L'ANALISI
14 Novembre 2025 - 11:12
Una scena del film ‘Aragoste a Manhattan’
CREMONA - A guardare i palinsesti televisivi, l’Italia è un Paese di cuochi (anzi di chef) e aspiranti tali, e di detective. E forse non è un caso che - da Nero Wolfe in poi - la maggior parte degli investigatori letterari sono anche appassionati gourmet. Anche in un’epoca di frettolose pause pranzo, pasti pronti o surgelati, la cucina è un’ossessione: forse proprio perché si ha sempre meno tempo, della tavola si amano i sapori perduti e lo spirito di una convivialità oggi sempre più rara. Senza contare i molti significati simbolici che si attribuiscono al cibo.
«Gli italiani parlano di cibo sempre, e specialmente quando sono a tavola», conferma Stefano Bartezzaghi, semiologo, giornalista e scrittore che condurrà quattro incontri nell’ambito di Bookcity a Cremona proprio con il cibo come filo conduttore. Nessuna ricetta, nessun assaggio, nessun ragù che cuoce lentamente: il tema degli appuntamenti è legato alla sostenibilità per il pianeta e alla presunta identità nazionale fondata sulle tradizioni culinarie.
«Non sono solo gli italiani a parlare di cibo - prosegue Bartezzaghi -, a giudicare dal film corale Aragoste a Manhattan del regista messicano Alonso Ruizpalacios, che verrà presentato da Paolo Mereghetti. Ma prima di parlare di ciò che del cibo ci piace andrà detto qualcosa di ciò che ce ne dispiace: come la difficoltà di contemperare il nostro sostentamento con la sostenibilità ambientale per il Pianeta (ne parliamo con l’agronoma Stefania De Pascale); o come l’infondatezza delle nostre convinzioni sulla stessa esistenza di un’identità gastronomica nazionale (ne parliamo con lo storico dell’alimentazione Alberto Grandi). A quel punto potremo tornare al gusto e alle sue evoluzioni nell’età dell’individuo e nelle epoche della società nell’incontro con Anna Prandoni, direttrice di Linkiesta - Gastronomika».

Il primo appuntamento è in programma questo pomeriggio alle 18 nel ridotto del Ponchielli, dove verrà proiettato il film Aragoste a Manhattan (2024) del regista messicano Alonso Ruizpalacios. Il film sarà introdotto e commentato dal critico cinematografico Paolo Mereghetti ed è una pellicola che restituisce una storia corale, che racconta le tante facce dell’America pre-Trump. Sono tante storie e diverse etnie che si incontrano nella cucina di un grande ristorante newyorkese: ne esce il ritratta di un microcosmo fatto di profumi, sapori, vapori, rumori, e prima ancora di esseri umani. È un’umanità variegata, composta da persone di genere, culture, età e provenienze diverse, costretta a muoversi in un unico luogo secondo una gerarchia rigida, per nulla democratica, con turni di lavoro massacranti e ritmi indiavolati per soddisfare le innumerevoli pretese dei clienti.
Gli incontri di domani e domenica si terranno invece nella sala della Consulta del Palazzo comunale che ospiterà il ciclo di incontri Vivande per vivere, leggende da leggere: valori nutritivi della contemporaneità. Domani alle 11.30 Bartezzaghi parlerà con Stefania De Pascale, docente dell’Università Federico II di Napoli nonché Responsabile del Laboratory of Crop Research for Space nato presso il DiA dalla collaborazione con l’European Space Agency (ESA), per parlare di agricoltura dalla terra a Marte: un viaggio partendo da Cremona, simbolo della buona agricoltura italiana, arrivando alle frontiere di ricerca nello spazio per tornare e interrogarci su una popolazione da sfamare in aumento e la necessità di gestire in maniera equilibrata le preziose e scarse risorse del pianeta.
Cibo e tradizioni da ri riconsiderare saranno il fulcro dell’appuntamento di domani (ore 17) con Alberto Grandi, storico dell’alimentazione e professore all’Università di Parma, che invita a ri-pensare alla grande cucina degli italiani, non solo come l’invenzione pop raccontata dalla TV, ma come quella di un popolo per secoli affamato, artefice di una grande cucina di contaminazioni, incontri e cause storiche che hanno determinato la tradizione di cui ci fregiamo, in Italia e all’estero.
Domenica alle 11.30 il ciclo si chiude con Anna Prandoni, giornalista e scrittrice, direttrice di «Gastronomika», per tornare a raccontare il cibo, andando oltre la facile apparenza e cercando di comprendere i fenomeni gastronomici approfondendo le abitudini dei consumatori che quando sono accompagnate da un atteggiamento consapevole possono influenzare positivamente anche le produzioni e incidere sia a livello economico che sociale.
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