Una sala dedicata al Novecento con al centro la Dattilografia di Ercole Priori
CREMONA - I doni degli artisti cremonesi (o di loro eredi) ricevuti dalla Fondazione Città di Cremona nel 2005, in risposta alla 'chiamata' formulata dall’allora presidente Umberto Lonardi, hanno contribuito ad arricchire nel tempo la collezione già esistente, dotandola di opere che illustrano l’ampio e vario panorama del mondo artistico locale del secondo Novecento. Fu in quell’occasione, tra l’altro, che nel Palazzo della Carità vennero allestite le sale espositive dedicate al Novecento che costituiscono l’unico spazio dedicato all’arte di quel secolo in città. Oggi, a vent’anni di distanza, in occasione della sua festa, Fondazione Città di Cremona ricorda quel momento attraverso una conversazione ed un’esposizione curate da Raffaella Colace, curatrice dei beni artistici della Fondazione. La festa, tradizionale momento d’incontro con la comunità cremonese affinché della Fondazione conosca attività e obiettivi, è in programma sabato 11 ottobre 2025 alle 10.30 presso la sede di piazza Giovanni XXIII. Il presidente Giuseppe Foderaro farà il punto sulle attività svolte nel primo anno di mandato e sui progetti futuri in un intervento dal titolo 'La Fondazione Città di Cremona e l’impegno sociale'. Seguirà la premiazione dei progetti partecipanti ai bandi sociali, quindi aperitivo offerto dal club Le Fornelle. Nel pomeriggio, alle ore 17, 'Doni d’artista. Un percorso nella collezione novecentesca' con presentazione e visita a cura della curatrice Colace.
NOVECENTO IN MOSTRA
L’iniziativa di sabato pomeriggio vuole essere un momento di conoscenza, o riscoperta, della storia artistica cremonese dell’ultimo quarto del Novecento, attraverso i suoi protagonisti che, in questo caso, sono anche i donatori o i famigliari dei donatori delle opere. Arte e dono sono quindi l’oggetto di questo appuntamento. «È da questo binomio, d’altro canto, che nei secoli è venuta formandosi buona parte del ricco patrimonio della Fondazione, in cui si conserva la memoria non solo degli artisti e delle loro opere, ma anche di chi le ha donate - spiega Colace —. In proposito, va ricordato che la festa della Fondazione cadrebbe tradizionalmente il 4 ottobre, giorno di san Francesco, da qualche anno divenuto anche 'giornata del dono'. Ricordare la call for artist, come si direbbe oggi, lanciata nel 2005, vuole essere l’occasione per accarezzare l’idea di una nuova chiamata rivolta a quegli artisti cremonesi delle generazioni posteriori che si siano distinti per la loro ricerca e per la loro attività espositiva nei primi decenni del XXI secolo. Sarebbe questo un modo per far sì che Fondazione continui a tenere le fila dell’arte cremonese contemporanea, arricchendo le proprie collezioni per farsi testimone e custode della storia artistica e culturale della città e del suo territorio, anche in relazione alle tendenze e agli esiti dell’Arte nazionale e internazionale di questi ultimi decenni». Nell’occasione della festa di sabato prossimo, tutte le opere donate nel 2005 saranno visibili, in parte esposte nell’ingresso del Palazzo della Carità e in parte 'valorizzate' all’interno delle sale del Novecento, in una sorta di esposizione dentro l’esposizione, che sarà visitabile anche nei giorni di mercoledì 15, 22, 29 ottobredalle ore 11 alle 15. L’ingresso è libero, sarà presente la curatrice.
Piero Ferraroni, La deposizione di Cristo, bassorilievo in gesso
PATRIMONIO DIFFUSO
Novecento ma non solo nel ricchissimo patrimonio d’arte frutto di donazioni, lasciti e acquisizioni fatte nel tempo che Fondazione ha cura di preservare, mantenere e valorizzare: edifici storici, quadri, sculture, disegni, documenti custoditi solo in piccola parte nella sede di piazza Giovanni XXIII e collocati in musei, palazzi istituzionali, archivi, edifici religiosi della provincia e della diocesi. Dello stretto legame delle opere esposte con la storia cremonese, che in gran parte è storia della carità, racconta la collezione che comprende pezzi databili tra il XVII ed il XIX secolo: da 'L’elemosina di Sant’Omobono', tela del Seicento copia da Giulio Campi, in cui compare un’inedita raffigurazione dello stemma grigiorosso, oppure la carità incarnata da 'San Francesco che riceve le stigmate', fino ai ritratti dei benefattori, il più delle volte anonimi, che hanno nei secoli sostenuto ed arricchito di significato la solidarietà sociale e la carità dei cremonesi verso i sofferenti e i bisognosi. Opera della cerchia delle sorelle Anguissola è ad esempio la tela che raffigura la famiglia di Cornelio Amidani, appartenente al periodo giovanile delle pittrici; a ricordare il passato austro-ungarico di Cremona il severo ritratto di maniera dell’imperatore Giuseppe I di Andrea Carlone (oggi in prefettura). Tra le iconografie più curiose, il Cristo che versa l’acqua dal costato di Gabriele Zocchi. Ma il 'patrimonio' della Fondazione è anche quello che concretizza il dono nelle iniziative e nei progetti volti a sostenere il welfare cittadino offrendo risorse economiche ad associazioni e organizzazioni impegnate nel volontariato e nel sociale. Toccherà al presidente Foderaro, sabato prossimo, fare il punto del suo primo anno di mandato.