Allarme terrorismo. ‘Sì, lavoravano per Al Qaeda’. In Polonia il via alla cellula cremonese. Oggi gli interrogatori

Per Trabelsi e Hamraoui accuse da brividi. Il Ros: «L’imam si muoveva con cautela fidandosi solo di contatti internazionali, poi il via alle intercettazioni». Parte da una riunione riservata, avvenuta in Polonia lo scorso 16 maggio, la decisione di riorganizzare anche in Italia una nuova cellula — base a Milano, ramificazioni a Cremona, Parma, forse Reggio Emilia e Firenze—col compito di reclutare i ‘fratelli’ da inviare nei campi del Kurdistan iracheno. Uomini. Ma anche soldi e supporti logistici. Per creare nuove schiere a fianco dei guerriglieri di Ansar Al Islam, i fedelissimi di Abu Mussab Al Zarkqwi, uno dei leader di Al Qaeda: uomini che forse—e questa è l’ipotesi più spaventosa—puntano a un attentato in Europa, magari in Italia. E’ del novembre scorso l’informativa secondo la quale Cremona (il Duomo) e Milano (metropolitana) potevano essere obiettivi di attentati, in occasione dell’ultimo giorno del Ramadan, fra il 3 e 4 dicembre scorsi. Soldi, uomini, supporti logistici. Questi, per gli inquirenti, gli obiettivi del responsabile della moschea cremonese di via Massarotti, Mourad Trabelsi, 34 anni, e del suo collaboratore, anche lui tunisino, Ben Mouldi Kamel Hamraoui, 26 anni.
Entrambi l’altro ieri arrestati in città e finiti a S. Vittore, al termine dell’operazione condotta dai carabinieri del Ros diMilano. Il terzo mandato di cattura riguarda Nourredine Drissi alias Abu Alì, ex bibliotecario della moschea di via Massarotti,
irreperibile.Ultime sue notizie dal Kurdistan, dal campo di Kurral, bombardato dagli americani. Il blitz scattato su ordine del Gip di Milano Maurizio Grigo—pm Stefano Dambruoso e Massimo Meroni —ha portato alla luce uno scenario da brividi, nelle stesse ore in cui la polizia arrestava altri quattro islamici a Milano e Parma.