito sul fertile strato di fango, trasformando parte del magazzino in un verde orto al coperto. Quasi a rivendicare la supremazia della natura sul cemento.

A mezzogiorno si torna alla base per il rancio. Una cucina da campo garantisce ai volontari circa 800 pasti giornalieri tra colazione, pranzo e cena. Encomiabile il lavoro del personale, anch’esso volontario, addetto al servizio viveri. Pur operando in condizioni disagiate ed in spazi ristrettissimi , è in grado di assicurare ottimi standard qualitativi e quantitativi. Nel primo pomeriggio si ritorna al cantiere. In serata, incrostati di fango, il rientro al Palazzetto dello Sport.

Sono certo che i quattro giorni trascorsi in terra marchigiana dalla nostra squadra abbiano contribuito, nel loro piccolo, alla rinascita di questa zona operosa, popolata da gente aperta, generosa e ricca di dignità. Anche grazie all’aiuto del grande cuore degli alpini, sono sicuro che essa si rialzerà. Più forte e tenace di prima. Sì, il recupero Misa – Senigallia si giocherà molto presto.

*Volontario
della Protezione Civile

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