Cerca

Eventi

Tutti gli appuntamenti

Eventi

VERSO LE ELEZIONI: LA STORIA

«La mia mamma è malata, ma non può votare da casa»

L’imprenditrice gussolese Sogni attacca il diniego dell’Asst: «Diritto negato a 88 anni, interpretazione rigida della legge»

Andrea Setti

Email:

asetti@laprovinciacr.it

24 Settembre 2022 - 05:20

«La mia mamma è malata, ma non può votare da casa»

Orestilla Sogni e un'anziana al seggio elettorale

GUSSOLA - «O sei attaccata a una macchina oppure sei affetta da una gravissima infermità che causi l’impossibilità di allontanamento dall’abitazione. Si sono avvalsi di una rigida interpretazione di un articolo della legge elettorale per negare a mia madre la possibilità di votare al proprio domicilio». Orestilla Sogni, imprenditrice gussolese, non nasconde il suo malumore alla luce dell’intricata vicenda che ha visto sconfitto il desiderio della madre di esprimere il diritto di voto.

«ODISSEA BUROCRATICA»

«Mia madre ha 88 anni e da tempo non esce di casa per una serie di patologie che la affliggono. È così che ai primi di settembre — racconta la figlia — mi sono recata all’ufficio elettorale del Comune per chiedere la possibilità di avere il voto a domicilio. Da lì sono stata indirizzata al distretto sanitario di Casalmaggiore dove mi hanno a loro volta indicato la strada dell’ufficio di Medicina legale dell’Asst di Cremona. Tra l’altro, con notevoli difficoltà di comunicazione perché al numero di telefono non rispondeva mai nessuno. Finalmente ho ricevuto risposta via mail con la richiesta di produrre il certificato del medico di base, la tessera elettorale e il documento d’identità di mia madre». L’Asst, in base alla documentazione prodotta e seguendo la legge, ha concesso l’autorizzazione per il «voto assistito», cioè accompagnato all’interno della cabina elettorale, ma non quello «a domicilio». Ieri mattina l’ultimo tentativo. In presenza. «Mi sono recata all’ufficio di Medicina legale dell’Asst di Cremona al Maggiore. Lì mi hanno detto di andare a San Sebastiano dove c’è l’ufficio di Medicina legale territoriale ma dove, al venerdì, non c’è nessuno....».

«GRAVE INFERMITA'»

La frustrazione è inevitabilmente dura da accettare. «E ciò nonostante il certificato del medico curante che aveva elencato tutti i farmaci che l’anziana prende per curare le patologie che le impediscono di muoversi e comunque di allontanarsi da casa. Il fatto che non sia attaccata a un respiratore o a un’altra apparecchiatura elettromedicale — continua la figlia — non significa che possa tranquillamente uscire e andare a votare, magari anche in carrozzina. Lo sforzo è molto pesante e a 88 anni non è proprio il caso di prendersi dei rischi».

«DISAGIO PSICOLOGICO»

Sogni sottolinea anche il disagio psicologico. «Non si deve tenere conto solo dell’aspetto fisico perché per una persona anziana non è facile in certe condizioni andare in mezzo alla gente. Il voto per gli anziani è una cosa molto importante e quando ci andava da sola era molto emozionata. Io speravo sinceramente in un’interpretazione più flessibile della norma che il legislatore deve rivedere tenendo conto, appunto, di tanti altri aspetti. Credo che sia mancata la sensibilità rispetto a un dettame che non lascia spazio alla situazione reale».

«QUESTIONE DI PRINCIPIO»

«Quello che è successo a mia madre sicuramente è accaduto anche a tante altre persone con problemi fisici che sono costrette a rinunciare al proprio diritto di voto. Il mio intento è quello di sollevare la questione, non solo per mia madre ma anche per tutti coloro bloccati da leggi troppo rigide».

«LA PRIMA VOLTA»

Dunque, a 88 anni per la prima volta la mamma non potrà esercitare il diritto di voto. «Sì, è una privazione che non si merita ma d’altra parte non voglio sottoporla alla forzatura di portarla al seggio in carrozzina. Speravo in una maggiore comprensione».

Commenta scrivi/Scopri i commenti

Condividi le tue opinioni su La Provincia

Caratteri rimanenti: 400