L'ANALISI
LA CULTURA IN LUTTO
20 Novembre 2025 - 19:31
CREMONA - «Un diario dell’anima che come ogni buona poesia è insieme così personale da essere irripetibile e così universale da consentire ad ogni lettore di ritrovarci qualcosa di se stesso, qualcosa di mai sentito, e qualcosa che ci è consueto e familiare». Così il vescovo emerito Fiorino Tagliaferri definiva, presentandola all’Adafa nel dicembre 2001, la raccolta di sessantacinque liriche ‘Voci di speranza’ di Silvana Ferrari Anglois.
La scrittrice e poetessa, originaria di Casalbuttano, dove era nata nel 1943, e con radici familiari ad Annicco, ma residente a Cremona dal 1956, è mancata mercoledì, 19 novembre 2025, all’Ospedale Maggiore, dopo lunghi anni di salute tribolata, sorretti però dalla fortezza della fede («Alza soltanto gli occhi al cielo e guarda quanto ti viene gratuitamente donato», aveva scritto) e dall’amorevole e assidua vicinanza del marito Amedeo.
Quel giudizio di monsignor Tagliaferri può, senza difficoltà, essere esteso a tutta la produzione letteraria della Ferrari, a cominciare dalla raccolta di prose e di poesie ‘Fiori di ghiaccio’ (2000), che ottenne anche premi nazionali, proseguita con ‘Voci di speranza’ (2001), ‘Tra il cuore e la mente’ (2002), ‘Sentieri all’ombra’ (2004), nella prospettiva di «una grande verità, ritrovata là dove, spesso, non giungono le fragili logiche umane».
Poi i ventiquattro racconti di ‘Ali’ (2006) che spaziano tra luoghi, tempi, attori diversi, emergenti dal vissuto e dalle memorie dell’autrice. Si stacca, ma solo in parte, dal genere precedente, l’ultima opera – ‘Uno sguardo all’India’ (2020) – , che unisce ricerca storica e invenzione narrativa, e le cui origini vanno individuate nel periodo in cui, da studentessa del Liceo linguistico ‘Beata Vergine’, Ferrari aveva la possibilità di attingere, da molte riviste missionarie, notizie e risposte alla sua curiosità nei confronti di un Paese lontano e misterioso, che ha continuato ad affascinarla, anche guardando con commossa ammirazione, negli anni recenti, all'impareggiabile testimonianza fra gli ultimi di Santa Teresa di Calcutta.
Silvana Ferrari Anglois ha saputo coniugare una fede certa e solida con quell’azione letteraria e creativa che interroga in primis chi scrive e cerca di condividere domande ed emozioni con i lettori, in un dialogo intimo e mai banale attraverso la pagina scritta.
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