Acqua, rifiuti e servizi. Il «salasso» inflazione

CREMONA - Un’alta posizione in classifica, che però non ha nulla di positivo. Per quanto riguarda i rincari delle forniture d’acqua, per la raccolta rifiuti e altri servizi connessi all’abitazione, Cremona è l’ottava città in Italia, con un aumento del 5,4% registrato tra il settembre 2021 e il mese scorso. In merito agli incrementi che riguardano i costi dei servizi alloggio, alberghi, agriturismi e altre sistemazioni, gli esborsi sono stati percentualmente più alti, pari al 14,3%, ma in altre 25 città italiane è anche peggio. A Cremona, vanno un po’ meglio le cose per gli aumenti dei prezzi di bar, ristoranti e pizzerie: un più 3,2% su base annua, inferiore all’inflazione nazionale del settore, pari al 5,9%. In questa graduatoria Cremona è al 72esimo posto in Italia. Nessun incremento, invece, per le tariffe di scuole dell’infanzia e istruzione primaria. Infine la graduatoria che riguarda il rialzo dei costi di prodotti alimentari e bevande analcoliche: qui l’inflazione si fa sentire con un più 10,5%: Cremona è al 64esimo posto in Italia.

Questi i dati salienti delle classifiche elaborate dall’Unione nazionale consumatori, che ha condotto uno studio sugli ultimi dati Istat relativi al mese di settembre, analizzando tutti i rincari di ogni città e stilando la classifica completa di quelle con i maggiori rialzi annui per quanto riguarda cibo e bevande, acqua e rifiuti, scuola dell’infanzia, ristoranti e alberghi. Per la fornitura acqua, la raccolta rifiuti e le spese condominiali, se in Italia l’inflazione tendenziale di settembre è bassa, +1,8%, a Catania è più di 9 volte tanto, +16,4%. Al secondo posto Bolzano con +12,4%, poi Verona con +9,7%. Fanno peggio di Cremona, Como, Rovigo, Pisa e Massa Carrara. Subito dietro Mantova. Milano chiude la top ten dei capoluoghi di provincia con il più alto rialzo dei costi. Da segnalare che ben 21 città hanno invece registrato una diminuzione delle spese a carico dei cittadini.

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