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L'INTERVISTA

Summer Festival 2025: «Qui la musica si respira»

Mark Lakirovich, violinista e didatta di Boston, da dieci anni trascorre l’estate a Cremona con studenti e allievi della sua Academy

Giulio Solzi Gaboardi

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redazione@laprovinciacr.it

23 Luglio 2025 - 10:52

Summer Festival 2025: «Qui la musica si respira»

Mark Lakirovich con il figlio Misha violinista e suo collaboratore e Gian Domenico Auricchio nella sede della Camera di Commercio

CREMONA - Da oltre dieci anni, Mark Lakirovich, violinista e didatta di Boston, trascorre ogni estate a Cremona con la sua International Music Academy. Con lui arrivano giovani allievi, genitori, docenti e accompagnatori. L’Academy, inoltre, con i suoi concerti, è anche la punta di diamante del Cremona Summer Festival, il fitto cartellone estivo che riempie di note piazze e cortili della città.

L’Accademia Internazionale di Cremona nasce nel 2011. Ormai un appuntamento fisso che porta a Cremona tantissimi giovani musicisti provenienti da tutto il mondo. Che bilancio può fare di questi anni di lavoro?
«È stato un successo straordinario, sia per lo sviluppo dell’Accademia sia per l’incredibile livello dei talenti che ogni anno arrivano a Cremona. Il confronto con la nostra prima edizione, quindici anni fa, è impensabile: oggi la qualità è altissima. Considerando che accogliamo in media oltre 100 studenti l’anno, possiamo dire che nel tempo è passato da qui oltre un migliaio di giovani musicisti. Alcune famiglie hanno partecipato per sei o sette anni consecutivi, e ogni edizione porta con sé nuovi volti e nuovi Paesi. Oggi non è più la pubblicità a portarli qui, ma il passaparola: molti, quest’anno, ci hanno detto semplicemente ‘Abbiamo sentito parlare della qualità dell’Accademia’. Questo, secondo me, è il riconoscimento più importante. Abbiamo persone da tutto il mondo, dalla Svizzera, dall’Olanda e da tante altre nazioni, persino dal Costa Rica».

Cosa le ha dato Cremona in questi anni?
«Cremona è, per me, il luogo più emozionante in cui fare musica. Tutto qui è connesso alla tradizione del violino: i liutai più importanti – come Amati, Stradivari e Guarneri – sono tutti cremonesi. Chi viene qui avverte una sensazione speciale, unica. Tra le botteghe dei liutai, le strade antiche, la bellezza della città e della sua cattedrale, si respira un’atmosfera davvero diversa. E anche la musica, qui, si suona in modo diverso. Quello che ci ha colpito di più è l’ospitalità: i cremonesi sono accoglienti, disponibili, ti riconoscono nei negozi e ti aiutano in ogni modo. Anche le strutture ricettive sono eccellenti. Collaboriamo da 15 anni con la Camera di Commercio, il Conservatorio Monteverdi e il Consorzio dei Liutai, che ci supportano sempre con grande impegno. Ed è tutto questo che rende Cremona speciale».

La musica può insegnare qualcosa, sia ai giovani che agli adulti, anche al giorno d’oggi?
«Assolutamente sì. La musica insegna ogni giorno, e non si smette mai di imparare. La scoperta è continua, e quando si pensa di sapere già tutto, è il momento in cui ci si ferma davvero. Attraverso la musica si incontrano culture diverse: ad esempio, oggi abbiamo una forte presenza di studenti asiatici che portano repertori interessanti, spesso poco noti. I nostri insegnanti accolgono queste proposte con entusiasmo, e a loro volta imparano qualcosa di nuovo. Inoltre, gli studenti non si limitano a studiare con il loro maestro abituale: qui seguono lezioni con due o tre docenti diversi, ognuno con un approccio e una visione propria. Questo scambio di idee e di influenze è un elemento fondamentale dell’Accademia. Incontrarsi e fare musica insieme porta molta luce, gioia e sollievo dallo stress e dalla negatività che i giovani affrontano e con cui convivono ogni giorno e per molto tempo. Dà speranza per tempi migliori a venire e rende le loro vite un po’ più felici e significative».


Quanti studenti e maestri accoglie quest’anno l’Accademia? E da dove provengono?
«Quest’anno abbiamo 127 studenti, rispetto ai 110 dell’anno scorso: significa un incremento del 15%. Il corpo docente è composto da 35 insegnanti. I partecipanti e i docenti arrivano da tutto il mondo: Italia, Stati Uniti, Taiwan, Germania, Hong Kong, Svizzera, Brasile, Singapore, Ucraina, Giappone, Austria, Costa Rica, Francia, Russia, Paesi Bassi, Canada, Cina, Australia e Corea».

Sabato scorso si è tenuto il concerto dei vincitori della scorsa edizione.
«È stato un appuntamento davvero molto speciale. I vincitori dello scorso anno sono stati invitati a suonare con l’orchestra del festival, e tra loro ci sono anche giovanissimi, di 11 o 12 anni. Per loro è naturalmente un’occasione unica: si sono esibiti nella sala del Museo del Violino, davanti a un pubblico di circa 400 persone. È un’esperienza importante per chi è all’inizio del proprio percorso musicale. Che diventino musicisti professionisti o meno, questa resterà per tutti un’esperienza unica e credo indimenticabile. Un vero e proprio trampolino di lancio».

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