L'ANALISI
29 Novembre 2023 - 16:58
Alan Fiordelmondo tra Fedez e Chiara Ferragni
CREMONA - Alan Fiordelmondo nonostante i suoi 48 ha già vissuto mille vite... Una prima, da giovanissima promessa del tennis, poi quella di fotoreporter internazionale e infine quella di imprenditore digitale. Padre uruguaiano, ex pugile professionista, mamma cremonese, Alan da ormai tantissimi anni vive a Milano, ma a Cremona, suo grande amore, torna spessissimo. «Sì, non potrebbe essere diversamente perchè sono legatissimo a Cremona e alle mie origini e parlare di Cremona, cosa che faccio spesso appena ne ho l’occasione, è un modo di rendere merito a una città che mi ha dato tantissimo».
Ci spieghi come.
«Beh innanzitutto dal punto di vista sportivo. Viaggiando tanto da sempre e avendo potuto dunque conoscere moltissime realtà diverse, posso dire che non si trovano da molte parti, città come la nostra con tante canottieri, centri sportivi e strutture pubbliche. Ho potuto coltivare facilmente la mia passione per il tennis. Sono arrivato fino ad essere classificato 2.7 ma, se non fosse stato per la testa che non avevo, avrei potuto fare molto di più. Ho pagato il sangue latino di mio papà. Non ho mai smesso di fare sport comunque e devo dire che questo mi ha aiutato moltissimo anche a recuperare presto dopo una grave malattia che mi ha colpito qualche tempo fa. Mi ha dato la spinta per riprendermi velocemente».
Prima il tennis, poi il padel.
«Ero scettico all’inizio, perché vedevo che ci si approcciavano proprio tutti, ma poi mi è piaciuto subito. Adesso gioco solo a quello. E mi piace tantissimo il centro che Antonio Cabrini e Cesare Prandelli hanno aperto a Cremona. Un progetto serio che si vede che ha alle spalle dei professionisti di alto livello».
Da sportivo a fotoreporter...
«Il mio lavoro è nato seguendo le mie due passioni più grandi: la fotografia e raccontare storie. Insieme a due amici fondammo un’agenzia fotografica che vendeva servizi giornalistici. Un’attività che esplose quasi immediatamente. Io poi, avevo un fiuto particolare. Nel tennis una palla può cambiare un match, così come nella vita può farlo uno scatto fotografico… Il gossip poi, è stata una declinazione delle storie di cronaca, ma solo perché rendeva di più. Pagava molto di più. Il primo grande scoop è stato viaggiare e fotografare Amanda Knox nel suo viaggio di ritorno a Seattle, dopo l’assoluzione per l’omicidio di Meredith Kercher. Anche lì ebbi un’intuizione. Ho sempre una borsa pronta con due cambi e una sacca con le macchine fotografiche. Sono riuscito a fotografarla sull’aereo, l’unico in assoluto, mentre stava uscendo e poi nel tubo di raccordo con l’aeroporto. Sono poi rimasto una settimana a Seattle ripercorrendo tutte le tappe della sua giovinezza. L’altro caso eclatante è stato quando mi sono dovuto dare alla macchia a Panama per un paio di giorni. Quella è stata una vera spy story con protagonista Valter Lavitola, un faccendiere legato a Berlusconi. Si era rifugiato a Panama dove era molto influente politicamente, per un crac finanziario. A me avevano chiesto di trovarlo. Parto per Panama e lo trovo. Lo contatto telefonicamente e lui decide di incontrarmi. Parliamo per un’ora poi mentre stiamo tornando alla macchina viene alla mia, arrabbiandosi perché non si fidava del mio driver. Inizia a minacciare dicendomi che potevo finire male e voleva tutte le foto. Sono scappato dall’hotel girando nella notte panamense. Il mio driver mi portò da un amico che mi ha ospitato un giorno e mezzo intanto che si calmavano le acque. Via Skype chiamai l’Ansa in Italia dando la notizia che un fotografo era sparito a Panama così che si muovesse la Farnesina e da lì, raggiunsi l’ambasciata senza pericolo. Mi hanno messo sul primo volo per l’Italia e due giorni dopo hanno espulso anche Lavitola. Scovai anche Cesare Battisti in Brasile. Tramite un contatto con un ex terrorista guerrigliero brasiliano che mi fece da guida. Altra avventura».
Le rimane un servizio irrealizzato?
«Avrei voluto tantissimo scattare Mina. Una volta ho trascorso un mese a Lugano senza riuscirci. Lei non usciva mai da casa».
E ora?
«Vogliamo creare forme di intrattenimento tramite nuove tecnologie. Il prossimo progetto è un reality sui paparazzi... stay tuned».
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