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Uno zoo fantastico come un sogno di Bosch

Al Diotti di Casalmaggiore fino al 25 gennaio la collettiva nata da un laboratorio di Goi e Vezzosi

Jacopo Orlo

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redazione@laprovinciacr.it

15 Dicembre 2025 - 11:58

Uno zoo fantastico come un sogno di Bosch

CASALMAGGIORE - Se il sonno della ragione genera mostri, la luce dell’immaginazione può creare idee che ci meravigliano, interrogano, uniscono. Come delle bestie da osservare da vicino, toccare e conoscere. Per scoprire, forse, che la forma di un’intuizione è un modo di esplorare la realtà, l’arte, la vita. E anche noi stessi.

Il Bestiario Fantastico, a cura di Be Molle Aps in collaborazione con il Museo Diotti, l’assessorato alla Cultura e l’assessorato alle Politiche Giovanili del Comune di Casalmaggiore, è stato inaugurato lo scorso sabato pomeriggio nel contenitore culturale. Centinaia di persone hanno scoperto il campionario di creature fantastiche – di carta, di argilla, d’inchiostro – uscite dalla creatività del folto gruppo di partecipanti al laboratorio guidato dagli artisti Marco Goi ed Ettore Vezzosi.

trio

Marco Micolo, Marco Goi ed Ettore Vezzosi

Fino al 25 gennaio 2026 sarà possibile vedere la conclusione del percorso «unico, avventuroso e collettivo», come ha detto Goi nella presentazione, ospitato nelle sale della ex scuola di disegno 'G. Bottoli' tra ottobre e novembre di quest’anno. Un luogo dove si sono sperimentate diverse arti e riscoperto il valore del processo creativo più che il risultato in sé. E soprattutto «come ogni singola persona coinvolta nel laboratorio aveva qualcosa da dare agli altri» ha aggiunto Vezzosi.

Grazie all’interesse riscontrato dall’intero territorio, il percorso era stato esteso per un ulteriore mese, assumendo una dimensione più curatoriale e strutturata. Accanto alla parte artistica aveva preso forma anche una sezione dedicata alla scrittura creativa, condotta da Tommaso Favagrossa per creare i racconti delle opere nel catalogo; mentre Chiara Capuana, artista del collettivo ‘Ire Ere’, aveva contribuito al progetto nelle prime settimane.

La collezione di bestie fantastiche, visitabile nei giorni di apertura del museo, vuole dunque offrire allo spettatore la sensazione di una tempesta di idee corale, di un non-finito che lascia spazi di fantasia personali. Ecco perché l’assessore alla Cultura Marco Micolo ha definito la mostra «originale e inconsueta» durante l’inaugurazione affollatissima di curiosi, appassionati e partecipanti al laboratorio. Tra i presenti anche la direttrice del Museo Roberta Ronda, il sindaco Filippo Bongiovanni e l’assessore alle Politiche giovanili Sara Manfredi.

«L’idea mi è subito interessata – ha ripreso Micolo –, per l’originalità del tema, per la trasversalità della proposta, in quanto si rivolgeva dai giovanissimi agli adulti, e il coinvolgimento di tante associazioni del territorio per la rassegna culturale collaterale».

Come hanno sottolineato i promotori, il ‘Bestiario Fantastico’ è stata un’esperienza creativa e comunitaria di grande valore. «È stato un laboratorio aperto – ha ripreso Goi visibilmente emozionato e soddisfatto –, un processo oltre le nostre aspettative. C’è un gruppo che può stare assieme e fare arte».

Vezzosi ha aggiunto come «in quanto artista a volte si pensa di dover fare tutto da solo; invece, qui il supporto di tutti ha contribuito a creare un’atmosfera di collaborazione e stimolo continuo».

La mostra restituisce infatti il clima del laboratorio, la sua dimensione partecipativa, l’energia generata dal lavoro condiviso. Di un territorio che ritrova nell’arte un tempo e uno spazio di condivisione e possibilità inesplorate. Visitare la mostra è come finire dentro un quadro di Hieronymus Bosch. Una coralità di creature, colori e forme dove lo sguardo – e il centro – si perde; dove l’esposizione delle bestie fantastiche fatte di tecniche e materiali eterogenei diventa un catalogo di suggestioni e intuizioni nel quale ciascuno può riconoscersi.

Accanto ad ogni opera esposta una piccola didascalia illustrerà allo spettatore nome, caratteristiche stravaganti e una breve storia. Questo andrà a comporre il catalogo prossimamente in stampa e già prenotabile.

Insomma: un bestiario contemporaneo, visionario e popolare, provocatorio e giovanile che, come si legge nel manifesto scritto dagli artisti, «si trasforma così in dispositivo filosofico, un luogo in cui l’immaginazione si fa metodo d’indagine e l’essere umano il territorio da esplorare».

«Una cosa che ho imparato dopo tanti anni come artista è che da soli si fa fatica – ha concluso Goi –. Insieme agli amici possono invece accadere dei miracoli». Anche di riconoscere sé stessi, la realtà e la vita in una bestia fantastica.

Ad accompagnare la mostra, come annunciato, una rassegna ricca di incontri, dialoghi, performance e proiezioni, che nel corso di sei settimane approfondisce il rapporto tra immaginario, territorio, narrazione, arte e natura.

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