L'ANALISI
21 Giugno 2020 - 07:00
Il banchiere, ex presidente del Banco Ambrosiano aveva un passaporto falso intestato a Gian Roberto Calvini e in tasca molto danaro, quasi tutto in banconote austriache - Non si sa per ora con chi si sia incontrato e perché abbia scelto di recarsi in Inghilterra - Aveva le tasche piene di sassi - I dubbi della polizia inglese
LONDRA, 20. — Il presidente del Banco Ambrosiano Roberto Calvi è stato trovato venerdì mattina di buon'ora (le 7.50) da un passante, impiccato ad un tubolare di ferro di una impalcatura che emerge dalle acque del Tamigi, proprio sotto all'arcata del ponte Blackfriars, nella city.
In quel punto la riva destra (settentrionale) del Tamigi è costeggiata da un viadotto in cemento armato, leggermente sopraelevato e la impalcatura di ferro emerge dall'acqua distante poco più di un metro dal parapetto del viadotto. Una scaletta di Ferro installata sul lato esterno del parapetto facilita l'accesso all'impalcatura.
Secondo la tesi del suicidio Calvi avrebbe scavalcato il parapetto, e servendosi della scaletta, avrebbe raggiunto il tubo orizzontale più vicino dell'impalcatura, avrebbe legato l'estremità di una corda ad uno dei tubi (il nodo scorsoio già applicato al suo collo), quindi si sarebbe lasciato andare penzoloni, restando strangolato. Quando è stato ritrovato, dopo poche ore, il suo corpo era parzialmente immerso nelle acque, e ciò a causa dell'alta marea che interessa fortemente il Tamigi causando (due volte al giorno) una variazione del suo livello dai quattro ai sei metri.
Questa tesi presenta, come si è espressa la polizia londinese, delle «circostanze sospette». Innanzitutto è strano (anche se non impossibile) che un uomo di 62 anni, quanti ne aveva Calvi, scegliere un sistema del genere per impiccarsi: scavalcare il parapetto e raggiungere i tubi di ferro emergenti dalle acque non è una impresa impossibile, ma certo non facile né agevole da compiere.
Secondo un portavoce della polizia, Calvi infatti è stato trovato impiccato alla estremità della impalcatura opposta al punto in cui si trova la scaletta. Egli avrebbe dunque percorso tutta la impalcatura, lunga oltre cinque metri, per raggiungere l'altro capo, esercizio non irrealizzabile ma piuttosto difficile; sui tubi infatti non esistono tavole, assi o altro ripiano su cui camminare agevolmente: Calvi si sarebbe portato alla estremità opposta reggendosi in equilibrio su un tubo e appoggiandosi probabilmente al muro del viadotto. Al di sotto scorrono le acque del Tamigi.
La polizia londinese, considera possibile o da non escludere, almeno ufficialmente, questa versione dei fatti. Attanagliato dalla disperazione, Calvi avrebbe dunque deciso di farla finita, si sarebbe procurato una corda (acquistandola in un negozio durante il giorno, o in qualche altro modo) e poi, dopo alcune ore trascorse nelle vie del la città, poco prima dell'alba si sarebbe recato lungo il Tamigi. Imbattutosi nell'impalcatura, avrebbe attuato il suo folle gesto.
Gli interrogativi, oltre a quelli puramente «tecnici» relativi all'esecuzione del suicidio, sono numerosi. Perché, per esempio, Calvi non ha scelto un altro posto meno difficile per compiere il suo atto? Volendo, Londra (come ogni altra città) offre infinite possibilità, meno complicate, per portare a termine un suicidio mediante impiccagione.
La polizia londinese, in effetti, considera anche l’ipotesi dell’omicidio, ma è molto riservata ammettendo solo che non esclude nulla. Questa ipotesi non va incontro ad alcuna fondamentale obiezione, ma presenta anch'essa sospetti poco chiari. Calvi potrebbe essere stato portato sotto il ponte già morto (per strangolamento) a bordo di un'auto, fermatasi all'inizio del ponte Blackfriars. Due uomini sostenendolo sotto braccio, lo avrebbero trascinato lungo le scale fino al viadotto, quindi uno di essi scavalcando il parapetto, si sarebbe portato sull'impalcatura. Il complice gli avrebbe porto il corpo esanime di Calvi con la corda già al collo, che sarebbe stata legata al tubo. Quindi il corpo sarebbe stato lasciato penzolare sul fiume.
La versione dell'omicidio appare più verosimile se si avanza l'ipotesi che il corpo sia stato portato da una barca. In questo caso, non ci sarebbero state tante acrobazie da parte degli assassini.
La barca si sarebbe avvicinata al tubolare di ferro più esterno (cioè quello verso il centro del fiume, proprio dove è stato trovato appeso il corpo) cui sarebbe stata facilmente legata la corda con il cadavere. L'operazione sarebbe stata in tal caso anche più sicura, perchè il trasporto fino al tubolare non avrebbe presentato il rischio di essere scoperti da casuali passanti.
Un altro elemento di mistero della vicenda è dato da ciò che è stato trovato addosso al corpo di Calvi: oltre al passaporto e ad una ingente somma di denaro (per oltre 15 milioni di lire, in diverse valute estere) le sue tasche sarebbero state piene di sassi (almeno 10 chili). Sorge spontanea la domanda dove Calvi possa aver raccolto tante pietre. A Londra non si trovano certo al primo angolo di strada. Questo elemento renderebbe però più complessa anche la versione dell'omicidio: le pietre, si rileva, si mettono infatti addosso a chi si vuoi far scomparire sott'acqua (almeno per un certo periodo di tempo in modo da rendere difficile la identificazione) ma non in quelle di uno che si vuoi far passare per impiccato.
Addosso a Calvi sono stati trovati un passaporto, con visto di ingresso in Brasile intestato a Gian Roberto Calvini e una cospicua somma di danaro parte in banconote austriache e parte in dollari. Calvi indossava un vestito leggero di color grigio a scacchi, di fine fattura, calze e scarpe nere, ma era senza cravatta. E' stata fatta l'autopsia e l'esito è che il finanziere è morto per impiccagione, sul corpo non sono state trovate altre tracce di violenza; il decesso risale a cinque o sei ore prima del ritrovamento.
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