L'ANALISI
07 Maggio 2018 - 09:53
Villa d'Ogna, 5.
Bisogna riconoscere che aveva le sue buone ragioni la Diocesi di Cremona nell'essere tanto restìa a concedere alla Parrocchia
di Villa d'Ogna, dove S. Alberto ebbe i natali nell'aprile del 1214, le spoglie mortali del suo Compatriota.
Dal momento, infatti, della Sua morte, avvenuta in Cremona nel tramonto del 7 maggio 1279, al suono delle campane non
tocche da mano d'uomo, tutta Cremona si commuove e come attratta da una forza magica accorre in folla attorno alla salma
esanime di Alberto a piangere, a pregare ed ammirare, così che quel cadavere, osserva il Muratori, diviene subito un oggetto
di venerazione e di culto, pei cremonesi, che da quel momento non cessano di acclamarlo per santo. Tutto ciò non era che la conseguenza e il naturale sviluppo delle virtù da Lui praticate e dei fatti prodigiosi che accompagnarono la Sua vita santa.
A Cremona si dovette sin da principio edificare sul luogo stesso ove era la casa del Santo un Ospizio onde raccogliervi i molti
pellegrini e infermi, che concorrevano al suo sepolcro per ottenere grazie e salute.Tanta era la devozione dei fedeli a S. Alberto che i magistrati di Cremona nell'anno 1356, e quelli di Bergamo nell'anno
1426 decretarono che il 7 maggio, anniversario della sua morte, fosse osservato anche civilmente come festa di precetto, aggiungendovi anche l'offerta del pallio e della cera come era uso nelle principali solennità; e l'autorità ecclesiastica di Cremona dava ordine, nel 1481, che fosse aperto il suo sepolcro, si facesse la ricognizione del suo corpo e fosse collocato in un altare appositamente edificato e dedicato a S. Alberto.
Una eletta e numerosa Commissione di Villeonesi si portò allora a Cremona per chiedere con preghiere e con suppliche, di
poter avere il corpo del loro santo Compatriota; ma la loro richiesta non venne esaudita che in parte, poiché ebbero in dono
un'insigne reliquia consistente in una parte dell'avambraccio e della mano destra, che essi con letizia grande trasportarono in patria il 23 aprile 1481.
Mentre a Cremona progrediva alacremente il culto a S. Alberto, non meno alacremente si sviluppava e si diffondeva in Villa
d'Ogna, Sua patria, dove veniva eretta una Chiesa e un ospedale a Lui dedicato, si costituiva una Compagnia specialmente
di giovani, detta «Compagnia di S. Alberto», e più tardi, nella Sua casa nativa, si costruiva un Convento nel quale vennero ad
abitare i Padri riformati di San Francesco nell'anno 1606.
Nel Santuario però annesso al Convento mancava una Reliquia del Santo, e quei buoni Padri la chiesero insistentemente, ma altrettanto inutilmente a Cremona. Solo dopo una preghiera rivolta al Sommo Pontefice Urbano VIII poterono avere dal Vescovo di Cremona, Card. Campori una reliquia che il 16 ottobre 1625 poterono finalmente collocare in quel Santuario. Si è certamente nel vero a pensare che durante i secoli siano state fatte ripetute domande, ma sempre seguite da risposate negative.
In tempi più vicini a noi e precisamente il 22 luglio 1902, i Villeonesi, con a capo il Rev. Parroco d'allora, don Guglielmo Mismetti, presentarono nuova istanza al Vescovo, di Cremona, Monsignor Geremia Bonomelli, per avere in donò il Corpo del Beato, ma anche questa domanda non ebbe esito favorevole. Non si sfiduciò quel Rev. Prevosto, e il 1° ottobre 1902 presentò un'altra supplica, questa volta accompagnata dalla firma di tutti i capi famiglia della Parrocchia di Villa d'Ogna. Sono circa 130 nomi, alcuni dei quali ancora viventi, che rappresentavano tutta la popolazione, la quale supplicava quell'Ecc.mo Vescovo e quel Venerando Capitolo della Cattedrale a voler concedere il Corpo del Santo. Tra i sottoscrittori è pure segnato il nome del signor conte Giov. Festi, benemerito Fondatore della Manifattura Festi-Rasini.
Questa volta il cuore dei cremonesi si è finalmente impietosito e il Rev.mo Capitolo, appoggiando a pieni voti la proposta di quel Vescovo, il 1° ottobre 1903, concedeva, con alcune condizioni, che il Corpo di S. Alberto potesse ritornare alla sua Parrocchia nativa. Una delle condizioni era che una reliquia venisse consegnata a ognuno dei 14 membri componenti quel Rev.mo Capitolo. Ciò sta a dimostrare la devozione che Essi nutrivano per S. Alberto.
Vi fu dunque attraverso i secoli tra Cremona e Villa d'Ogna una gara nel domandare e nel rifiutare. Non staremo a indagare se le ragioni dei Villeonesi nel chiedere il Corpo di S. Alberto fossero più preponderanti di quelle di Cremona nel volerLo ritenere; i fatti che risultano con evidenza sono: da una parte una... santa gelosia nel custodire e nel conservare le preziose Spoglie mortali, dall'altra una non meno... santa insistenza nel chiederLe.
Tuttavia, al disopra di ogni considerazione, i Villeonesi sono vivamente grati alle Autorità Religiose di Cremona per avere avuto il dono del Corpo di S. Alberto, perchè nella Sua patria il Santo avesse un culto più vivo dai suoi Compatrioti, culto che dimostrasse il loro grande onore e amore e li spronasse a imitarne le virtù, per accaparrarsene la protezione. Mossa da tali motivi questa popolazione si prepara a celebrare solennemente domenica 8 maggio, la Festa del Suo Santo, che a ragione venne pure detto: il più bergamasco dei Santi.
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