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Dieci punti per le imprese. L’agricoltura indica la via

Riccardo Crotti, presidente regionale di Confagricoltura e della Libera, illustra le richieste ai partiti

La Provincia Redazione

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08 Settembre 2022 - 09:19

Dieci punti per le imprese. L’agricoltura indica la via

Riccardo Crotti, presidente di Confagricoltura Lombardia e della Libera

CREMONA - Il futuro dell’agricoltura italiana in 10 punti. In vista dell’appuntamento elettorale del 25 settembre, Confagricoltura Lombardia presenta il suo manifesto: le richieste per tutte le formazioni politiche che in queste ultime settimane di campagna elettorale - e poi nelle urne - si contenderanno il sostegno degli italiani e la legittimazione a guidare il Paese nella prossima legislatura. «Seguiamo con grande attenzione il confronto fra i partiti e l'illustrazione delle loro proposte», sottolinea il presidente Riccardo Crotti, che guida anche la Libera Associazione Agricoltori Cremonesi. «Il nostro auspicio è che venga colta appieno e in tutte le sedi l'importanza strategica del settore primario, soprattutto in questa fase così complessa. Perché un’agricoltura forte è garanzia di un Paese forte, autenticamente sovrano, prospero dal punto di vista economico, solido sul piano della tenuta sociale, realmente attento all'ambiente ed agli assetti idrogeologici, autonomo ed autosufficiente in tema di disponibilità alimentare e di energie sempre più verdi».

«Crediamo che mai come in questi mesi - prosegue Crotti - sia apparso chiaro a chiunque quanto davvero il settore primario faccia la differenza. Un comparto economico sinonimo di qualità e sicurezza alimentare senza pari nel mondo, grande interprete di un modello nutrizionale di altissimo livello come quello rappresentato dalla Dieta mediterranea, e al tempo stesso motore del made in Italy agroalimentare che continua - nonostante tutto - a macinare record nelle esportazioni. Per tutte queste buone ragioni, che si identificano totalmente con l'interesse collettivo, chiediamo agli elettori ed ai partiti di tenere nella massima considerazione le nostre proposte. Con maggior impegno ed attenzione di quanto è avvenuto in passato».

Queste, dunque, le richieste lanciate attraverso il manifesto di Confagricoltura Lombardia.

1) Un grande piano strategico nazionale e di medio – lungo periodo per lo sviluppo dell’agricoltura e della zootecnia, delle quali deve essere finalmente riconosciuta la funzione trainante sul piano economico e non solo. Ad esempio, formulando una Politica Agroalimentare Italiana che coniughi Pac ed esigenze nazionali in un piano di lungo termine.

2) Massima attenzione a quanto accade in Europa, con l’impegno costante del governo per ottenere una Pac che riconosca e non ostacoli la necessità di produrre di più, mantenendo peraltro i livelli di qualità, sicurezza alimentare e sostenibilità ambientale tipici dell’agroalimentare italiano.

3) Netto contrasto a sistemi di etichettatura o classificazione dei prodotti scientificamente infondati, oltreché discriminanti nei confronti dell’agricoltura italiana e mediterranea, a partire dal Nutriscore. Ferma opposizione alle lobby del cibo sintetico. Serve un piano di informazione ‘science-based’ e in grado di arrivare al grande pubblico.

4) Perseguimento di una reale reciprocità in ambito internazionale, mediante la stipula di accordi commerciali o l’adozione di provvedimenti che permettano di attutire le conseguenze di costi produttivi, vincoli e standard qualitativi / sanitari spesso molto differenti tra Paesi competitor.

5) Concreta apertura alle possibilità offerte dalla scienza, in termini di ricerca, innovazione e sperimentazione; che valorizzino e rispettino la tradizione introducendo nel contempo innovazioni. Un cambio di passo reso ancora più urgente e indispensabile dagli effetti del cambiamento climatico.

6) Riduzione della burocrazia e semplificazione amministrativa a sostegno delle imprese, la cui centralità deve essere riconosciuta anche favorendo il ricambio generazionale.

7) Un piano infrastrutturale finalizzato a contrastare e prevenire la mancanza d’acqua per l’irrigazione, puntando in particolare sul potenziamento degli invasi alpini e sulla bacinizzazione del Po.

8) Accelerazione del rilascio dei fondi del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza a sostegno delle energie rinnovabili; taglio della tassazione degli extraprofitti per le produzioni di agroenergie già in essere (è necessario poter aumentare l’offerta senza per questo essere penalizzati); abbattimento dei costi energetici e di trasporto per le imprese, a fronte di aumenti che ormai da tempo rischiano di spingere il comparto fuori mercato.

9) Efficaci politiche di contrasto, contenimento e se necessario di eradicazione della fauna selvatica dannosa per le aziende e per le persone (come i cinghiali e le nutrie).

10) Stabilizzazione delle dinamiche inflazionistiche anche a tutela del potere d’acquisto dei consumatori, per scongiurare il rischio di una forte compressione della domanda.

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