L'ANALISI
16 Febbraio 2023 - 05:15
CREMONA - L’imperativo categorico «che smuove la coscienza di tutti noi», per dirla come il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, nel suo discorso in occasione della Giornata Nazionale per le vittime degli incidenti sul lavoro, lo aveva declinato forte e chiaro il prefetto di Cremona, Corrado Conforto Galli, proprio nel presentare il ‘Protocollo d’intesa per il potenziamento della sicurezza sul lavoro nella provincia di Cremona’.
Un patto di alleanza condiviso e sottoscritto da tutti gli attori istituzionali, dalle associazioni di categoria e dai sindacati, ciascuno nel rispetto dei propri ruoli e delle proprie responsabilità, che «vuole elaborare una strategia comune per aumentare la coscienza, la cultura, l’efficacia e la concretezza della sicurezza sui luoghi di lavoro».
Abbattendo di conseguenza il numero degli incidenti, che restano piaga nazionale e quanto locale: «Il nostro territorio non è immune» aveva avvertito Conforto Galli, annunciando insieme al patto e alle azioni che lo avrebbero accompagnato la volontà di un monitoraggio costante. Era il 13 gennaio scorso. E ieri, poco più di un mese dopo, tenendo fede a quell’impegno al servizio dei lavoratori, l’Osservatorio Provinciale Permanente si è riunito. Per la prima verifica operativa.
Al tavolo, i diversi livelli istituzionali e le parti sociali chiamate a definire e promuovere tutte quelle iniziative congiunte previste a tutela della salute e a garanzia del rispetto della normativa. Alla fine, esauriti confronto e approfondimento, è stata condivisa la necessità di effettuare preliminarmente un’analisi dei dati disponibili sugli infortuni e sulle malattie professionali in provincia di Cremona, anche attraverso elaborazioni statistiche ed epidemiologiche che si avvalgano delle banche dati di Inail, Inps e Istat, tenendo conto anche dell’andamento economico, dei livelli occupazionali, delle tipologie contrattuali e dei livelli di formazione dei lavoratori oltre che dell’andamento demografico e del genere della popolazione lavorativa.
Una sorta di ricognizione i cui esiti saranno sintetizzati in report annuali di monitoraggio. Costituendo così un utile orientamento per la promozione delle iniziative da sviluppare nelle tre direttrici principali previste dal Protocollo: la necessità della formazione dei lavoratori e dei datori di lavoro, l’urgenza della formazione agli studenti, l’opportunità di potenziare i sopralluoghi da parte degli enti preposti a svolgere funzioni di vigilanza. «Saranno attivati tavoli tecnici ristretti per elaborare una proposta di report che sarà poi oggetto di valutazione congiunta con tutti gli enti» spiega la Prefettura.
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