L'ANALISI
04 Luglio 2024 - 05:30
Galimberti e Virgilio
CREMONA - Fra smorfie e qualche apertura di credito, le minoranze consiliari sospendono il giudizio (almeno per il momento) sulla squadra di governo della città che il sindaco, Andrea Virgilio, schiererà tra una settimana esatta dietro il ‘bancone’ della sala dei Quadri.
Nelle file del centrodestra, sconfitto al ballottaggio per meno di 200 voti, prevalgono diffidenze e scetticismi, mentre i gruppi ‘outsider’ — cioè Movimento 5 Stelle e lista Ceraso — preferiscono un atteggiamento prudenziale.
Il parere più esplicito — e duro nei toni — è quello di Alessandro Portesani, che prende in prestito il gergo immaginifico e velenoso del Tognazzi di ‘Amici miei’: «Dopo le supercazzole che Virgilio ha propinato ai cremonesi in campagna elettorale sul ‘metodo’ di scelta della giunta — attacca lo sfidante uscito perdente dal ballottaggio di dieci giorni fa — ci ritroviamo il solito pastrocchio frutto di spartizioni e veti incrociati. Sinceramente non vedo alcuna novità né cambiamento». ‘Novità’ è la parola-totem di Portesani. Quella attorno a cui ha costruito buona parte della sua campagna. «Parecchi assessori in pectore — prosegue — sono già tristemente noti ai cremonesi. Non faccio alcuna valutazione sulle competenze delle persone individuate, preferisco giudicare i risultati. Rilevo ancora parecchia confusione sul conferimento delle deleghe. Auguro a tutti i ‘selezionati’ buon lavoro, confidando che siano all’altezza della complessità del compito. Cremona ne ha assoluto bisogno. Noi vigileremo con solerzia».
Anche il coordinatore cittadino di Fratelli d’Italia, Stefano Foggetti, rimarca la viscosità della classe politica al comando della città: «Non vedo alcuna discontinuità rispetto al passato: alcuni degli assessori facevano parte della giunta precedente e Virgilio stesso è espressione di un governo che non ha funzionato. Inoltre, la presenza del Pd si è addirittura rafforzata rispetto allo scorso mandato». Poi Foggetti si toglie un sassolino dalla scarpa: «È doveroso vedere le persone all’opera, prima di sputare sentenze. Così non è stato, purtroppo, per i quattro potenziali assessori preannunciati da Portesani nell’ultimo confronto di piazza: il nostro candidato è stato messo alla gogna perché accusato di aver attribuito i ruoli in modo da soddisfare tutte le anime della coalizione, ma Virgilio ha fatto di peggio: un’operazione in stile manuale Cencelli. A Portesani, per lo meno, va riconosciuto il coraggio della trasparenza». Lasciato da parte il metodo, Foggetti entra nel merito: «Per quanto mi riguarda, presterò particolare attenzione al fronte del Welfare — spiega —. Il background della futura assessora (Marina Della Giovanna, ndr) è fortemente sbilanciato sulle politiche migratorie: un tema su cui vigilare con attenzione. Sotto la lente finiranno altri due aspetti fondamentali: la gestione di Cremona Solidale, fallimentare sotto la guida dell’ex assessore Rosita Viola, e i rapporti con Azienda Sociale Cremonese, fin qui inesistenti». Infine, l’auspicio: «L’invito al dialogo sulle questioni cruciali da parte di Luciano Pizzetti è una nota positiva. Purché alle parole seguano i fatti».
Sono sintonizzate sulla stessa lunghezza d’onda le dichiarazioni di Luca Ghidini, segretario cittadino di Forza Italia: «Come molti immaginavano, la scelta degli assessori smentisce la retorica della tanto attesa discontinuità. Infatti Luca Burgazzi, Simona Pasquali, Luca Zanacchi e Rodolfo Bona — oltre a Virgilio, naturalmente — provengono dall’amministrazione uscente. Anche Paolo Carletti e Santo Canale hanno avuto ruoli all’interno della maggioranza uscente. Da sottolineare che il cambio delle deleghe, e in alcuni casi il forte ridimensionamento degli assessori, denotano implicitamente un giudizio negativo sul loro operato: un escamotage per evitare la sostituzione. Nel complesso si prospetta un Galimberti-ter, ma di più basso profilo, senza figure politiche di spicco né competenze tecniche appropriate. In generale, una giunta debole, le cui scelte verranno presumibilmente dettate dall’unica figura con esperienza politica della maggioranza, ma esterna alla giunta». Un evidente riferimento a Luciano Pizzetti.
Anche il segretario cittadino della Lega, Mirco Poli, parte dal medesimo assunto dei colleghi di coalizione: «L’unico nome a sorpresa è quello della vicesindaca Francesca Romagnoli, il resto è la solita minestra riscaldata — afferma —. Tutte le figure incaricate meritano rispetto sul piano personale e, sono certo, faranno del loro meglio. I problemi, però, partono da lontano». Poli articola così il suo pensiero: «I dieci anni di amministrazione Galimberti hanno lasciato eredità pesanti: dall’ammaloramento delle strade al degrado degli spazi verdi, per non parlare del nodo immigrazione. Il pregresso, insomma, non lascia ben sperare. Peccato che il diffuso malcontento non sia stato accompagnato da un’adeguata partecipazione alle urne: un cruccio difficile da cancellare. Speriamo, in ogni caso, in una netta inversione di tendenza per il bene della città».
Di «bene comune» parla anche Paola Tacchini, candidata sindaca del Movimento 5 Stelle: «Non conosco personalmente alcuni dei membri della nuova giunta — dice —, perciò non esprimo alcun giudizio di valore. Ogni valutazione dipenderà esclusivamente dall’operato degli assessori, con l’auspicio che strategie e azioni siano indirizzate al miglioramento della qualità della vita dei cittadini. Essere ‘contro’ per partito preso non appartiene al mio stile né a quello del Movimento. I temi chiave, per noi, sono la salute e l’ambiente: è soprattutto su questi due fronti che il nostro presidio sarà inflessibile, senza mai rinunciare al rispetto che la dialettica politica esige».
Non si sbottona in alcun modo, invece, Maria Vittoria Ceraso, candidata sindaca della lista ‘Oggi per domani’. «Al momento preferisco non commentare le scelte del nuovo sindaco — si limita a dire —. Attenderò l’ufficialità delle nomine prima di esprimere la mia opinione».
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