Marzo 1848: Tra i merli neri del Torrazzo il tricolore salutò la sorgente primavera

Gli «habituè» della locanda «alla Colombina », sita in piazza del Duomo sotto il portichetto a sinistra del Palazzo dei Militi, quella sera, 17 marzo 1848, dovettero andare a letto delusi dopo aver rimestato sudici mazzi di carte e di tarocchi. La diligenza che abitualmente faceva servizio fra- Milano, Cremona e Mantova non era arrivata, e con essa non erano arrivati viaggiatori da Milano apportatori di notizie dalla capitale lombarda..... Fu solo a notte tarda che si ebbe la notizia chiara: « Milano era insorta, i cittadini si battevano contro le truppe; barricate sorgevano dal selciato come creazioni spontanee della volontà popolare di liberazione».

La mattina del 19 avvenne il miracolo. I patrioti cremonesi, tutta la popolazione scendeva nelle strade e nelle piazze cittadine. Dalle porte affluiva la popolazione campagnola dei borghi. La giornata festiva di San Giuseppe si. tramutava in una sagra patriottica quale mai si era vista se non, all'entrata dei francési nel 96. Comparivano i primi giovani vestiti «all'italiana» con giacche di velluto nero e con cappelli piumati. La coccorda ' tricolore splendeva sul petto delle donne, sui cilindri degli uomini e perfino sui cappelli degli ecclesiastici. Ecco finalmente una «tricolorata bandiera» che sporge da un finestrone di Palazzo Comunale. Dai merli neri del Torrazzo,, là donde Cabrino, nella credenza popolare, avrebbe voluto precipitare papa e imperatore, un altro tricolore dTtalia sventolava placido a salutare la primavera 'che rifioriva, fresca e gloriosa, nella gran pianura cremonese fra Po e Adda.