L'ANALISI
28 Dicembre 2025 - 11:26
Nelle foto immagini realizzate da Manuel Ottoboni
CASALBUTTANO - Si è innamorato delle immagini osservando il nonno, Franco Oneta, un disegnatore di fumetti tra gli autori di Zembla, una serie popolarissima soprattutto in Francia. E da lì è venuto tutto il resto: l’attenzione a ciò che è legato alla sfera visuale, la passione per i mondi fantastici, l’immaginazione e la distopia, il fantasy come genere prediletto, il grande amore per il cinema. E per la scrittura, l’ultima tappa (per ora) del processo creativo di Manuel Ottoboni. Trent’anni, cremonese ma residente a Casalbuttano, il diploma al liceo scientifico del Torriani, una laurea in Economia e un lavoro in una società hi-tech, ha esordito in campo narrativo con Nirwest. Il Marchio del Drago. È il primo capitolo di una trilogia ambientata in un Medioevo fantastico con tutti gli ingredienti del caso: la lotta tra il Bene e il Male, tanta avventura, molta tensione, un pizzico di romanzo di formazione e la voglia di girare le pagine una dopo l’altra per sapere come va a finire.
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Figlio del nostro tempo, Ottoboni ha pubblicato il suo libro in self publishing su Amazon sia in italiano che in inglese. «Il mio sogno però - ammette - sarebbe vederlo in vendita nelle librerie. Quando ho finito il romanzo ho contattato agenzie e case editrici, ho riscontrato interesse ma i tempi per la pubblicazione sarebbero stati troppo lunghi. Allora mi sono affidato a Laura Villa per l’editing e a Laura Clark per la traduzione».
La scelta di puntare fin da subito al doppio mercato italiano e anglofono nasce sui social. Ottoboni - con il nickname di Nirwest Official - ha oltre un milione di follower tra Facebook (833.022 fino a ieri sera), Instagram (290mila) e TikTok (329mila), cui vanno aggiunti quelli che seguono i suoi profili personali. È proprio sui social che video e disegni sono a poco a poco diventati virali, incuriosendo e appassionando centinaia di migliaia di potenziali lettori. In questo caso, è inutile chiedersi chi è nato per prima tra l’uovo e la gallina: immagine e scrittura per Ottoboni sono complementari.
Nirwest viene da lontano: comincia addirittura nel 2013, si sviluppa nel 2020 durante la pandemia quando il mondo si è fermato. «Nel 2023 era di fatto finito - dice il giovane autore -, ho fatto il processo di revisione. Per gli altri due capitoli della trilogia sarò molto più veloce, la storia è già in testa».
Nirwest, dunque, è ambientato in un Medioevo di fantasia, apocalittico e inquietante quel tanto che basta. «Sui corpi di alcuni personaggi - racconta Ottoboni - compaiono degli strani segni, dei marchi. Non uso il termine tatuaggio perché nel Medioevo i tatuaggi non c’erano, ma è come se lo fossero. Sono segni che indicano a chi se li ritrova addosso delle azioni da compiere, pena la morte. In alcuni casi gli ordini sono facili da comprendere, in altri vanno decifrati. Sono appassionato di crittografia, mi affascinano i messaggi cifrati, i sistemi di codifica dal cifrario di Cesare in poi. Ma ho voluto anche mandare un messaggio contro ogni forma di discriminazione, per esempio a causa del colore della pelle e, comunque, per ogni forma di presunta diversità. Nel romanzo, per esempio, le persone che hanno addosso i marchi vengono perseguitate. Gli stessi tatuaggi del resto oggi rientrano nella norma ma fino a non molto tempo fa non erano visti di buon occhio».
Tra i tanti personaggi di Nirwest, spiccano Jago, un ragazzino di 11 anni, il Principe Solidas, che ha sempre dato la caccia ai marchiati e che quando si ritrova addosso un segno passa da persecutore a perseguitato, e una Regina che ha sempre cercato di aiutare e difendere le persone marchiate. Il romanzo piace, vola, ha seguito. Preceduta da immagini - sia fotografie che video realizzati dallo stesso Ottoboni con l’aiuto dell’Intelligenza Artificiale e di rappresentazioni 3D - la storia potrebbe chiudere il cerchio e tornare all’universo visivo che ne è all’origine: peraltro non c’è film o serie fantasy - compresi grandi classici come Il Signore degli Anelli o Harry Potter - che non nasca da un romanzo.
«Il mio sogno sarebbe realizzare un film tratto dal romanzo e da quelli che verranno - dice -. In alternativa mi piacerebbe che altri girassero un film tratto dai miei libri, ma mi piacerebbe anche girare come regista storie altrui».
Più realizzabili, almeno per il momento, sono le presentazioni in presenza «perché dopo le interazioni sui social vanno benissimo, ma mi piacerebbe guardare in faccia i miei lettori».
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