L'ANALISI
18 Dicembre 2013 - 21:48
Frankie Hi-Nrg
ROMA - C'è anche il cremonese d'adozione Frankie Hi-Nrg tra i big di Sanremo. Un Festival che si preannuncia coraggioso. Martedì in un tweet Fabio Fazio per parlare del cast di Sanremo 2014 ha rispolverato l’aggettivo 'contemporaneo', già usato, a ragione, per parlare dell’edizione dell’anno scorso. E mercoledì lo ha ribadito in diretta al Tg1, parlando di scelte «non televisive», ma che rispettano «il senso della musica di oggi». A guardare la lista dei nomi si può dire che è stato prudente: oltre che contemporaneo, il cast è coraggioso, aperto, completo, senza concessioni alla popolarità da televoto.
A colpire di più è l’accoppiata Raphael Gualazzi-Bloody Beetroots che sono conosciutissimi all’estero e nei festival europei di musica elettronica sono delle star da migliaia di persone. È il progetto di Sir Bob Cornelius Rifo, dj e produttore di Bassano del Grappa. Una combinazione stimolante con le venature jazz di Gualazzi che segna una distanza siderale dalla classicità sanremese. Anche la scelta dei Perturbazione, senza discussione una delle rock band più interessanti degli ultimi anni, è un bel segnale di aggiornamento così come l’apertura al mondo dell’hip hop, diventata ormai una necessità, visto che, piaccia o no, questa è la musica che ascoltano le nuove generazioni (e non solo). A garantire sull'intelligenza del prodotto è il nome scelto, Frankie Hi-Nrg, il patriarca dell’hip hop italiano che vive all'ombra del Torrazzo. Riccardo Sinigallia, ex Tiromancino, e Francesco Sarcina, ex Vibrazioni, confermano una vocazione indie di un festival che in realtà copre in modo organico tutta l’offerta musicale, così come dovrebbe essere naturale per la più importante rassegna di canzoni italiana. Ci sono tre vincitori di Sanremo come Ron, Francesco Renga e Antonella Ruggiero, un personaggio legato alla canzone d’autore come Cristiano De Andrè, Noemi, ormai affermata interprete di qualità, due personaggi in cerca di una nuova identità come Arisa e Giusy Ferreri, un talento emergente come Renzo Rubino, promosso tra i Big dopo la felice esperienza tra i Giovani dello scorso anno e un cultore del reggae e del soul in chiave pop come Giuliano Palma. È evidente che ogni approfondimento debba essere rimandato all’ascolto delle canzoni e che molto dipenderà da quale dei due brani di ciascun concorrente verrà selezionato (l'anno scorso c'è stata qualche dolorosa esclusione).
Il festival della passata edizione ha dimostrato comunque che quando la struttura del programma è forte Sanremo può permettersi di aprirsi al mondo: lo dimostra il successo clamoroso di Anthony and The Johnson e di Asaf Avidan. Proprio per questo è importante che sia stata colta l'occasione per aprire definitivamente il cast alla musica reale, anche prendendo dei rischi rispetto a un’idea, per dir così, accademica di cosa sia «il pubblico di Sanremo». Questa è la strada per avvicinare alla musica del festival la gente che va ai concerti, frequenta i social, vive la musica e - non tutta - paga la musica che ascolta. Tanto poi a garantire la trasversalità ci pensano Fabio Fazio e Luciana Littizzetto, la rievocazione dei 60 anni della tv e ci penserà Raffaella Carrà che, c'è da scommetterci, lascerà la sua impronta su questo Sanremo.
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