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BOOKCITY A CREMONA

"Voci e disegni dei bambini di Gaza", gli studenti del Torriani ascoltano il racconto di Giuditta Brattini

Fortemente voluto dalla direttrice scolastica Simona Piperno, questo evento è stato realizzato grazie alla professoressa Giovanna Mosconi e introdotto da Chiara Beccari

Nicola Arrigoni

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narrigoni@laprovinciacr.it

12 Novembre 2025 - 17:33

"Voci e disegni dei bambini di Gaza", gli studenti del Torriani ascoltano il racconto di Giuditta Brattini

CREMONA - Per "Bookcity Milano anche a Cremona", il Torriani ha organizzato in aula magna l'incontro "Voci e disegni dei bambini di Gaza" presentando l'omonimo libro di Giuditta Brattini e allestendo la relativa mostra dei disegni nell'atrio della scuola. Fortemente voluto dalla direttrice scolastica Simona Piperno, questo evento è stato realizzato grazie alla professoressa Giovanna Mosconi e introdotto da Chiara Beccari.

I 260 studenti hanno così potuto ascoltare il racconto di Giuditta Brattini, cooperante per l'associazione Fonti di Pace a Gaza. Nel silenzio dell’aula magna del Torriani, le parole di Giulia Brattini hanno assunto il peso della realtà che spesso le notizie non riescono a trasmettere. Con voce ferma, ha mostrato i disegni dei bambini di Gaza: case distrutte, mani alzate, cieli pieni di aerei. «Sono immagini che raccontano la vita quotidiana sotto assedio», ha detto.

«Ogni tratto di matita è un grido, una richiesta di normalità». Davanti agli studenti, Brattini ha voluto trasformare la sofferenza in un’occasione di conoscenza: «Parlare di Palestina non significa schierarsi, significa restituire umanità a chi non ha voce». Il suo invito, forte e diretto, è stato quello di non smettere di informarsi, di leggere, di guardare con i propri occhi. «La pace non nasce dai governi, nasce dalla consapevolezza delle persone», ha concluso.

«Ed è per questo che continuo a raccontare Gaza: perché i ragazzi possano capire che dietro ogni numero ci sono volti, storie e sogni interrotti». Al termine di un'ora e mezza molto intensa, nelle prime file era facile notare gli occhi lucidi di parte del pubblico. C'è stato spazio per il racconto storico in un excursus diacronico dalla risoluzione 181 dell’Onu a oggi, ma, ovviamente, i video, le immagini e i disegni sono ciò che più ha colpito il giovane pubblico.

Beccari li ha infatti invitati ad entrare in una dimensione empatica con la narrazione «Se avete un fratellino o una sorellina, provate a pensare a cosa sono soliti disegnare e poi confrontate questa immagine con i disegni della mostra dei bambini di Gaza». Disegni raccolti dagli insegnanti che a Gaza hanno creato una «scuola tenda» e hanno dato ai bambini una penna e un foglio su cui rappresentare il loro stato d'animo, sotto le bombe.

Brattini ne è sicura: «Bisogna mostrare la realtà, non basta manifestare contro il genocidio, bisogna esserci e vedere» e dunque ha mostrato le immagini strazianti dell'ospedale di Al Shifa dove ha a lungo cooperato. Un racconto emotivo, ma anche duro, che non fa sconti, per i palestinesi resilienza significa non adattarsi, non si sono mai adattati e hanno sempre voluto tornare nelle loro case.


Racconta quello che ha visto: un genocidio, delle bombe non convenzionali, e da osservatrice Onu alle elezioni del 2006 sottolinea di aver visto libere elezioni democratiche che portarono alla elezione di Hamas, al rifiuto dell'esito di queste elezioni da parte della comunità internazionale e a tutto quanto poi è seguito.

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