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CREMONA CITTÀ DELLA MUSICA

Bach, genio visionario che sfida la bellezza

StradivariFestival: martedì 18 all’auditorium dell’MdV in scena l’Akademie für Alte Musik Berlin

Giulio Solzi Gaboardi

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redazione@laprovinciacr.it

17 Novembre 2025 - 08:33

Bach, genio visionario che sfida la bellezza

L’Akademie für Alte Musik Berlin sarà protagonista dello StradivariFestival

CREMONA - Prosegue lo Stradivarifestival al Museo del Violino con l’appuntamento di domani sera (martedì 18) alle 21 in auditorium, dedicato alla grande famiglia Bach, con il focus sull’Offerta musicale, mitica raccolta del Kantor ispirata a un tema musicale scritto dal re di Prussia Federico II.

Le pagine che aprono il programma, firmate da Carl Philipp Emanuel e Wilhelm Friedemann, sono un ritratto eloquente dei due figli più inquieti del Kantor. In esse la sonata in trio non è soltanto un impianto formale per due strumenti melodici e basso continuo: è un dialogo quasi teatrale, un gioco di ombre e chiarori, una grammatica emotiva che già guarda oltre il Barocco verso l’irrequietezza del gusto galante.

Gli interpreti dell’Akamus, con la loro eleganza equilibrata e una pratica storicamente informata che non diventa mai accademia, fanno respirare queste pagine come organismi vivi, vibranti, pronti a sorprendere.

L’ingresso della Trio Sonata BWV 1038 di Johann Sebastian Bach è come un rientro alla fonte. Qui tutto si dispone secondo un ordine necessario: le linee contrappuntistiche dialogano con una naturalezza che sembra scritta nell’aria, gli incastri ritmici si succedono come passi di una danza antica, e da ogni misura affiora una calma che non è mai distacco, ma lucidità.

Segue L’Offerta Musicale, un enigma che chiede di essere attraversato più che risolto. La sua origine – quell’incontro del 1747 a Potsdam, il tema proposto da Federico II e l’improvvisazione bachiana – è una storia ormai leggendaria, ma la materia sonora che ne è scaturita resta sorprendentemente viva, quasi incandescente. I canoni, i ricercari, la sonata: tutto concorre a disegnare un universo in cui la logica e la poesia non sono poli opposti, ma due facce della stessa necessità interiore. È musica che pensa sé stessa, ma senza mai perdere il proprio calore umano.

Nelle mani dell’Akademie für Alte Musik Berlin, una delle formazioni più autorevoli al mondo nel repertorio antico, Das musikalische Opfer non appare come un monumento da contemplare a distanza: diventa un organismo pulsante, un mosaico di possibilità, un labirinto che si ricompone davanti all’ascoltatore con una chiarezza quasi abbagliante. Le architetture contrappuntistiche si rivelano come se fossero scolpite in vetro.

Un atto di restituzione, capace di riportare Bach al suo volto più vero, quello dell’artigiano visionario che trasforma un dono del re in una sfida intellettuale, e la sfida in pura bellezza.

Ma ciò che rende davvero unico questo appuntamento è l’identità stessa dell’Akademie für Alte Musik Berlin. Non si tratta di un semplice ensemble barocco: è una comunità musicale che, da più di quarant’anni, coltiva un’idea quasi ascetica dell’interpretazione. Ogni gesto esecutivo è il risultato di un lavoro collettivo minuzioso, dove la storia non è un vincolo ma una libertà conquistata.

La loro cifra non è il virtuosismo appariscente, bensì un’intelligenza sonora che scava, alleggerisce, rischiara. In loro c’è qualcosa di profondamente artigianale: un rispetto quasi religioso per la materia musicale e, allo stesso tempo, una vitalità contemporanea che impedisce alla prassi storica di diventare museo. Così si ridà vita, ogni giorno, a ogni concerto, a Bach.

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