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'Italia, una Repubblica che ripudia la guerra?'. Giovedì dibattito presso la sede Acli

L’incontro avrà tra i relatori Giorgio Beretta, analista dell’Osservatorio permanente sulle armi leggere e le politiche di sicurezza e difesa (Opal) e della Rete italiana pace e disarmo, e don Antonio Agnelli, assistente spirituale delle Acli cremonesi

Elisa Calamari

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30 Maggio 2022 - 09:15

'Italia, una Repubblica che ripudia la guerra?'. Giovedì dibattito presso la sede Acli

CREMONA - 'Italia, una Repubblica che ripudia la guerra?' Se ne discuterà giovedì alle 17.30 presso la sede provinciale Acli in via cardinale Massaia. Il dibattito partirà dal documento “Da cristiani in tempo di guerra” redatto da Acli Lombardia aps il 27 aprile scorso. Accogliendo questa sollecitazione le Acli cremonesi organizzano il “dialogo con le coscienze”.
L’incontro avrà tra i relatori Giorgio Beretta, analista dell’Osservatorio permanente sulle armi leggere e le politiche di sicurezza e difesa (Opal) e della Rete italiana pace e disarmo, e don Antonio Agnelli, assistente spirituale delle Acli cremonesi.

L’occasione della celebrazione della Repubblica Italiana è cara alle Acli che si appellano all’articolo 11 della Costituzione (“L’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali”) e alle parole di papa Francesco che dichiara: «Ogni guerra nasce da un’ingiustizia, sempre. Perché così è lo schema di guerra, mentre non c'è lo schema di pace». Il presidente delle Acli Bruno Tagliati commenta «Decidiamo di impegnarci in una riflessione condivisa sul ruolo del cristiano nei processi di pace, rivolgendo lo sguardo a tutti i conflitti in corso nel mondo, a partire dall’attuale situazione ucraina». E conclude: «La partecipazione all’incontro è un’occasione per riflettere insieme su quello che si può fare per evitare di fomentare un conflitto già tanto crudele, trovando un’alternativa pacifica all’azione militare». L’evento ha ottenuto il sostegno della Tavola della Pace di Cremona e dell’Ufficio diocesano per la pastorale sociale e del lavoro.

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