L'ANALISI
07 Novembre 2022 - 05:05
CREMONA - Sono 608 le nuove vetture immatricolate in provincia di Cremona durante il mese di ottobre, quasi il doppio rispetto ad agosto. Ma soprattutto, il mercato dell’auto registra il terzo segno più consecutivo dopo 13 mesi grigi: in Italia in ottobre sono state immatricolate 115.827 autovetture con una crescita del 14,56% rispetto allo stesso periodo del 2021. Crescita che segue quelle di settembre (+5,4%) e di agosto (+9,9%).
Un primo timido ottimismo, dunque. Ma secondo il Centro Studi Promotor la situazione resta comunque molto preoccupante: nonostante i tre incrementi, il bilancio del periodo gennaio-ottobre chiude con 1.091.894 immatricolazioni e quindi con un calo del 13,81% sullo stesso periodo del 2021 e del 32,8% sullo stesso periodo del 2019, cioè dell’anno che ha preceduto la pandemia. Se la serie positiva dovesse continuare anche in novembre e in dicembre, il 2022 potrebbe però chiudersi con 1.300.000 immatricolazioni. Un livello inferiore del 10,8% a quello del 2021 e del 32,2% a quello del 2019. Secondo Gian Primo Quagliano, presidente del Centro Studi Promotor, un dato ancora «assolutamente insufficiente per soddisfare la domanda di sostituzione del parco circolante italiano che sfiora i 40 milioni di autovetture e che è tra i più vecchi d’Europa».
Una condizione peggiorata nel 2022 anche per lo scarso interesse che il pubblico ha dimostrato nei confronti degli incentivi all’acquisto di auto elettriche o con emissioni molto contenute. E infatti una settimana fa Cna aveva lanciato l’allarme: attualmente in Lombardia le auto elettriche rappresentano solamente lo 0,4% dell’intero parco circolante. Tornando ai dati cremonesi, la casa automobilistica che in ottobre ha fatto registrare il maggior numero di immatricolazioni (per la precisione 66) è Toyota/Lexus, seguita da Ford con 49 nuove immatricolazioni e da Bmw con 42. Poi arrivano Kia con 38 e Volkswagen con 36. Non hanno sfondato, almeno per quanto riguarda i dati del mese scorso, le vetture con marchio Smart, Subaru, Mitsubishi, Jaguar, Cupra e Tesla: sono a quota zero immatricolazioni in un mese intero. L’elettrico puro perde oltre la metà delle vendite rispetto allo scorso anno (3,1% contro 6,9%), stabile è la quota di immatricolazioni dell’ibrido plug in che si attesta di poco sopra al 5%.
Nel frattempo, nel settore ci si interroga sulle cause che hanno determinato l’andamento in crescita degli ultimi tre mesi e sulla possibilità che si stia delineando una inversione di tendenza. Per quanto riguarda le ragioni dei recenti recuperi, l’ipotesi più accreditata è che vi sia stato un allentarsi delle tensioni dal punto di vista dell’offerta con una migliore capacità delle case automobilistiche di soddisfare la domanda che, pur essendo depressa, è da tempo superiore alle attuali possibilità di fornitura dei produttori di auto. Con effetti fortemente negativi anche sulla sostituzione delle autovetture più vecchie, come risulta dal forte calo registrato nelle rottamazioni di auto a fine vita. Più difficile è stabilire se i tre segnali positivi rappresentino una inversione di tendenza duratura, che possa consentire al mercato dell’auto di ritornare in tempi ragionevoli su livelli normali. Per ottenere questo risultato occorrerebbe superare anche i fattori che frenano la domanda e che sono invece tuttora ben presenti nello scenario italiano ed internazionale.
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