L'ANALISI
01 Agosto 2022 - 08:33
CREMONA - Nel 2022 le imprese del terziario spenderanno in energia più del doppio rispetto all’anno precedente: un aumento insostenibile. A certificare l’allarme, ripetutamente lanciato negli ultimi mesi anche da Confcommercio Cremona, è oggi uno studio condotto dall’Osservatorio Confcommercio Energia e da Nomisma Energia.
In valori assoluti, in Italia la bolletta delle imprese del settore è passata dagli 11 miliardi di euro del 2021 ai 24 previsti per il 2022. E questo nonostante la leggera flessione dei prezzi per l’elettricità registrata a luglio. Più in generale, i dati confermano che, nonostante l’apparente stabilizzazione dei prezzi, il costo dell’energia e dei carburanti continua a pesare enormemente sui bilanci delle imprese del terziario. Inoltre gli analisti stimano che, nei prossimi mesi, i prezzi siano destinati a crescere ulteriormente a seguito delle recenti, nuove, restrizioni nelle forniture di gas dalla Russia.
Dalle rilevazioni condotte da Confcommercio, anche in provincia di Cremona gli aumenti della spesa annuale sono arrivati a toccare punte del 122% per l’elettricità e del 154% per il gas e, nel dettaglio, gli alberghi hanno speso in media 55 mila euro in più per l’energia elettrica, seguiti dai negozi di generi alimentari (+18 mila), dai ristoranti (+8 mila), dai bar e dai negozi non alimentari (+4 mila per entrambi). Un trend confermato anche per il gas, con settore alberghiero a +15 mila euro e ristoranti a +6 mila, mentre per bar e negozi i rincaro annuale si situa tra il 120% e il 130%.
«Il caro energia – conferma il presidente di Confcommercio Cremona, Andrea Badioni — sta diventando l’emergenza prioritaria per le ripercussioni sulle imprese del terziario e sull’inflazione. Un problema che le imprese non possono affrontare e risolvere da sole. Serve una risposta europea per contrastare questi rincari e introdurre un tetto al prezzo del gas. Come accaduto per l’emergenza Covid serve più Europa, sia per far fronte alle ripercussioni della crisi energetica, sia per rivedere le regole di formazione del prezzo dell'elettricità, anche introducendo un tetto al prezzo del gas. Sul piano nazionale, bene la diversificazione delle fonti del nostro approvvigionamento energetico. Ma, per quanto riguarda le imprese, è necessario che il Governo rinnovi e rafforzi i crediti d’imposta per le imprese non energivore e non gasivore e riduca gli oneri generali di sistema e le accise sui carburanti. Così come è importante che, anche nella campagna elettorale in cui siamo scivolati, sia riservata la giusta attenzione ai temi del caro energia ma anche quello dell’aumento delle materie prime e del contenimento dell’inflazione».
Temi che dovranno essere prioritari nell’agenda politica di chiunque sarà chiamato a guidare il Paese dopo il 25 settembre.
«Guardando oltre l’emergenza – conclude Badioni — resta confermata l’esigenza di una riforma organica degli oneri generali di sistema e della fiscalità energetica. E poi vanno sostenute la transizione energetica e la sostenibilità». Non solo per ragioni ambientali, ma anche come priorità economica e sociale. E quella si presenta adesso, qui e ora, non domani.
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