L'ANALISI
21 Settembre 2022 - 08:20
Il ministro Mariastella Gelmini intervistata dal direttore de La Provincia Marco Be
ROBECCO D'OGLIO - «Non è normale che a New York Mario Draghi venga premiato come statista dell’anno, mentre qualche forza politica in Italia ha deciso di mandarlo a casa. Io non so se si può spiegare questo ad un americano, ma neanche ad un italiano». È la riflessione del ministro degli Affari regionali, Mariastella Gelmini, che ha strappato applausi del pubblico ieri sera a Villa Barni della Scala, a Robecco d’Oglio. Intervistata dal direttore del quotidiano La Provincia, Marco Bencivenga, Gelmini ha ribadito: «Noi vogliamo tornare al metodo Draghi, all’Agenda Draghi e possibilmente anche a Draghi a Palazzo Chigi». E «gli italiani stanno riscoprendo la voglia della buona politica e della competenza. Non è più il tempo delle battute sui social, ma quello della serietà e della competenza».
Ed è su questo tema che Gelmini ha ancorato la polemica con gli avversari: «Non credo che si debba urlare alla paura fascista se vincesse Giorgia Meloni». No, a spaventare Gelmini è la prospettiva di un Governo italiano che in Europa si schierasse con Orban, «un premier secondo cui la causa della denatalità sono le donne che studiano troppo». Allora, «se la Meloni, da leader di Fratelli d’Italia, si schierasse con Orban, se ne assumerebbe la responsabilità. Ma se lo facesse da Presidente del Consiglio sarebbe un danno gravissimo per il Paese. E non è solo questione di diritti. Si tratta di difendere l’economia del nostro Paese». Le partite importanti, del resto, si giocano a Bruxelles: «Possiamo isolarci, autoghettizzarci? Si possono mettere in discussione i fondamentali geopolitici del Paese ogni volta che cambia il Governo? Si può ridare fiducia alle persone che che non hanno esitato a far cadere Draghi nel momento più buio per il Paese, infischiandosene dell’Italia?».
E una delle emergenze citate dal ministro, originaria di Leno (Brescia) ma cremonese di studi — ha fatto il ginnasio al Manin —, riguarda gli anziani: «Ci sono anziani che non possono più stare nelle Rsa perché a causa dell’impennata delle bollette aumentano le rette e le famiglie li portano via perché non riescono più a permettersele». E ha aggiunto: «Occorre garantire l’assistenza», ma non l’aumento delle pensioni: «Promettere quota 41 significa non fare i conti con le risorse». Parlando di competenza e serietà, Gelmini ha puntato il dito sulle «promesse miracolose che scassano i conti dello Stato», fra cui la Flat tax: «Non l’hanno fatta quando la situazione economica era buona, dove trovano i soldi per farla ora?».
Ora che «nel Paese c’è molta rabbia: le diseguaglianze sono cresciute, la pandemia ha messo alla prova tante attività e ora arriva la crisi energetica. Un piccolo artigiano mi ha mostrato la sue bollette, passate da 6 mila a 21 mila euro nel giro di un anno». Ma la soluzione non è il Reddito di cittadinanza: «Va dato a chi ha bisogno, ma non è una misura di politica attiva. E sarei draconiana su chi rifiuta il lavoro e preferisce il sussidio oppure chi addirittura lavora in nero per continuare a prendere il Rdc». L’appello al voto è accorato: «Bisognerebbe fare autocritica su come si è votato in passato, spesso seguendo la moda. Non è più il momento di scegliere con la pancia, ma con la testa. E mi auguro che domenica i seggi siano affollati. Non si possono imputare responsabilità alla politica e poi fregarsene al momento del voto». Un appello esteso ai giovani: «È importante scegliere guardando a quel che si è fatto e il Pnrr è pensato soprattutto per loro, con investimenti per il futuro». Un futuro che non può venire da misure come il bonus 18enni di Enrico Letta. Un pensiero particolare per gli studenti fuori sede: «Chi è all’estero può votare dove vive mentre gli studenti fuori sede devono tornare a casa, accollandosi anche la spesa. Gli studenti fuori sede devono poter votare nel posto dove studiano».
Spazio anche per quei partiti che si presentano al voto con un’agenda No Vax: «Che il vaccino facesse paura lo potevo capire. E per questo apprezzo lo sforzo di scienziati ed esperti che hanno chiarito i dubbi portando l’Italia ad essere da esempio in Europa per la partecipazione alla campagna vaccinale. Ma che la Lega, per qualche voto in più, strizzasse l’occhio ai No Vax non me lo sarei aspettata». Sulle infrastrutture, Gelmini ha ricordato lo schieramento contrario al rigassificatore di Piombino: da Fdi al Pd. «Noi siamo gli unici favorevoli alle grandi opere e abbiamo rifiutato l’alleanza con il Pd proprio per l’intesa con la Sinistra massimalista. Quella del no a tutto».
FOTO E VIDEO: FOTOLIVE/JACOPO ZANINELLI
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